Capitolo 25: Nightmare.

303 12 0
                                    

*Kristen Pov.*

 Apro lentamente la porta di casa mia, cercando di fare meno rumore possibile. Quando sono dentro cerco di sgattaiolare in camera ma una voce profonda e rude mi blocca. "Kristen..." è mio padre, non ho il coraggio di muovere niente. Ho davvero paura che mio padre possa fare qualcosa di davvero stupido e terrificante. "Dov'eri?" non si muove ma non gli rispondo, cerco di respirare ma la paura e l'adrenalina mi bloccano. "Ho chiesto dov'eri!?" dice con tono più minaccioso e comincia a camminare "In giro..." riesco a dire e si ferma. "Con chi?" "Con... una mia a-amica." Dico sperando che se la beva, ma non succede. Mi prende il polso e mi fa girare, la stretta fa male e poi mi colpisce con uno schiaffone in pieno viso. Dopodiché mi tira un pugno sulla mascella e un calcio in pancia, mi accascio a terra con gli occhi pieni di lacrime "Lo so che eri con il vicino a fare la troia!" urla e parte un altro calcio, ma sulle costole. Tossisco per il colpo, mi viene da vomitare anche l'anima. "Giura su di te che sei ancora vergine!" sputa "Lo sono." Mento e lui ghigna. Va in cucina, ritorna con un coltellino. Oh no. Mi fa stendere di schiena bruscamente facendomi battere la testa, toglie violentemente la maglietta facendomi rimanere in reggiseno "No.." lo imploro con le lacrime agli occhi ma lui se ne frega delle mie preghiere e traccia con il dito la linea di una cicatrice. "Sei davvero ingenua, stupida e miserabile." Dopodiche traccia con il coltellino la cicatrice più piccola. Urlo dal dolore, lo prego di smetterla, fa male, tanto male. Mi gira la testa, mi viene da vomitare, mi sento morta. Quando ha finito se ne va in cucina, il seno brucia più del fuoco sulla pelle. Dopodiché lo vedo uscire "Io e la mamma andiamo a Seattle, ciao amore mio." Scandisce le ultime parole e chiude la porta. Vado in bagno e mi disinfetto il seno, brucia tantissimo. Arrivo a stenti in camera, prendo il telefono. Mi serve aiuto e il dito mi porta al numero di Louis. Lo chiamo "Kristen?" dice pimpante, mi rannicchio e mi esce un singhiozzo "Kris?" dice più preoccupato "Louis... ho b-bisogno di te" sussurro e perdo conoscenza.

Vedo tutto nero, le orecchie sono tappate, mi viene da vomitare e non sento più il mio viso. Tra tutta quella oscurità noto una luce, cammino fino a raggiungerla e vedo Louis che mi sorride. Sorrido a mia volta, ma appena lo faccio la sua persona viene squarciata da mani ossute e perfide. Guardo in faccia la creatura e urlo dal terrore. "Kristen!" sento in lontananza, è la sua voce. Devo svegliarmi cazzo. La creatura mostruosa si avvicina a me, ghignando. "Non ti avvicinare!" cerco di urlare ma esce un sussurro. Riprovo ed esce un grido di terrore che mi fa svegliare. "Kristen!" dice Louis e mi abbraccia, lo stringo forte come se quell'abbraccio rimettesse a posto tutto il casino dentro di me. "Kris dobbiamo chiamare l'ambulanza, la polizia. Guarda come ti ha ridotta!" fa per prendere il telefono ma lo fermo. "Anche se chiamassi la polizia e l'ambulanza non cambierebbe niente." Le lacrime solcano ancora una volta le mie guance. "Kris ma..." "Louis è tutta colpa mia!" singhiozzo ancora più forte, portando le mani sulla faccia. "No, non-" "Se non avessi firmato quel fottuto contratto non mi sarei mai ritrovata in queste situazioni!" urlo disperata "Quale contratto Kris?"

Sex with Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora