Giugno 1989, mercoledì ore 18:35
Richard Tozier
"Da dove proveniva quel ragazzo?" La domanda mi sorse spontanea mentre contemplavo il soffitto della mia stanza. All'infuori del nome, che probabilmente non gli apparteneva nemmeno, il resto era un puro mistero. Sapevo con certezza che egli non viveva a Derry, sicuramente avrei notato la sua presenza almeno una volta se fosse stato così e per quanto mi sforzassi di ricordare quel viso dai lineamenti delicati non si era mai presentato nel mio campo visivo. Nonostante il giovane fosse capace di trasmettermi inquietudine speravo di poterlo conoscere meglio, l'atteggiamento ostile che riservava ad ognuno di noi era comprensibile. Sicuramente si sentiva spaventato, dopotutto si trovava circondato da estranei e non poteva avere la certezza che noi avessimo buone intenzioni. Il mio susseguirsi di pensieri fu interrotto brutalmente quando udii un rumore di passi per le scale, immaginai che Eight avesse finito di usare il bagno. Sollevai la schiena dal materasso di controvoglia aspettandomi di ritrovare il ragazzo sulla soglia della mia camera e come avevo immaginato la scena si presentò davanti ai miei occhi. Per qualche secondo sembrò esitare, dopodiché chiuse la porta alle proprio spalle e si avvicinò alla scrivania, intento ad osservare la pila di libri accatastata in un angolo (i compiti che avrei dovuto svolgere durante le vacanze).
<<Non avevo abiti di taglia più piccola...però ti stanno bene >> probabilmente avrei potuto evitare di pronunciare l'ultima frase, era palesemente una bugia e il ragazzo non era così stupido da non rendersene conto. La maglietta gli calzava più grande di almeno due taglie, per non parlare dei pantaloni, era stato costretto a dover fare dei risvoltini per evitare che gli cadessero. Apparte quell'abbigliamento insolito che lo facevano apparire tale e quale ad un clown, i capelli castani erano puliti e spazzolati, inoltre sembravano parecchio morbidi, ma decisi che fosse meglio non constatarlo. Dopotutto Eight mi parve quasi adorabile in quel momento, se non fosse stato per lo sguardo omicida che non sembrava intenzionato a voler abbandonare il suo volto. Nonostante la mia affermazione egli non mi degnò di un'occhiata, era concentrato su un fumetto che avevo brutalmente abbandonato sul tavolo qualche giorno prima. Mi sporsi lievemente per tentare di comprendere ciò che aveva affascinato il giovane a tal punto da ignorarmi completamente, rimasi parecchio sorpreso quando capii che la sua attenzione era rivolta verso un volantino pubblicitario che recitava "Eddie's spaghetti: una leccornia immancabile sulla tavola di ogni famiglia". Ipotizzai che egli ne fosse rimasto incantato per via della scritta appariscente, ma ciò mi provocò una risata che non riuscii a contenere.
<< Ti piacciono gli spaghetti? Non posso negare che il nome "Eddie" sia sicuramente migliore di "Eight". Penso ti chiamerò così da adesso in poi >> terminata la frase gli rivolsi un sorriso divertito, senza alcuna traccia di malizia e per un momento mi parve di vederlo imitarmi. <<Eddie è un bel nome >> concordò qualche istante più tardi allontanandosi dalla scrivania per potersi accomodare sul mio letto. Percepii un moto di gioia farsi strada nel mio petto, anche se non ne compresi appieno il motivo, magari perché per la prima volta stavo cercando di avere una conversazione insieme a lui.
<<Lo riferiremo pure agli altri quando li rincontreremo. Per il momento, come possiamo far passare il tempo, Eddie? >> scoprii che mi divertiva parecchio sfruttare quel nome, nonostante non gli appartenesse davvero. Il giovane sembrò pensarci per qualche secondo fino a quando si ritrovò a posare lo sguardo sul videogioco appoggiato accanto alla libreria, un sorriso spontaneo si dipinse sul mio viso quando sentii la domanda che mi porse.
<< Cos'è quello? >>Non ho molto da comunicarvi, probabilmente domani non posterò nessun aggiornamento purtroppo. Per il resto, vi auguro in anticipo felice anno nuovo, buonanotte :)
STAI LEGGENDO
A strange boy. [Reddie~ IT]
FanfictionDerry, una piccola città nel Maine, è apparentemente un luogo tranquillo in cui gli abitanti vivono in completa serenità, se non fosse per la recente morte di George Denbrough, un bambino di a malapena sei anni. Dopo questo avvenimento una serie di...