A SPASSO CON BOB

70 9 0
                                    

Varco la soglia accompagnata da Bob, e quel che mi si prospetta davanti è... Un giardino spoglio e anche piuttosto malandato in mezzo alle quattro mura dei palazzi che lo circondano.
«Forza seguimi».
Seguirlo dove!?
Mi supera, avanzando verso il centro del giardino, dove con mia sorpresa trovo delle scale immergersi tra le erbacce umide e trasandate.
Scendo dopo di lui, mentre attendo che apra la metallica porta arrugginita.
Si sente un leggero ronzio, quasi un sussurro musicale, sovrastato in un baleno dall'assordante frastuono delle batterie non appena Bob varca la soglia.
«Cerca di non farti ammazzare. Lo devo a Lain. Divertiti!» urla per farsi sentire.
Ma non aspetta nemmeno una mia risposta per voltare, andarsene e lasciarmi qui sola.
Che vuol dire che non devo farmi ammazzare!?
È un modo di dire, vero?!
Fisso la porta ancora incerta del perché io stia affrontando tutto questo.
Ma sicuramente rimanere qui immobile a venerare questo pessimo pezzo di serramento non porterà a nulla.
Mi volto titubante, rischiando quasi un attacco epilettico non appena i mille colori della discoball mi si sparafleshano negli occhi.
Seriamente!? Siamo nel ventunesimo secolo! Chi usa ancora la palla da discoteca?!
Però sembra piacere agli svalvolati che popolano la "pista da ballo", un pavimento in cemento grezzo che sembra sia stato colorato da dei bambini.
Non c'è molto altro in realtà, oltre ad un bar stracolmo di alcolici su pareti e bancone, tavoli e sgabelli in rovina sui lati delle pareti ed un paio di porte piuttosto losche oltre a quella del bagno.
«Ehi dolcezza, è la tua prima volta qui?».
Mi giro di scatto, trovando al mio fianco un ragazzo.
Non riesco a vederlo bene in volto, se non per le molte, ma rapide volte, in cui le luci colorate rivelano il suo viso.
Una leggera ombra nera sul cuoio quasi completamente  rasato, occhi chiari, labbra carnose, mento squadrato, ognuno di loro messi in evidenza da un piercing diverso.
Ricorda molto quel carcerato diventato un modello per la sua bellezza, di cui parlavano tutti tempo fa, solo più sciupato.
Come si chiamava?
Jeremy... Jeremy qualcosa.
«Posso offrirti qualcosa?» continua non notando il mio disinteresse.
Certo carino, eppure il solo fatto che sia qui, implica a tutto il mio sistema d'allarme di starne alla larga.
Porto gli occhi altrove, più precisamente al bar, dove una ragazza dai capelli arcobaleno serve drink altrettanto colorati.
Faccio per avvicinarmi ma la stretta del belloccio me lo impedisce.
«Andiamo carina, se sei qui è sicuramente per divertiti. E tutte sanno che non c'è persona più adatta di me per questo... Ci siamo intesi?».
Ammicca sfacciatamente, sogghignando in modo così squallido da farmi rabbrividire.
«Porco!» è quello che vorrei sputargli in faccia, ma non ho il coraggio di farlo, non ora e non qui.
Sono io l'intrusa.
«Non sono qui per svagarmi, ma per trovare una persona», e mollami!
Sfilo con delicatezza il polso dalla sua presa.
Il suo volto da cafone lascia spazio alla perplessità.
«E chi sarebbe? Conosco tutti quelli della zona. Potrei aiutarti se in cambio accetti si bere un drink assieme».
Ragiona Shiva...
Potrebbe semplicemente star mentendo per approfittarsi di te e metterti chissà quale droga nel bicchiere per poi violentarti... Oppure dire la verità, ed essere così patetico da dover comprare una donna per avere la sua compagnia.
Sembra più tipo da seconda ipotesi.
«Certo un certo Vincent...» tiro fuori il foglio con scritte le informazioni su di lui di Wanda.
Certo che si è proprio sprecata.
Come posso trovare una persona con il solo nome, cognome (terribilmente comune di queste parti) e con l'aspetto fisico di dieci anni fa?
«Vincent Brown».
I suoi occhi sembrano incuriositi al suono di quelle parole.
«Si, lo conosco. Ma per quale motivo lo cerchi?».
«Ho un'amica che chiede di lui»
«Oh, davvero? E lei chi sarebbe?» domanda beffardo.
Ma che ha questo qui?
«Si chiama Wanda, ma non è questo il punto. Potresti portarmi da lui si o no?».
Sto ancora urlando per riuscire a farmi sentire, ma non sono sicura abbia capito.
Il vassoio che solo ora noto, gli scivola di mano. Per fortuna era vuoto.
Quindi lavora qui?
«Tutto bene Vin?» chiede una ragazza piuttosto svestita alle sue spalle, trucidandomi con lo sguardo.
Percorre con le unghie eccessivamente laccate le spalle del ragazzo a dir poco confuso.
Afferra il vassoio da terra, lo riporta tra l'addome il braccio, prima di superarmi.
«Ehi! Aspetta! Avevi detto che mi avresti aiutato!»
«Non lo conosco!» grida senza nemmeno voltarsi.
«Vin! Aspettami! Che succede?!» lo segue la bambola gonfiabile traballando sui tacchi 12, e nel farlo mi strattona.
Dubito non fosse voluto.
Ma che gli è preso a quello?!
Fermi tutti!
Ha detto Vin!? Vin di quanti nomi potrà essere l'abbreviazione?
Perfino Vin Diesel prende lo pseudonimo da Vincent.
Merda! Lo avevo sotto il naso e non lo sapevo!

Merda! Lo avevo sotto il naso e non lo sapevo!

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

P.s. per chi non lo conoscesse lui è Jeremy Meeks, un ex detenuto divenuto poi modello.
Se siete interessate a sapere la sua storia su internet trovate tutto.
Ho ispirato il personaggio di Vincent a lui, perché andiamo...
Fisicamente è una bombaaaa sexy! 😳😍

ShiverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora