Chapter 14: Tentazioni e progetti

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"Sarà meglio prepararsi o sprecherò tutta la giornata oziando" mi convinsi a malincuore.

Mi diressi in bagno per lavarmi e quando aprii la porta Harry era ancora lì.

"Sei peggio di una donna Styles, quanto ci metti a prepararti?" lo presi in giro.

Mi fece il verso, replicando "Ha parlato la Miss, quando entra lei qui dentro il bagno diventa impraticabile per ore!"

"Ma io posso" mi vantai in stile diva di Hollywood.

"Anche io, mi serve tempo per essere così bello" si spostò i capelli con il mio stesso fare, solo più buffo.

"Ma tu sei già bellissimo Haz" feci sprofondare il mio dito in una delle sue fossette.

"Piccola adulatrice" mi prese tra le sue braccia toniche per stringermi a sé. Il suo torace era così caldo, sarei stata in quella posizione per tutto il giorno.
Con le dita strinse leggermente i miei capelli, e senza allontanarmi dal suo petto domandò con tono più basso:
"Senti Ari... è tutto a posto?"

"Penso di sì Haz, perché?" tenni gli occhi chiusi.

"Così, per sapere..."

"Dovrei preoccuparmi?" lo guardai sorridendo. Era così premuroso.

"No no, è solo che... stai attenta." Si fece più serio.

"E così non dovrei preoccuparmi? Di che si tratta? Su, spara" continuai incuriosita, oltre che un po' perplessa.

"Beh... ecco... Luke ti... ti ha dato fastidio? Insomma, mi sembra un po'... strano ecco."

"Cosa? No! No, nulla del genere. È solo... Luke, sai com'è fatto... scherza sempre."

"Sì... solo Luke... beh, mi raccomando piccola. Non sopporterei se qualcuno ti ferisse" sorrise anche lui.

"Tranquillo Harry, non sono così ingenua."
Ridacchiai rassicurandolo.
L'estate stava dando alla testa a tutti in quella casa, pensai.

Il suo sorriso si fece più dolce, pareva proprio un cucciolo tenerissimo.
Solo allora notai che indossava solo un asciugamano legato in vita, al che la stanza si fece improvvisamente più calda. Vedendomi in difficoltà quella dolcezza si trasformò in un ghigno divertito, che lo portò inevitabilmente a mordersi quel dannatissimo labbro.

"Non dovevi fare una doccia?" mi chiese sfacciato.

Cercai di ricompormi come potevo per dire un incerto "Infatti" e cominciare a cacciarlo dal bagno, ma Harry si piazzò davanti alla porta chiudendola alle sue spalle.

"Non dovevi andare al lavoro per il turno extra?" domandai con innocenza, volevo davvero prepararmi per riuscire a combinare qualcosa in quella giornata.

"Ho ancora un po' di tempo, potrei rinfrescarmi ancora un po' prima di andare"

Ero sempre più in difficoltà. Cos'avrei dovuto fare? Continuare a giocare o dissuaderlo? Cavolo se mi faceva perdere la ragione.

Si avvicinò di nuovo a me, continuando a guardarmi con quello sguardo magnetico. Cominciavo ad avere qualche piccola difficoltà a respirare in modo regolare.
Con le mani mi accarezzò il viso, per poi avanzare fino alle spalle, e più giù sui fianchi, dove fece scivolare lentamente i suoi pollici sotto l'elastico dei pantaloncini del mio pigiama.

Ero davvero nella merda, quel contatto mi fece sfuggire un sospiro che lui notò in pieno.
Lasciando una mano in quella posizione, fece scorrere l'altra sul mio ventre, per poi risalire sotto la mia maglia con una lentezza straziante, spostandola leggermente di lato, per insinuare le dita sotto il ferretto del mio reggiseno. La mia pelle bruciava al suo tocco, era una tortura fatta e finita. Non era mai arrivato a tanto con me, i miei sensi erano sempre più offuscati.

Harry cosa mi stai facendo. Se andiamo avanti di questo passo...

"Beh perché ci mettete... tanto?" Louis aveva improvvisamente spalancato la porta, trovandosi spiazzato di fronte a quella scena.

Mi allontanai immediatamente farfugliando qualcosa sulla scarsa, quasi inesistente privacy in quella casa, per poi sbattere immediatamente fuori entrambi e chiudere la stanza a chiave.

Sarei impazzita di questo passo.
Non c'era mai una giornata che poteva definirsi normale a casa nostra, era un continuo turbinio di chiasso e colpi di scena. Cominciava ad essere sfiancante, più che altro a causa di questi continui tentativi di farmi venire un infarto.
E poi continuavano a torturarmi quei pensieri su di noi, sentivo che qualcosa stava cambiando in me. Se non fossi stata influenzata dalle parole delle mie amiche non avrei avuto tutti questi dubbi, ma forse era stato meglio così? Chi poteva dirlo, dovevo solo capire quale fosse il giusto equilibrio per me. Dopotutto, magari avrei dovuto rallentare un po' e darmi un contegno in prima persona, ho sedici anni e non voglio passare per quella strana all'infuori di queste quattro mura. Se si fosse diffusa la voce e altri avessero saputo come ci comportiamo beh, non tutti avrebbero potuto capire. Avevo decisamente bisogno di una regolata. Giusto per schiarirmi un po' le idee.

Quel pomeriggio infatti decisi di uscire, proprio con quelle vipere che mi avevano messo in testa tutte queste perplessità.

Facemmo un giro in centro, chiacchierammo, scherzammo, spettegolammo sui ragazzi della nostra scuola e soprattutto fissammo la data di quella benedettissima festa.

Doveva essere tutto perfetto, non sto a specificarvi che, tanto per cambiare, sono una maniaca della perfezione e del controllo, e di conseguenza tutto, e dico TUTTO quello che faccio deve sempre essere perfetto.
Doveva esserci tanto cibo, musica a cui ovviamente avrebbero pensato i ragazzi, bibite (e alcol mio malgrado) e naturalmente un perfetto dress code. Magari un party a tema?

"Siiiiiì è un'idea fantasticaaaa!" esultò Mia entusiasta, forse un po' troppo... ma d'altronde era fatta così.

"Potremmo vestirci da hippies, oppure riempire tutto di sabbia e fare una festa hawaiana!"

"Sì, e chi ripulisce poi? Io no di sicuro, e dato che toccherà sicuramente a me scordatevelo" risi di fronte a tutta quella esuberanza.

"Black&White? Troppo scontato... in stile horror? Troppo presto per Halloween..." Luna scartava le idee una dopo l'altra, come tutte del resto. Doveva essere memorabile.

"Ci sono! Cowboys e Indiani!" squittì la riccia.

"Davvero? Oh insomma, un po' di immaginazione!" le rispose Luna frustrata.

"Ci sto provando..." ribatté scocciata Mia.

"Una festa in stile Night Club!"

"Che? Comprendo la tua voglia di saltare addosso a Lou, ma non mi sembra una buona idea pervertita di una testolina blu! Sarebbe alquanto oscena la cosa..." scoppiai a ridere un po' imbarazzata. Okay, spesso la situazione si faceva un po' hot al loft, ma questo? Sarebbe stata una tragedia, degenerata nel giro di cinque secondi. Certo, ai ragazzi non sarebbe chiaramente dispiaciuto.

"Era un'idea fantastica" sbuffò delusa per la sua "genialissima" idea.

Scartando definitivamente dai miei pensieri l'ultima proposta, un'illuminazione abbastanza palese e scontata mi si presentò davanti. Poteva essere interessante.

"Scusatemi eh, ma se organizzassimo semplicemente una classica festa in maschera? Così ognuno sceglie da chi travestirsi, e in questo modo variamo i ruoli possibili rendendola più... interessante, sì. Che ne dite?"

"Uh siiiì mi piace un saccoooo" esclamarono in coro le due, al che scrollai la tesa divertita.

"Così posso vestirmi da hippie!" decretò vittoriosa Mia, vedendo i suoi sogni avverarsi.
Quanto a Luna pensò subito di optare per un look dark-gothic, che si addiceva perfettamente alla sua personalità.

Io, beh... ovviamente non avevo ancora idea di cosa mettere. Ci metto sempre secoli a decidere, ho così tante idee da cui prendere spunto che non so mai quale scegliere.
Ma forse quel giubbotto di pelle rosa che avevo appena comprato...

Such a Strange, Beautiful Life. Right?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora