Chapter 12: Pensieri

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"Ti prego, basta cose imbarazzanti, ho decisamente bisogno di una pausa" esclamai esasperata.

"Come la fai tragica, ne è passato di tempo dall'ultima volta!" si lamentò il signorino.

Okay, dopo quella full immersion di strani ed intensi eventi la situazione si era calmata, niente strane richieste o attacchi di arrapataggine particolari da parte di nessuno. Tutto nella norma insomma, per quanto normale possa essere la nostra routine.

"Beh quindi? Via il dente, via il dolore"

"Allora, il mio obbligo è... rullo di tamburi... finire la mia preziosissima birra! Con mia somma riluttanza te la cedo dolce donzella, prego!" affermò lui con un sorrisetto estremamente stupido.

"Che? Tutta 'sta scena per questo?"

Mi stavo già preoccupando, conoscendolo avrebbe potuto chiedermi un'altra oscenità come quella della scorsa volta. Poi sono io quella banale...
Meglio così però, anche se sapeva benissimo che io odio la birra e quella bottiglia era ancora a metà, che schifo. D'altronde me l'aveva ordinato proprio per questo.

Con una faccia totalmente schifata lo guardai e chiesi "Proprio tutta?!"

"Ovviamente" sputò lui.
"Vorresti dirmi che non ne sei in grado? La mia piccina che non regge un cazzo" ridacchiò con tono di sfida.

Okay non bevo e non ci tengo neanche, ma che nervoso quel sorrisetto, non sopporto di essere trattata come una debole, e lui lo sa.

E appunto, cascata di nuovo nella tela del ragno.

Presi coraggio, e cercando di non vomitare per l'insopportabile gusto buttai giù quasi tutto il contenuto della bottiglia, fino a quando Luke me la strappò di mano per berne l'ultimo goccio. Che orrida bevanda, come facevano a berne a vagonate?

Lo guardai con sospetto.

Appoggiata l'ormai vuota bottiglia sul tavolino spostò una mano dietro la mia nuca per avvicinarmi inaspettatamente a sé e schiudere le sue labbra sulle mie, lasciando che la birra fluisse dalla sua bocca alla mia.

Era una cosa dannatamente sexy e piacevolmente inaspettata, stranamente il sapore che pervase la mia bocca non era più così tanto cattivo.

Si allontanò piano continuando a fissarmi con lo stesso sorriso di prima, se non ancora più soddisfatto.

"Cosa ridi? Chi è che non regge scusa? Ho vinto!" mi vantai orgogliosa di me stessa, facendo un ridicolo ballettino vittorioso sul posto.

"Guarda che non c'era niente da vincere baby, scommetto che ti gira già la testa!"

"Non è vero guarda!" e mi alzai cercando di stare su una gamba sola, con l'altra alzata cercando di unire il mio naso al mio ginocchio con le dita... in quello che insomma pareva quel tipico test per vedere se sei ubriaco, facendo appello a tutto l'equilibrio che potevo mantenere perché no, non potevo dargli la soddisfazione di vedermi "perdere".

E sì, a dire il vero un po' la testa mi girava, ma dettagli.

"Mh per sta volta te la sei cavata, ma non è finita qui" rispose con aria da saccente.

"Lo vedremo" continuai a sfidarlo, per poi andare a sedermi per dispetto sulle gambe di Harry, invece che sulle sue.

Mentre lo facevo notai l'iniziale rigidità nel corpo del riccio, che dopo un attimo parve come distogliersi dai suoi pensieri per accogliermi dolcemente come al solito.

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