Giugno 1989, mercoledì ore 21:09
008 (Eddie)
Appoggiai il bizzarro oggetto grigio sul pavimento freddo della camera, troppo esausto per poter continuare a rivolgere la mia attenzione alla scatola di metallo che si trovava poco distante da me. Ormai avevamo passato le ultime tre ore ad osservare quel contenitore, ma per qualche motivo a me completamente sconosciuto il quattrocchi sembrava euforico, come se stesse vivendo l'esperienza migliore della sua vita. Non aveva interrotto l'attività nemmeno per cenare, si era solamente diretto verso il piano inferiore riferendomi che sarebbe tornato a breve e così accadde, ma quando fece il suo ingresso nella camera reggeva dei cartoni marroni. Li appoggiò poco distante dal punto in cui si era seduto in precedenza e me ne porse uno, comunicandomi velocemente che all'interno di esso c'era il mio pasto. Disse che la pietanza si chiamava pizza, personalmente non ne avevo mai sentito parlare, ma scoprii che il gusto non era affatto pessimo, anzi, penso di non aver mai assaggiato nulla di più gustoso in tutta la mia esistenza. Consumai il contenuto nella scatola in silenzio, osservando senza troppo interesse il giovane accanto a me che schiacciava ripetutamente i tasti del telecomando (mi aveva riferito che era questo il nome con cui veniva chiamato). Secondo il mio parere personale non trovavo molta fiducia in quell'oggetto che emetteva suoni, nonostante il coetaneo seduto vicino a me fosse di tutt'altra opinione, avevo come l'impressione che esso fosse in grado di ipnotizzare chiunque ci stesse vicino, fino a fargli perdere la cognizione della realtà. Il pensiero era piuttosto raccapricciante, ma sicuramente non poteva essere peggiore di ciò che avevo visto nel laboratorio in cui ero stato rinchiuso precedentemente.
<< Quando finisce? >> domandai incerto al ragazzo nel tentativo di risvegliarlo dallo stato di trance in cui era caduto. Capii che il tentativo si rivelò inutile quando egli non distolse nemmeno gli occhi dallo schermo per rivolgere l'attenzione verso di me, forse avrei dovuto ricorrere a metodi estremi, non potevo permettere che quella macchina infernale provocasse effetti negativi su qualcuno che aveva tentato di aiutarmi, in qualche modo sentivo il dovere di ricambiare il favore. Scrutai per pochi istanti l'oggetto metallico di fronte a me, cercando di incanalare le energie per un unico scopo, come i medici mi avevano sempre insegnato. Ormai veniva piuttosto spontaneo, nonostante provassi comunque alcune difficoltà o dolore. Si udí un rumore fioco e successivamente lo schermo divenne improvvisamente nero mentre una nuvoletta di fumo si levò verso l'alto dalla scatola. << Oh porca puttana, è appena esploso o sbaglio? >> evidentemente ero riuscito nel mio intento. L'espressione sconvolta di Richie era a dir poco esilarante, gli occhi sgranati parevano ulteriormente grandi a causa degli occhiali e ciò lo facevano assomigliare ad un marziano. Soffocai una risata spontanea osservando il giovane che nel frattempo aveva gettato il joystick sul pavimento in preda alla disperazione. Dopo un breve periodo di silenzio egli voltò il capo alla ricerca di un orologio e successivamente si sollevò in piedi contrariato. << Vado a prendere un cuscino, immagino che dovrò dormire sul divano stanotte >> indicò brevemente con un gesto quest'ultimo ed uscí dalla camera, per lo meno non avrei dovuto passare la nottata completamente solo. Decisi di spostarmi dalla postazione in cui mi trovavo per sdraiarmi sul letto del moro, constatai che il materasso era piuttosto soffice, ci sarei volentieri rimasto per molto tempo. Al ritorno del ragazzo mi ritrovavo già sotto le coperte, esageratamente esausto per poter restare sveglio ulteriormente. Egli sembrò confuso all'inizio, ma decise di non pormi alcuna domanda, si avvicinò al sofà lanciandosi sopra di esso con poca delicatezza, in seguito sollevò la mano verso l'alto e schiacciò l'interruttore della luce.
<< Notte. Se più tardi hai bisogno del bagno c'è n'è un altro su questo piano, la terza porta dopo la mia camera. >> dopo aver riferito ciò appoggiò distrattamente gli occhiali per terra e cadde un silenzio tombale. La situazione non mi piacque affatto, ero circondato dal buio e nessun rumore giungeva alle mie orecchie, pareva quasi di esser tornato in quel luogo, un mondo parallelo popolato da creature raccapriccianti. Strinsi le mani a pugno imponendomi di essere coraggioso, probabilmente mi trovavo ancora nella camera di Richie, ero al sicuro. Lanciai disperatamente lo sguardo verso il divanetto su cui era sdraiato il giovane, immaginai che egli stesse già dormendo, anche se non riuscivo a constatare quanto tempo era passato dal nostro congedo. Una domanda si creò spontaneamente nella mia testa, probabilmente a causa della paura irrefrenabile che provavo: c'era abbastanza spazio per due persone su quel divano?Il capitolo potrebbe essere leggermente più lungo del solito, almeno in qualche modo riesco a farmi perdonare per l'attesa. Spero vi piaccia~
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A strange boy. [Reddie~ IT]
FanfictionDerry, una piccola città nel Maine, è apparentemente un luogo tranquillo in cui gli abitanti vivono in completa serenità, se non fosse per la recente morte di George Denbrough, un bambino di a malapena sei anni. Dopo questo avvenimento una serie di...