Capitolo 26: Contract.

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*Kristen Pov.* Lo guardo, ho la sua attenzione ma sono davvero sicura di volermi confidare con lui, che tra pochi mesi sarà solo un lontano ricordo? Sì, è più forte di me. Comincio a raccontare “Era il 2009… ti avevo parlato del ragazzo che mi piaceva e quello che mi ha fatto mio padre” annuisce e si stende accarezzandomi la pancia “Dopo due giorni avevano preparato un contratto dove dicevo che fino a trent’anni non potevo avere rapporti con nessuno, sennò mi avrebbero mandata il collegio… io da stupida ragazzina firmai pensando fosse uno scherzo. Cazzo sono una stupida!” mi rimetto a piangere. Lui mi asciuga le lacrime e mi bacia delicatamente. “Kris non so cosa dirti o fare…” dice sommessamente. Un’idea mi passa per la mente, è l’unica cosa che voglio “Fai quello che sai fare meglio” lo prego, lui capisce subito e mi guarda, poi alla fine mi prende per mano e andiamo a casa sua. Mi fa accomodare e pensare che poche ore fa ero qui, spensierata e felice. Ora sono distrutta e ho voglia di essere aggiustata, se si può… andiamo verso La Stanza, ma prima mi porta nella camera da letto, mi fa togliere le scarpe e la felpa così rimango in canottiera e leggins. Ci dirigiamo verso la porta, appena la apre mi fa entrare, il legno freddo mi provoca un brivido, chiude la porta. “Sappi che puoi andartene quando vuoi” mi avverte “Ok” rispondo e lui si toglie la maglietta e rimane in pantaloni, cerco di avvicinarmi ma lui mi ferma “Ferma, non ti ho dato il permesso di muoverti.” Mi blocco subito mentre lui avanza verso di me. Mi fa rimanere in slip. “Inginocchiati guardando quel muro e chiudi gli occhi” indica il muro con di fianco il comò, eseguo gli ordini e chiudo gli occhi. Sento che sta aprendo un cassetto, chissà cosa c’è dentro. “Ora mettiti stesa sulla panca” lo faccio e vedo lui che avanza con delle corde e una benda. Mi lega i polsi agli spuntoni della panca e fa lo stesso con i piedi, dopodiché mi benda “Vedi qualcosa Kristen?” dice con voce roca e altamente sexy, il mio respiro si fa più affannoso “No..” rispondo, non ce la faccio più. “Bene, ora prenderò un flagellatore di pelle, se ti farò male dimmelo subito.” Un flagellatore? Cos’è? E se mi farà male? Immersa dai miei pensieri sento lo schiocco dell’arnese sulla mia pelle, è piacevole ed erotico, gemo. “Ti piace? Vuoi che lo faccia ancora?” “Sì” gli slip sono così scomodi, muovo le gambe per placare la mia eccitazione. “Oh piccola, questi li prendo io” sento che si è inginocchiato sulle mie gambe e mette la mano dentro gli slip e li strappa. Respiro affannosamente “Dio Kris sei già pronta” allora fottimi, per Dio. Fa scontrare il flagellatore con la mia pelle e sento che ci sono quasi “Kristen se vieni adesso non ti scoperò dopo” ma perché deve rendermi complicate le cose? Mi colpisce ancora e trattengo più che posso l’orgasmo. “Bravissima, la pillola l’hai presa?” annuisco incapace di parlare. Lui affonda dentro di me violentemente. Gemo mentre lo sento fino alla fine, lui spinge violentemente e mi riempe sempre di più fin quando spinge l’ultima volta e vengo, lui spinge ancora e raggiunge l’orgasmo dopo poco urlando il mio nome.
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Mi dispiace piccoline se è corto, spero vi piaccia lo stesso.
-Giorgia

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