Nessuno È Al Sicuro [capitolo 21]

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Luglio 1989, sabato ore 00:59

Richard Tozier

L'ultima frase che aveva sussurrato prima di addormentarsi rieccheggiava ancora nella mia mente. Ormai erano passate più di due ore dalla nostra conversazione, ma il discorso era stato capace di sconvolgermi a tal punto da lasciarmi sveglio per tutto quel lasso di tempo.
Eddie non aveva cambiato posizione dal momento in cui si era assopito; la testa comodamente adagiata sul mio petto mentre il suo braccio destro mi cingeva debolmente la vita. Per via del respiro profondo e regolare che esalava intuii che stesse dormendo da molto ormai e mi domandai mentalmente come potesse essere così rilassato. A differenza del ragazzo percepivo il mio cuore palpitare all'impazzata e schizzarmi fuori dalla gabbia toracica; la sensazione era talmente intensa che temetti di svegliarlo involontariamente. Passai esasperato la mano sul volto stropicciando gli occhi. I contorni delle figure apparivano sfocati e distorti; di certo la luce fioca che illuminava la stanza non migliorava la situazione.
Per quale cazzo di motivo sono così agitato?
Imprecai mentalmente appoggiandomi con cautela alla testiera del letto.
In realtà conosco abbastanza bene la risposta, solo che prenderne coscienza è raccapricciante e spaventa più di qualsiasi altro clown al mondo.
Un verso strozzato mi sfuggí dalle labbra quando urtai erroneamente uno dei lividi presenti sulla schiena. Rimasi immobile per alcuni istanti stringendo i denti per il dolore prima che la mia attenzione si spostasse nuovamente sulla figura di Eddie che continuava a sonnecchiare indisturbato. L'acconciatura che era solito sfoggiare aveva perso consistenza e i capelli castani si trovavano sparsi disordinatamente sulla maglietta che indossavo; apparivano lucenti e morbidi al tatto. Prima di potermi rendere conto di ciò che stavo per compiere avvicinai la mano alla nuca del ragazzo e con aria titubante inizia ad accarezzargli dolcemente le ciocche scure. Eddie rimase impassibile; in caso si fosse reso conto di quel piccolo gesto non diede alcun segno di averlo notato. Nonostante tutte le situazioni pericolose che aveva dovuto fronteggiare in quel momento pareva vulnerabile e indifeso, inoltre percepivo un istinto protettivo molto marcato nei suoi confronti.
Eds Eds...È ingiusto che tu abbia sofferto così tanto. Se solo potessi prendere a calci quei figli di puttana che ti hanno ridotto in questo stato lo farei più che volentieri.
Il mio sguardo cadde sul posto sinistro del giovane, dove vi era marchiato a inchiostro nero il codice 008. Afferrai gli occhiali che avevo appoggiato precedentemente sul comodino e li adagia sul naso. Le linee divennero improvvisamente più nitide e il tatuaggio impresso sulla pelle del ragazzo mi trasmise un senso di disagio ancor maggiore rispetto a prima. Sfiorai con i polpastrelli i tre numeri e delicatamente avvicinai le labbra al suo braccio, ma al sentire il suono di una voce mi pietrificai all'istante.
<< ...Richie? Che diavolo stai facendo? >>
Bastò sollevare di poco gli occhi per poter contemplare il volto di Eddie che, ancora mezzo assonnato, mi scrutava con un'espressione interrogativa. Nel giro di pochi secondi avvertii le guance andare in fiamme e pensai che la situazione non potesse diventare più imbarazzante di così.
<< I-Io ho visto...C'era una macchia. >>
Detto ciò, sperando di riuscire a fornire una spiegazione logica e credibile, sputai senza troppe cerimonie sul polso del ragazzo, che non parve prenderla molto bene.
<< Che schifo! Era proprio necessario? Bastava dirmelo e avrei risolto da solo. >>
<< Ehm..non volevo svegliarti. >>
<< Beh, grazie tante dell'aiuto. >>
Eddie sospirò esasperato e dopodiché si coricò nuovamente sul letto, questa volta mostrandomi le spalle.
<< No hay problema. In caso avessi di nuovo bisogno del mio aiuto non esitare a chiamarmi. >>
Replicai di conseguenza forzando un mezzo sorriso per tentare di soffocare l'imbarazzo che stavo provando.
Pessima idea. Sarò sembrato un emerito coglione.
Mentre la vergognosa esperienza che avevo appena vissuto si ripeteva ancora nella mia mente scansai gli occhiali dal volto e chiusi gli occhi provando disperatamente a prender sonno. Il terzo tentativo andò a buon fine e ben presto mi ritrovai catapultato in un incubo.

A strange boy. [Reddie~ IT]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora