Passa circa un'ora da quando Jan è uscito dalla casa con Uma e mi sto preoccupando.
Se Peter Hund li avesse scoperti? Se avesse ucciso sia Uma che Jan?
Aveva detto che ci sarebbero voluti pochi minuti, ma temo che sia successo qualcosa di grave.Passano ancora circa altri quindici minuti e vedo Jan che entra dalla porta.
"Stai bene? È successo qualcosa a Uma?" domando io, preoccupata per il ritardo. "Ero preoccupata per te".
"Mi hanno fatto problemi quando volevo far salire a bordo Uma, ma alla fine mi hanno dato ascolto e dovrebbe arrivare a Dortmund tranquillamente. Le ho detto che non appena trova un telefono di chiamarmi che così so se è arrivata o meno. In caso ci sei te in casa" dice, ma poi aggiunge:
"Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare. Non succederà più" dice lui, baciandomi.
"Sei sicuro che gli uomini della stazione non faranno problemi a Uma e che non diranno una parola a Hund?" domando io, agitata e nervosa.
"Stai tranquilla. Nessuno dirà nulla a Hund. Sia Uma che noi siamo al sicuro" dice lui, rassicurandomi.
Prima di sedersi al tavolo, Jan prende un piatto e metà della sua cena la sposta in quest'ultimo.
"Siediti e mangia con me" dice Jan, facendomi cenno di sedermi.
"Non ho fame" dico io, ma lui insiste.
Mi siedo accanto a lui e inizio a mangiare.
Nel bel mezzo della cena, Jan incomincia a guardarmi con uno sguardo diverso, ma non cattivo.
"Perché mi guardi così?" dico io, rossa come un pomodoro.
"Come ti sto guardando?" domanda lui, guardandomi esattamente come prima.
"In quel modo" dico io, cominciando a fare una risata nervosa.
"Ti dà fastidio?" dice lui, continuando a fissarmi in quel modo, facendo una piccola risata.
"Non mi da fastidio, solo che mi mette un pochino un imbarazzo" dico io, bevendo un bicchiere d'acqua.
"Nessuno ti aveva mai guardata così?" dice lui, alzandosi e mettendosi dietro alla mia sedia.
"In realtà no" dico io, cercando di evitare il suo sguardo.
Lui si posiziona dietro di me, mi sposta I capelli da un lato e mi da un bacio sul collo.
Ho I brividi che mi salgono su per tutta la schiena.
So che cosa vuol fare lui, ma al solo pensiero mi torna in mente la faccia di Hund con quello sguardo da mostro.
Mi alzo di scatto e mi allontano.
"Mi dispiace Johanna. Non volevo farti paura" dice lui, con la testa bassa.
"Non ti preoccupare. Ho capito che cosa volevi fare e non pensare che non voglia anche io, solo che mi torna in mente la faccia di Hund e la tua mentre mi fate quelle cose e ho paura" dico io e lui si avvicina a me.
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio.
"Questa volta è diverso. Non ti farò del male. Sarò il più delicato possibile" dice Jan, accarezzandomi il viso, poi aggiunge:
"Non farò nulla se tu non vorrai. Se vuoi aspettare, aspetteremo".
A queste parole, io comincio a baciarlo in maniera appassionata e lui mi prende in braccio.
Mi scappa un piccola risata.
Con me in braccio, saliamo le scale, in direzione di camera sua.
Non appena arriviamo, mi appoggia delicatamente sul letto e continua a baciarmi.
Io mi sdraio e lui viene sopra di me e cominciamo a fare l'amore.
La mattina seguente.
Il giorno dopo mi sveglio e mi ritrovo al mio fianco Jan che mi guarda.
"Buongiorno" dice lui, baciandomi.
"Buongiorno" dico io, sorridendo.
"Spero di essere stato il più delicato possibile" dice lui.
"Certo. È stato perfetto. Meglio di come mi ero immaginata la mia prima volta" dico io e lui, si tira indietro.
"Ho detto qualcosa che ti ha dato fastidio?" dico, preoccupata.
"No, è che devo andare a lavorare e sono già in ritardo. Ci vediamo questa sera" dice, mentre si alza e si riveste.
"A stasera" dico io, mentre lui si abbassa verso di me e mi da un bacio.
Non appena esce dalla stanza, mi dirigo verso il bagno per lavarmi e mi viene in mente il tono di voce che ha usato Jan quando mi ha risposto.
Il suo tono era strano, come se stese cercando di trovare una scusa per essersi allontanato.
Forse è perché non voleva dirmi che era così per il fatto che gli ho fatto capite che era la mia prima volta, tralasciando gli stupri.
Come mi guarderà ora. Sarà condizionato da quello che gli ho detto?
Questo interrogativo vado avanti per tutta la giornata.
Mi viene in mente una cosa in mente: perché Uma non ha ancora chiamato?Sarà successo qualcosa? Hund l'avrà trovata?
Arriva sera e non ricevo ancora una chiamata di Uma.
Nel frattempo torna Jan con un sorriso che va da orecchio e orecchio.
Nel momento in cui mi sta per baciare, arriva una telefonata e va a rispondere Jan.
Dopo due minuti riattacca e mi dice che era Uma e che era in stazione a Dortmund e che un soldati amico di Jan l'avrebbe aiutata a sistemarsi.
"Che sollievo" dico io, baciando Jan.
"Ho una sorpresa per te" dice lui, tirando fuori dalla tasca della giacca una collana con un ciondolo a forma di farfalla e io lo riconosco subito: è la collana di mia madre che mi hanno fatto togliere quando sono arrivata.
"Come l'hai trovata?" domando io, commossa.
"L'ho vista mentre la stavano mettendo nello scatolone da spedire in Germania. L'ho riconosciuta perché me ne avevi parlato" dice lui, mettendosi dietro di me.
Mi tiro su i capelli e Jan mi mette la collana.
Mi era mancata la mia collana.
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WIE EINE SCHWARZE ROSE
Historical FictionVarsavia, 24 Gennaio 1942. Johanna, una ragazza ebrea, sta festeggiando il suo compleanno con il padre e il fratello, ma non è un compleanno come tutti gli altri. Da ormai molto tempo Johanna è nascosta nella casa della sua amica Uma perché i tedesc...