«Puoi sederti un attimo, così parliamo?» domanda quasi esasperato mentre mi segue dentro casa.
Accidenti, doveva essere fuori casa proprio ora Lain, con Malcolm?
Non so che scusa usare per non ascoltarlo.
«Per favore Shiva» continua più docile, e con occhi tremendamente teneri.
Se voleva impietosirmi c'è riuscito.
«E va bene, va bene...».
Butto sul divano la borsa, levo la fastidiosissima giacchetta che sono costretta ad usare in ufficio e prendo posto sulla poltrona accanto.
«Parla!».
«Vorrei sapere perché mi stai evitando tanto. Pensavo che mi avessi perdonato per la questione del tuo ex» inizia sedendo sul tavolino di fronte a me.
Con tutti i posti, deve per forza starmi tanto attaccato?
«Non ho nulla da perdonarti, non è stata colpa tua» rispondo sincera.
Ormai so per certo di aver sbagliato io con Josh e me ne sono fatta una ragione.
«E allora che c'é che non va?»
Non so bene cosa rispondere, ma lui riesce a togliermi le parole di bocca.
«Aspetta... Siamo soli, vero?».
Si guarda attorno, come se potesse davvero scorgere Wanda, che fortunatamente non c'è.
«È questo. È questo che non va! Non riesco più a sopportare l'idea che tu mi cerchi solo per poterle parlare! Sono un'umana anche io Vincent, sono una persona, ma soprattutto sono una donna!» sbotto, stizzita dalle mie stesse parole.
Ti stai condannando Shiva, fermati!
Dove pensi di parare?
«Tu... Intendi...»
«Intendo che mi fa male. Mi fa stare male essere solo uno strumento, un'interprete, tra te e lei» bisbiglio, con la forte esigenza di scavarmi una fossa.
Gratta con affanno la leggera ombra di capelli sulla testa, poi sospira.
«Io credevo mi odiassi».
Porta le dita alle labbra, massaggiandole, senza mai posare i suoi occhi sui miei.
«Mi dispiace averti fatta sentire così, ma ti sono davvero grato per l'aiuto che mi hai dato, ed è proprio di questo che vorrei parlarti. E vorrei anche parlare con lei...».
Ci risiamo.
«Non è qui or-» o meglio, è quel che pensavo, fino a quando la vedo apparite dalle scale.
La sua luce è sempre meno presente ai miei occhi.
«Wanda...» sussurro, costringendo Vincent a voltarsi dove poso il mio sguardo.
«Ehi. Finalmente possiamo parlare tutti. Mi faresti per l'ultima volta da interprete?» domanda la ragazza cristallina.
"Ultima?"
«È qui, vero?» interviene, cercandola ancora con lo sguardo.
È inutile Vincent. Non la vedrai. La vedo a fatica io.
Perché?
«Wanda io... Io vorrei chiederti scusa. Mi dispiace non potertelo dire mentre ti guardo negli occhi, ma la verità, è che io penso di essermi innamorato. Mi hai seguito per così tanti anni. Hai insistito per potermi parlare, eppure io ti ricompenso così».
I suoi occhi celesti passano dal vuoto, ai miei, facendomi sussultare.
Non starà davvero...
Non intende me, giusto?
Cerco di riflesso il volto di lei, e con estremo stupore vi ritrovo un enorme sorriso.
«Shiva. Puoi per favore ripetere quel che ti dirò?».
Annuisco.
Non so più che aspettarmi.
«Vincent. Sai, io ora sono felice.
Ti sei ripreso, non fumo più quelle schifezze, non bevi più fino ad ubriacarti, non resti più sveglio le notti a farti consolare. Sono lusingata, sono lusingata nel sapere che in questi anni non mi hai mai dimenticata.
Ma soprattutto, non scusarti, assolutamente. Non sono tornata nella tua vita per tenerti legato a me. Sono tornata per saperti sereno.
Tu, sei sereno Vincent?».
«Sí, lo sono».
Gli occhi di lui iniziano a brillare e sento i miei fare lo stesso.
La prendo per mano, o almeno fingo di farlo. Lei la stringe, e per un attimo penso anche di sentirla.
«Allora posso andare in pace. È questo che mi rende felice. E sapere che la tua compagna sarà la mia migliore amica, non può rendermi altro che fortunata» sussurra con il sorriso sempre più largo in volto.
Io... Lei... Lei mi considera tanto speciale?
Oh Wanda.
«E poi...» continua sfregando il naso «Siamo realisti. Sei un vecchiaccio pelato ora, e io una diciassettenne. Potresti essere un pedofilo!» ridacchia mentre una lacrima vitrei le solca il viso.
Una lacrima calda e nostalgica. Una goccia di pura gioia.
Fa sorridere entrambi, ed è allora che lo strano formicolio che fino a prima sentivo sulla mano nella quale la toccavo, si placa.
«Ti voglio bene» mi affretto a dire, mentre a poco a poco si dissolve la sua figura.
«Anche io. Arrivederci, mi auguro non troppo presto, Shiva. Grazie».
In un attimo tutto si fa buio.
Tutto si fa sordo, quasi come se la sua presenza fosse stata inghiottita nel nulla.
Mi mancherà, lo so già.
«Se n'è andata, non è vero?» dice strofinando via le lacrime.
«Se n'è andata felice» lo correggo.
«Vieni qui».
Batte leggermente la mano sulle sue gambe, invitandomi a sedere.
«Ci ha dato la sua benedizione quindi»
«Direi di sì» rispondo ancora intontita per tutto quello apppena accaduto e quello che accadrà.
«Shiva Breeland, penso di amarti» sussura ad un soffio dalle mie orecchie, facendomi arrossire.
«Vincent Brown, io credo di essermi già innamorata di te».
Sorride.
Poggia la sua fronte sulla mia.
Nessun bacio.
Solo uno sguardo, un intreccio di dita tra le nostre mani e la consapevolezza dell'inizio di questo amore.
Il nostro.
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Shiver
Paranormal[DISPONIBILE CARTACEO ED EBOOK] Shiva è una ragazza di ventiquattro anni normalissima. Ha un ragazzo che la ama e che ama, una deliziosa casetta tutta sua, un lavoro che la soddisfa e una vita perfetta, o almeno è quello che vuole far credere. Ma...