Capitolo 13: Blood Home.

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*Kristen Pov.* Un’altra settimana di scuola finita, oggi è sabato. Questa settimana è stata divertente e stancante allo stesso tempo. Io e Louis non abbiamo fatto niete, qualche volta ci lanciavamo sguardi provocatori e quando ci incontravamo nei corridoi mi rubava qualche bacio, ha detto che oggi vuole portarmi in un posto, ho provato a chiedergli dove ma lui ha detto testuali parole “It’s a surpriseee!”. Suonano al campanello. “Hey bellissima” apro la porta “Louis!” esclamo felice “Andiamo?” “Sì” chiudo la porta di casa e lo seguo in macchina, sedendomi sul sedile. Mette il moto e il silenzio cala, ma non è scomodo, è rilassante. Viaggiamo per 10 minuti circa e ci ritroviamo davanti ad una villa rosso sangue. Scendo estasiata, ha un grande giardino ed è altissima. “È tua?” chiedo mentre entriamo nel giardinetto. “Sì, un regalo per i vent’anni!” “E perché vivi ancora dai tuoi?” “Perché hanno detto che posso vivere da tutte e due le parti, io a casa dei miei mi mantengo da solo.” Annuisco mentre apre il portone di legno rosso. Entriamo e ci accomodiamo del salotto, ha le pareti nere e i mobili bianchi, il divano è enorme e color panna. Cambio stanza e mi ritrovo in un lungo corridoio che mi porta in cucina e in bagno. Il bagno ha anche un idromassaggio, un lavandino e uno specchio giganti. La cucina è composta dal frigo bianco e alto, con attaccate delle calamiti, i fornelli e un piccolo tavolo in mezzo. Esco da quest’ultima e salgo le scale, mentre Louis mi segue. Per il secondo piano si deve aprire una porta, la apro e un corridoio con un pavimento di piastrelle e pareti bordò mi invade. Cammino lentamente osservando la prima stanza, apro la porta e vedo una camera da letto. Ha un letto matrimoniale, un comò e due comodini con lampade. Chiudo la porta e cammino fino a quella opposta, la apro e trovo solo una sala giochi, con vecchie macchinette e un biliardino al centro. La mia attenzione si sposta sulla porta alla fine del corridoio, è di un rosso intenso e risalta la maniglia d’ottone colorata di oro. Cerco di aprila ma è chiusa a chiave. Louis fa scivolare la mia mano sul fianco “Questa un altro giorno, piccola.” Sussurra al mio orecchio, una scarica di brividi mi percorre. Mi porta in camera da letto e ci stendiamo sul letto, lui mi dà baci leggeri su collo mentre io rimango immobile. “Louis perché quando parlo di Daniel ti irridisci e ti perdi nel tuo mondo?” si stacca immediatamente. “Te lo dico se tu mi dici come hai fatto a farti le due cicatrici sul seno sinistro.” Abbasso lo sguardo “Va bene.”

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