Chapter 7: In trappola

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Proprio mentre stavo prendendo la bottiglia dal frigorifero, qualcuno piombò alle mie spalle urlando.

In seguito a un mezzo infarto mi voltai, per trovare un Luke sdraiato per terra contorcersi dalle risate per la mia reazione.

Mi aveva fatto prendere un colpo quel cretino.

"Ma sei pazzo?! Solo tu potevi fare una cosa del genere, stavo per rovesciare tutto!"

"Scusami ma non ho potuto resistere! E la tua faccia?? Avresti dovuto vederti!" Esclamò tra una risata e l'altra.

"Sei senza speranze Hemmings..." Sbuffai cercando di non ridere. Era proprio un pagliaccio quel ragazzo. Godeva proprio nel farmi arrabbiare, era il suo passatempo preferito.

Intanto mi ero girata di nuovo verso il lavello, fingendo di fare l'offesa.

Lo sentii avvicinarsi a me per poi cercare di scusarsi.

"Eddai non prendertela! Lo sai che ti voglio bene!"

"Mm no, ora mi sono offesa".

Mi piaceva giocare così con lui.

"Mi farò perdonare, chiedi quello che vuoi" rispose stando al mio gioco.

Nel dire quella frase la sua voce si fece più bassa e vellutata e con le dita cominciò a disegnare dei piccoli cerchi sulle mie braccia.

Questo mi fece sorridere, era così piacevole sentire il suo tocco leggero sulla pelle...

ma no, non potevo dargliela vinta!

Così mi girai e tornai in salotto, come se lui non fosse stato lì.

Con la coda dell'occhio notai la sua espressione falsamente scioccata, ma continuai a camminare facendo finta di niente.

Ovviamente lui mi seguì, come d'altronde mi aspettavo.

"Ah è così??" Esclamò minaccioso.

Neanche il tempo di rendermene conto che mi corse incontro e mi prese in braccio di peso, lanciandomi sul divano come un sacco di patate.

"Vediamo se così impari!"

E prese a farmi il solletico. Di nuovo.

Due volte in una giornata erano troppe.

"No Luke ti prego smettila! Farò tutto quello che vuoi, ma smettilaa!!" Lo supplicai mentre ridevo e mi dimenavo sotto di lui, lanciando gridolini di protesta.

A quelle parole il biondo si fermò e la sua espressione cambiò radicalmente. Mi sorrise sghembo, con uno scintillio negli occhi che non prometteva nulla di buono.
"Ah se la metti così.."

Che idiota. Era esattamente quello che voleva e ovviamente ero caduta nella sua trappola come una stupida. Ma perché non tengo la bocca chiusa una volta ogni tanto?

Ad un tratto spalancò gli occhi, come se si fosse appena ricordato di una cosa importante, prima di ricominciare a sorridere in quel modo, gli occhi ridotti a una fessura.

Ero nei guai.

"Ora che ci penso tu non hai ancora fatto il tuo dovere signorina!"

"Dovere? Quale dovere??" Chiesi, cercando di mantenere un'aria ingenua, ma la strategia non funzionò minimamente.

"Lo sai benissimo non fare la furba!"

Il suo sorriso si allargava sempre di più, e come se non bastasse cominciò a mordersi il labbro, prendendo tra i denti il piccolo anellino di metallo.

Ero davvero nei guai.

"Oh no ti prego non fare così!" Cercai in tutti i modi di dissuaderlo ma non ne voleva sapere. Il suo sguardo malizioso non aveva nessuna intenzione di abbandonare il suo volto e la posizione in cui eravamo di certo non aiutava. Mi sovrastava completamente, ero in trappola.

"Eddai piccola per favore" disse in un sussurro. Senza neanche accorgermene, eravamo a pochi centimetri di distanza, i nostri respiri vicini, troppo vicini.

Il suo sguardo si fece più intenso, gli occhi fissi nei miei.

Senza preavviso, azzerò del tutto la distanza tra di noi, in un bacio inaspettato, ma di un'intensità indescrivibile.

Non era la prima volta che baciavo Luke, come ho già detto in quella casa non era una cosa insolita, ma in quel momento c'era qualcosa di diverso.

Era un bacio dolce, ma allo stesso tempo intenso e deciso. C'era affetto ma anche un bisogno, un desiderio tenuto a freno per troppo tempo.

Schiusi le labbra perché potesse approfondire quel bacio, così carico di emozioni, che sapeva di passione e possessività...

Dovevo capirne il significato, perché era tutto così inaspettato, così diverso.

La sua lingua catturò la mia, in una danza lenta, ma irrefrenabile.

I nostri battiti cominciarono ad accelerare, come i nostri respiri, e fu come se il mondo intorno a noi si fosse dissolto nel nulla.

Ovviamente non aveva intenzione di fermarsi, così abbandonò le mie labbra per passare a torturarmi il collo, mordendo e succhiando ogni centimetro di pelle che incontrava.

Non l'avrei mai pensato, ma questo suo lato così aggressivo mi attraeva molto, e non riuscii in alcun modo ad oppormi.

Scese fino alla clavicola, per poi risalire vicino all'orecchio, non lasciandomi tregua, facendomi ansimare ad ogni tocco.

Nonostante tutto, non riuscivo ancora a capire cosa cercasse di dirmi.

Spinse il suo bacino contro il mio, e lo sentii.
Era eccitato.
Cazzo.

Non pensavo di fargli questo effetto.

D'istinto portai una mano sui suoi capelli biondi, tirandoli leggermente, facendolo mugolare di piacere.

Aspetta un secondo, ma che diavolo stavo facendo?

In risposta prese a strusciarsi oscenamente contro di me, facendosi posto tra le mie gambe, gemendo a quel contatto.

Cazzo ero fottuta.

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