NUOVE REALTÀ

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«Devo correre in bagno. Non continuare senza di me. Devo sapere come finisce la storia!» rimprovera la bella ragazza, alzandosi dal divano.
Almeno lei è presa dalle storie.
Io non riesco a concentrarmi su nulla di quello che racconta Bob.
Sono troppo intenta a sentire lo sguardo di Vincent perforarmi la nuca.
«Io vado fuori a fumare» annuncia con aria d'invito.
No, no Shiva. Stai immaginando tutto.
E poi nemmeno fumi.
Che figura ci faresti se uscissi e rimanessi lì in piedi come una cretina a fissarlo convinta ti debba parlare?
Resterai qui con Bob!
«Va bene, appoggia la porta, altrimenti rimani fuori» rispondo nuovamente con finto sorriso, e una nota di sprezzo.
Merda! Che mi prende?
«D'accordo».
Sembra deluso nel dirlo, ma so che è solo una mia impressione.
Rimango per qualche secondo a fissare la pelata di Bob, che inizia decisamente a scocciarsi.
«Non tutti hanno la fortuna di avere una folta criniera come la tua» borbotta indispettito.
«Scusa, giuro che non era mia intenzione. Ho solo un po' la testa tra le nuvole».
Torna di nuovo il silenzio di tomba.
Quanto detesto i silenzi imbarazzanti.
«Uhm... Allora? Che mi dici di Lain?».
Wow, so proprio come rendermi odiosa, eh?
«N-non capisco di che parli»
«Andiamo. Non me la dai a bere. È ovvio che ti piace».
La palla della sua testa diventa lucida tutto d'un tratto, mentre le vene si ingrossano per l'eccessivo fluire del sangue.
«S-si vede tanto!? P-pensi che se ne sia accorta!?» grida in sussuro.
Come può un omaccione tanto spaventoso, essere così coccoloso?
«Purtroppo penso che lei sia l'unica a non averlo notato».
Abbassa lo sguardo abbattuto.
Forse sono stata troppo schietta.
A volte non ho proprio tatto, maledizione a me.
«Beh, meglio così. Non potrei comunque darle ciò che merita» sospira con evidente rassegnazione.
«Non dire così Bob. Ti stai sminuendo per nulla»
«È la verità Shiva. Sono un uomo fallito.
Ho trent'anni e quel che faccio per vivere è il buttafuori in un locale di periferia. La paga non è grandiosa come ben capirai e lei...»
«Tu non vorresti che lei lavorasse a quel modo, sbaglio?».
Come lo capisco, nemmeno io lo vorrei per Lain.
È così giovane, bella, solare... È come una sorella.
Chi vorrebbe vedere così la propria sorella? Esatto, nessuno.
«Giá. Ma che posso farci? Lei ha bisogno di quei soldi per mantenersi e mantenere Malcom» di nuovo questo nome.
Ricordo che pure Vincent accennava a questo tizio.
Bob nota la mia confusione in volto, e lo ringrazio, perché inizia subito a dare spiegazioni.
«Effettivamente non puoi saperlo. Lain è una ragazza madre...».
Coooosa!? Fermi tutti!
«Ma lei... È così giovane. Non... Non pensavo»
«È stata proprio questa la sua rovina. A sedici anni è rimasta incinta del suo ragazzo del periodo. Lui le aveva promesso che si sarebbe preso cura di lei e del bambino...» stringe i pugni in una morsa, «... Ma dopo soli due mesi l'ha abbandonata. Quando non era ormai più in grado di nascondere l'evidenza, i genitori anziché aiutarla, l'hanno cacciata di casa, ripudiandola e costringendola alla vita di strada».
Come fa Bob a sapere tutto questo? Non pensava fossero così intimi.
«Non sorprenderti se so queste cose.
Al momento lei vive sotto il mio stesso tetto con Malcom. L'ho trovata una sera d'inverno mentre tornavo da casa dal turno al Juicy, tre anni fa. Giaceva a terra, affianco al marciapiedi, senza sensi per il troppo freddo e la fame.
Quando le ho visto il grembo, non ci ho più pensato.
L'ho portata nel mio appartamento, e l'ho accudita al meglio.
Malcom è nato, ora sta bene, ma l'anno scorso ho iniziato ad avere problemi con l'affitto a causa delle spese per il bambino.
Avevo trovato un altro lavoro provvisorio per poter farsi che non mancasse loro nulla, ma quando l'ha scoperto...» sfrega gli occhi con affanno, non vuole piangere.
«... Quando l'ha scoperto ha iniziato a cercare lavoro. Lavoro che nessuno le dava conoscendo la sua storia. Fino a trovare quello che l'ha costretta a sacrificare la sua purezza».
Stringo i suoi pugni nei miei.
Non avevo la benché minima idea della realtà che circondava Lain, e il povero Bob.
Troverò un modo.
Farò di tutto per aiutarli entrambi.
Lo meritano.
«Abbi fiducia» dico sforzandomi di non cedere alle lacrime.
Devo essere io a sostenerlo ora.
Alzo lo sguardo leggermente, e oltre le sue spalle trovo Lain, in mobile, sulle scale, con la mano alla bocca e gli occhi in due pozze.
Da quanto era lì?
«Abbi fiducia» ripeto ancora, stavolta a lei.

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