Giugno 1989, venerdì ore 06:42
Richard Tozier
Dopo ore di attesa, il sole aveva cominciato a sorgere palesandosi dal retro di una collina visibile all'orizzonte e nonostante fosse in gran parte ancora nascosto dietro di essa, i primi raggi dorati illuminarono tutto ciò che mi circondava, dissipando le tenebre. Il capo di Eddie era dolcemente appoggiato sulle mie ginocchia; le palpebre abbassate e un'espressione serena sul volto. Quando gli chiesi di passare del tempo in mia compagnia inizialmente parve perplesso, probabilmente confuso da quella strana richiesta, ma successivamente riuscii a scorgere le sue labbra incresparsi fino a formare un sorriso. Non potevo stabilire se avesse accettato di sua volontà o solo per gentilezza, ma nonostante ciò provai un inspiegabile senso di gioia. Prima che egli si addormentasse avevamo conversato a lungo, discutendo sia degli strani eventi che si stavano verificando nelle ultime ventiquattro ore che dei nostri principali interessi. Eddie mi confessò di non essere mai stato in un cinema, né di aver frequentato alcun genere di scuola pubblica; un insegnante privato si occupava della sua istruzione da quando ne aveva memoria. Quelle rivelazioni non fecero altro che confermare quanto fosse strana la situazione in cui il giovane si trovava prima di arrivare a Derry. Decisi di cambiare argomento nel momento in cui il moro cominciò a rispondere a monosillabi; evidentemente l'avevo fatto sentire a disagio. Gli promisi che un giorno l'avrei portato a vedere un film, presumibilmente un horror dato che adoravo quel genere. La gratitudine che mi dimostrò mi scaldò il petto e sentii mano a mano le guance imporporarsi per l'imbarazzo. Quando cominciò a sbadigliare ripetutamente gli concessi di riposarsi e gli offrii la mia camicia poiché, nonostante non facesse molto freddo, l'aria notturna provocava la pelle d'oca. In seguito rimasi in silenzio nell'attesa che sorgesse il sole, accarezzando occasionalmente la nuca del ragazzo. Le ciocche castane erano morbide al tatto e avrei continuato a sfiorarle all'infinito se non avessi avuto il timore di svegliarlo.
Improvvisamente avvertii un movimento ed il mio corso di pensieri si spezzò. Eddie tirò su il busto fino a sedersi accanto a me, puntando i piedi contro il muretto su cui ci eravamo arrampicati precedentemente.
<< Buongiorno bell'addormetato, ti sei svegliato giusto in tempo per vedere l'alba. Dormito bene? >>
<< Un po' scomodo in realtà, ma poteva andare peggio. >>
Commentò ancora intorpidito dal sonno sfregandosi le mani sugli occhi.
<< Non puoi essere serio. Ti ho offerto la posizione più comoda del mondo! >>
<< Più efficace di un materasso? >>
<< Non posso di certo fare miracoli. >>
Sbuffai contrariato incrociando le braccia al petto fingendomi offeso. Inevitabilmente sorrisi a cuor leggero sentendo la risata cristallina di Eddie. Gli rivolsi uno sguardo complice che egli ricambiò istantaneamente, dovevo ammettere che c'era una strana intesa tra noi due.
<< Grazie...per tutto ciò che hai fatto, Richie. È la prima volta che vedo il sole sorgere in compagnia di qualcuno. Inoltre mi dispiace per quello che è successo stasera; non volevo che ti preoccupassi per me...ma sono felice che tu sia qui. >>
Mi si mozzò il fiato in gola quando sentii quelle parole, non credevo che il ragazzo ci tenesse così tanto alla mia presenza.
<< Figurati, non è stato affatto un disturbo venire fino a casa di Bill. Potevi aver bisogno di aiuto e sarei pronto a rifarlo se dovesse succedere di nuovo, senza esitazione. >>
Lo dissi con tale solennità che persino io mi sorpresi di ciò che era uscito dalla mia bocca. Eddie restò a fissarmi senza parole per vari minuti, probabilmente sbalordito quanto il sottoscritto. La luce dorata dell'alba si adagiava delicatamente sul suo volto, schiarendogli il colore dei capelli e facendogli scintillare gli occhi; ciò gli conferiva un aspetto angelico. Egli sorrise timidamente e abbassò lo sguardo, non riuscendo più a sostenere il mio, senza proferire parola. Capii di essere in guai seri quando mi resi conto che il mio cuore martellava all'impazzata nel petto, minacciando di uscire fuori. Non riuscivo a comprendere per quale motivo quel ragazzo riusciva a provocarmi quell'effetto.
<< F-Forse dovremmo tornare indietro. Non vorrei che Bill avesse un attacco nervoso improvviso, quando succede mette parecchia paura. >>
Mormorai titubante spostandomi dalla posizione in cui mi trovavo e incamminandomi verso la casa del giovane. Eddie annuí e cominciò a seguirmi poco dopo. Il tragitto proseguí in silenzio fino a quando ci fermammo davanti all'abitazione del nostro amico.
<< Allora...ci rivedremo tra qualche ora, immagino. A presto, Eddie. >>
Il moro parve titubante, come se non volesse che quell'istante terminasse.
<< A tra poco, Richie. >>
Ciò che accadde successivamente mi pietrificò sul posto e percepii la mia razionalità dissolversi nell'immediato.
Il ragazzo si era sporto verso di me e aveva baciato con delicatezza la mia guancia destra. Lo vidi allontanarsi ed entrare dalla porta d'ingresso lasciandomi da solo nel giardino, completamente incapace di riordinare i miei pensieri. Quando riuscii a sbloccarmi da quello stato di trans in cui ero precipitato lanciai uno sguardo fugace verso la finestra della camera di Bill, sapendo che all'interno di essa doveva anche trovarsi il ragazzo che mi aveva appena rubato il cuore.
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A strange boy. [Reddie~ IT]
FanfictionDerry, una piccola città nel Maine, è apparentemente un luogo tranquillo in cui gli abitanti vivono in completa serenità, se non fosse per la recente morte di George Denbrough, un bambino di a malapena sei anni. Dopo questo avvenimento una serie di...