È già passata una settimana da quando quasi ogni sera siedo al bancone di questo squallido bar per fare da intermediaria.
Non so quanto ancora potrò andare avanti così.
I mattini sono svogliata e produco la metà a lavoro, senza contare l'appuntamento passato che perso con Josh. Ma non ricapiterá.
Domani finalmente potremo stare insieme. È già difficile per noi vederci con tutti gli impegni che abbiamo.
Sono stata una stupida a trascurarlo per questa faccenda.
«Tieni, questa sera è una mia creazione».
Poggia di fronte a me il drink color lilla.
Ancora non mi crede, ma perlomeno, l'atteggiamento non è più ostile.
«Se è come l'ultima tua creazione, preferisco evitare. Mi hai quasi uccisa con le fragole»
«Andiamo... Come potevo sapere che ne fossi allergica?», effettivamente non poteva saperlo.
«Comunque questo non ha nè fragole né arachidi. Giuro».
Porta una mano al petto e l'altro palmo al cielo.
Lo fisso ancora titubante.
Davvero mi sono spinta all'assaggiargli i cocktail?
Prima o poi finirò all'ospedale.
Afferro con cautela la leggera coppetta da Martini, provandola alla bocca.
Il liquido fresco, quasi gelido, fa vibrare le mie labbra al suo contatto, addolcito subito dalle note calde e delicate dei mirtilli, il latte e dello... «zenzero?»
«Yes! Ho pensato che potesse rendere più natalizio il cocktail».
È davvero delizioso!
E non ha affatto tutti i torti, la scelta è perfetta.
A primo impatto il ghiaccio ricorda il freddo inverno, ma poi lo zenzero, ti riporta di fronte ad un caldo camino, mentre gusti dei deliziosi biscotti ancora fumanti.
«Mi piace!»
Lo sorseggio ancora, e ancora, e penso di poter dire di essermi innamorata di questo drink.
«Hai già deciso il nome?».
Sorride soddisfatto, puntando i suoi occhi alle mie labbra.
«Direi... Shiver Lips».
Non riesco a decifrare il suo volto, ma sento il mio in fiamme.
No, non fraintendete, sono sicura sia l'alcol a far il suo mestiere, oltreché una semplice coincidenza il fatto che il nome del cocktail assomigli in qualche modo al mio.
No?
«È-è un nome interessante» borbotto prima di finirlo tutto d'un colpo, lasciando il bicchiere vuoto.
Ma che cavolo sto facendo!?
Shiva! Ricordati perché sei qui!
Non siamo ad una degustazione di cocktail!
Forza. Torniamo al nocciolo della situazione.
Abbiamo già fatto qualche progresso facendocelo "amico", è arrivato il momento di ingranare.
Dovrei portare alla luce qualcuno dei ricordi che Wanda mi ha raccontato.
«Senti, ma perché non li metti nel menù? Fareste affari!»
«Sono solo degli esperimenti, e poi...».
Si avvicina al mio orecchio, sfiorando per una attimo con le labbra il lobo. «Non voglio che la concorrenza abbia la meglio su di me, con le mie creazioni. Se mi capisci...».
Sorride beffardo.
Ottimo, sta finendo dritto dritto dove desidero.
«Quindi vorresti aprire una tua attività? Ma non eri contro gli alcolici qualche anno fa?».
«Che intendi dire? Ognuno cambia le sue opinioni e poi...» il volto torna serio, quasi rigido, «Come lo sai?».
Batte con violenza il pugno sul marmo, facendomi sussultare.
«Cazzo! Ci stavi riuscendo, eh? A entrare nelle mie grazie.
E poi vorresti farmi credere che non ti hanno ingaggiata i miei vecchi? Chi altri poteva darti certe informazioni se non loro?»
«Wanda!» «Smettila!»
«"Gli alcolici sono solo una tra le peggiori droghe legalizzate. Se mai diventassi presidente, li abolirò con l'aiuto della mia First Lady", non erano forse queste le tue parole dieci anni fa a Wanda? Quando tuo zio venne investito da un pirata della strada ubriaco?»
«Basta» sussura quasi impercettibilmente con il viso tra le mani.
«Tu non puoi saperlo. Nessuno sa queste cose!»
«Io le so perché lei è ancora qui»
Un altro pugno sordo sul bancone.
«Non ho idea di quale sporco stratagemma tu stia usando, di chi possa averti raccontato certe cose, ma ora... VATTENE! Lasciami in pace!».
Vedo le vene sul suo collo e sul cranio diventare micce pronte ad esplodere.
«Vincent, ti prego dammi la possibilità di spiegarti come stanno le cose!».
I suoi occhi rimangono celati dietro l'ombra della mano.
«Vattene!»
«Tutto okay, Vin?» ad intervenire in suo soccorso è la collega platinata.
«Non posso crederci. Un'altra cliente che non riesce ad accettare un rifiuto. Vuoi che chiami Bob?».
Muove il capo, annuendo, mentre afferra con rapidità lo straccio portandoselo agli occhi, vitrei e rossi.
Veniamo di nuovo lasciati soli, ma non riesco nemmeno a proferire parola.
Pupille ridotte ad una fessura, quasi inumani.
«È lei!»
«Shiva?».
A raggiungerci sono Bob e la bionda.
«Sei sicura? La conosco e non è una cattiva persona».
Grazie Bob, probabilmente aver aiutato Lain di fronte a lui, fa si che io gli sia già amica.
«Per favore. Mi sta recando disturbo a lavoro, ed è diventata insistente e insostenibile».
La voce di Vincent è tetra, senza emozioni.
«E va bene. Mi spiace Shiva, ma sono costretto».
Vengo presa, come un orco prenderebbe un ostaggio, trasportata all'uscita del locale tra sulla spalla del buttafuori.
«Vincent, ti prego!» grido un'ultima volta, prima che la porta mi venga chiusa in faccia.So che sono rompiscatole, ma mi piacerebbe avere un riscontro da voi lettori, per sapere se sto soddisfando le vostre aspettative o se le sto deludendo.
Non chiedo stelline, sia chiaro, chi vuole le mette, ma semplicemente qualche commento per capire meglio come continuare a sviluppare la storia anche secondo le vostre direttive.
Altrimenti io proseguo imperterrita, non è un problema hahaha. È solo un modo per poter interagire con voi e collaborare insieme al miglioramento di questa storia.
Eileen ♥

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Shiver
Paranormal[DISPONIBILE CARTACEO ED EBOOK] Shiva è una ragazza di ventiquattro anni normalissima. Ha un ragazzo che la ama e che ama, una deliziosa casetta tutta sua, un lavoro che la soddisfa e una vita perfetta, o almeno è quello che vuole far credere. Ma...