La Lettera [capitolo 19]

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Giugno 1989, venerdì ore 18:23

008 (Eddie)

Il cielo aveva assunto diverse sfumature di rosso e arancione quando giungemmo finalmente a casa di Richie. Dall'esterno l'abitazione appariva silenziosa e tranquilla; non si potevano scorgere luci accese nelle camere e ciò mi fece dubitare che i genitori del ragazzo potessero trovarsi all'interno di essa.
<<Sicuro che siano già tornati? Sembra non esserci nessuno. >>
Constatai dubbioso scrutando con attenzione il perimetro dell'edificio.
<<Quasi più che certo. Per sicurezza entrerò da solo mentre tu mi aspetterai qui nel cortile. Quando sarò certo che sia tutto nella norma aprirò la finestra della mia camera e ti aiuterò ad arrampicarti. Va bene? >>
<< Ottimo. >>
Replicai di rimando e osservai la figura del giovane allontanarsi verso la porta d'ingresso. Dopo pochi minuti la testa del riccioluto fece capolino dall'alto guardandomi con occhi vispi e luccicanti, come se avesse appena architettato uno scherzo esilarante o fosse pronto a compiere qualche marachella; inconsciamente realizzai che quell'espressione gli donava particolarmente.
<< Cerca di salire su per la parete, non appena sarai abbastanza vicino tenterò di afferrarti. >>
Esclamò provando a mantenere il tono di voce basso per evitare che i genitori potessero udire qualche parola. In risposta annuii vigorosamente e iniziai a inerpicarmi su per il muro.
L'impresa si presentò più complicata di quanto pensassi. La superficie era piuttosto liscia e la presenza di pochi appigli non giovava di certo la situazione. La distanza dal terreno alla finestra era tutt'altro che vertiginosa, ma una caduta del genere sarebbe stata comunque rischiosa e dolorosa. Quando riuscii a spostarmi nuovamente di qualche misero centimetro sentii una presa salda sul mio braccio che mi scaraventò senza troppe cerimonie verso l'alto, facendomi atterrare all'interno di una stanza. Ancora confuso e frastornato volsi il capo verso l'alto individuando Richie intento ad osservarmi mortificato ma divertito allo stesso tempo. Gli rivolsi uno sguardo stizzito sollevandomi dal pavimento dolorante.
<< Hai ragione, è colpa mia, ma onestamente ero convinto che pesassi un po' di più Eds. Come posso farmi perdonare? >>
<< Stasera, a differenza dell'altra volta, potresti evitare di ignorarmi per restare attaccato ad uno schermo per piú di due ore consecutive. >>
Al mio commento parve addolcirsi, probabilmente pentito di ciò che era accaduto in passato.
<< Prometto di dedicarti tutto il tempo che avremo a disposizione. Che ne dici? Ti sembra un buon compromesso? >>
Mi resi conto che si era avvicinato a me soltanto nell'istante in cui la sua mano destra afferrò la mia. Egli se la portò alla bocca e ne baciò dolcemente il dorso, il tutto senza che i nostri sguardi si distogliessero uno dall'altro. Percepivo il cuore battere all'impazzata nel petto e dedussi che il mio volto aveva inevitabilmente raggiunto una tonalità di rosso paragonabile a quella di un peperone.
<< Si, è ragionevole. >>
Borbottai di rimando affrettandomi a puntare lo sguardo e l'attenzione su qualsiasi altro oggetto presente nella camera.
<< Merda... >>
Bastò quella parola del tutto fuori luogo a riportarmi alla realtà e sussultai impercettibilmente quando mi resi conto che una delle ferite di Richie doveva essersi nuovamente aperta. In un punto imprecisato della sua camicia era comparsa una macchia di sangue, non abbastanza grande per potersi allarmare eccessivamente ma comunque di dimensioni preoccupanti.
<< Penso sia arrivato il momento di cambiare le garze. >>

                                 ~                                  

Un sonoro sospiro seccato abbandonò le mie labbra mentre mi accingevo ad accartocciare un pezzo di carta in cui all'interno vi erano scritte parole ad inchiostro rosso. Questo gesto si era ripetuto altre quattro volte nell'ultima mezz'ora e stavo cominciando a spazientirmi. Lancia senza troppa attenzione il foglietto fuori dalla finestra aperta e mentre esso si trovava ancora in volo prese improvvisamente fuoco. Il mio sguardo seguí pigramente la rotta che i granelli di cenere avevano intrapreso, disperdendosi nel gelido vento notturno. Di malavoglia recuperai nuovamente l'attenzione e continuai l'attività che stavo precedentemente svolgendo. Rimasi qualche istante a riflettere e dopodiché avvicinai la penna al foglio con l'intento di dare sfogo a ciò che mi passava per la testa.

A strange boy. [Reddie~ IT]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora