Capitolo 2

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L'insegnante parlò con Lauren per alcuni minuto, io non ascoltavo quello che le diceva, non mi importava e, nel frattempo mi stavo portando avanti con i compiti che la professoressa dell'ora precedente ci aveva assegnato per, finché non mi sentii chiamare:
-Cabello, vieni qui- mi disse la profesoressa, facendo un cenno con la mano per farmi alzare dalla sedia.
Così dopo aver spostato lentamente la sedia, in modo da non fare rumore, essermi alzata ed aver lasciato sul banco, che si trovava praticamente davanti alla cattedra, le penne che avevo tra le mani, feci qualche passo ed arrivai di fronte alla professoressa ed alla ragazza.
-Ehm, mi dica pure, prof- risposi, con della leggera confusione, mentre osservavo l'altra ragazza che si trovava a qualche centimetro di distanza da me ed aveva le braccia conserte.
-Vorrei che tu aiutassi Jauregui, dovrai soltanto andare da lei, qualche pomeriggio ed aiutarla con i compiti che assegnamo in classe, magari anche a studiare qualcosa- posiziona il suo sguardo su di me, per poi fare lo stesso con la mora - Ah e dovrai spostarti e sederti nel banco accanto al suo-
Lauren stava per proferire parola, ma nel vederlo, la professoressa intervenne ancora una volta -Jauregui, o questo, o verrai espulsa anche da qui e non credo che sia quello che vuoi.- disse trattenendo un sorriso soddisfatto ed osservando la ragazza con aria di superiorità.
Assimilai quelle informazioni, la confusione divenne, seccatura, noia ed anche leggero timore; ero seccata perché dovevo incontrare quella ragazza durante i miei pomeriggi, non che avessi realmente qualcosa di meglio da fare, ma la mia impressione di lei, non era delle migliori;
annoiata perché sapevo che sicuramente tra noi non avrebbe mai potuto esserci un'amicizia, o un qualsiasi rapporto di conoscenza, o anche solo rapporto reciproco; e avevo timore, perché non sembrava affatto una ragazza dolce e gentile, anzi tutt'altro.
-Ne è sicura prof? Non credo che le serva aiuto, insomma, potrebbe farseli anche da sola...- dissi quasi in un sussurro, osservando l'insegnante
-Hai ragione, potrebbe farlo- iniziò a dire la donna, annuendo leggermente -ma non lo fa e, ho bisogno che qualcuno la sproni a farlo e chi meglio di te, Camila? Sei una delle alunne migliori della classe, se non dell'intera scuola- disse sorridendomi
-Ma...- iniziai a dire, ma subito venni interrotta dalla professoressa
-Niente ma, sarai tipo...la sua tutor, devi semplicemente aiutarla a studiare, non è una tragedia- disse lei con tono visibilmente seccato
-Okay...Lo farò- dissi un po' controvoglia
la mora mi squadrava con gli occhi, aveva un'espressione abbastanza seccata e, cercava in tutti i modi di trattenere la rabbia, per non esplodere davanti all'insegnante e così facendo, finire nei guai per l'ennesima volta.
Ritornai al banco e mi trasferì in quello in fondo all'aula, in cui era seduta assieme ad un ragazzo, che si sedette al mio posto, insieme a Dinah.
Misi il gomito sopra il banco e poggiai la testa sul palmo della mia mano, mentre cercavo di seguire la lezione che avvenne poco dopo, senza parlare con l'altra ragazza, anche lei fece lo stesso, finché non arrivò il cambio dell'ora.
Non appena l'insegnante uscì dalla classe, mi toccò leggermente la spalla, attirando così la mia attenzione e facendo si che io mi voltassi verso di lei, puntando il mio sguardo sul suo volto.
-Se proprio dobbiamo fare questa cosa...- iniziò a dire seccata, sospirando lievemente, per poi cambiare radicalmente tono di voce -ci vediamo questo pomeriggio...Per studiare qualcosa?- chiese poi con tono serio, incrociando le braccia al petto
-O-okay- risposi io, sorpresa da questo comportamento fin troppo educato per la ragazza temuta da tutta la scuola, a cui erano stati affibbiati svariati soprannomi che mai mi avrebbero fatta pensare ad una persona gentile -Dove ci vediamo?-
-A casa mia, alle 16, credo tu sappia già dove abito, sennò ti scrivo l'indirizzo da qualche parte- disse alzando appena le spalle, con noncuranza, guardandomi con la coda dell'occhio, senza mai incontrare il mio sguardo
-Tranquilla, conosco il tuo indirizzo, allora questo pomeriggio verrò da te- risposi annuendo leggermente
-Okay- si limitò a rispondermi lei, accennando un semisorriso abbastanza forzato
Entrambe poi, riprendemmo ad ignorarci, per il resto della giornata, come avevamo sempre fatto da quando lei era arrivata in questa scuola e come stavamo facendo precedentemente.

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