SOPHIA POV - PARTE 1

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Questo capitolo sarà interamente dedicato a Sophia e al suo punto di vista di quello che è accaduto nei capitoli precedenti. Buona lettura!

Sono arrivata nel solito bar qui a Berlino dove vado di solito quando ho voglia di divertirmi, visto che il divertimento in questo periodo scarseggia a causa della Guerra.

Mi siedo al mio solito posto, al bancone, davanti ad Aaron, il barista, un mio carissimo amico di infanzia che ha perso il padre durante la Prima Guerra Mondiale e lui è rimasto ferito durante una delle battaglie di cui non mi ricordo il nome. 

"Anche oggi qui, Sophia?" domanda Aaron, stupito di vedermi ancora qui.

"E dove dovrei essere? A casa ad aspettare che la Guerra finisca? Non ho la minima intenzione di farmi fermare da questo! Sai che io sono una ragazza che non sta mai con le mani in mano. La monotonia che si è creata mi annoia parecchio e voglio cambiarla!" dico io, mentre il mio amico mi versa su un bicchiere dello scotch.

Lo so, è ancora mattina e non è molto bello bere alcolici a quest'ora, ma se non bevo ora quando potrò mai bere? In queste circostanze non si può fare altro.

"Come stanno i tuoi genitori?" domanda Aaron, per attaccare bottone con me. Lui ha una cotta per me da sempre e mia mamma non fa altro ancora oggi per farmi mettere insieme a lui, ma non capisce che io non cerco un fallito come compagno di vita?!

"Stanno alla grande, grazie per avermelo chiesto. Mamma ora è al negozio a sistemare tutto in occasione dell'inaugurazione di domani mattina, mentre mio padre è ad una riunione del Partito per decidere le prossime mosse in campo sociale e bellico" dico io, fiera della mia famiglia.

"Come sta tua madre? E tua sorella Adna?" domando io, tanto per far vedere che almeno un minimo della sua famiglia mi importa.

"Mia madre ora sta molto meglio. Il medico le ha prescritto un farmaco per farle passare il dolore alla schiena e sembra che funzioni. Adna si è appena messa insieme ad un ragazzo che ha appena concluso l'addestramento per entrare nelle SS e fra poco si trasferisce in Austria per cominciare una nuova vita con lui" dice lui, felice che la sua vita faccia meno schifo di quanto io penso faccia.

Non voglio essere cattiva, ma nessuno come me si metterebbe mai con uno storpio con una famiglia del genere. Mia mamma dice che è un bravo ragazzo e che di meglio di questi tempi non troverò nulla, ma io ho anche una reputazione da mantenere e andarmene in giro con Aaron di certo non la farà migliorare.  

Dopo aver fatto finta di interessarmi alle sue parole e aver chiaccherato con lui, visto che di uomini decenti a quest'ora non ci sono nemmeno per sbaglio , entra dalla porta di ingresso il primo uomo decente della giornata: un Ufficiale in altra uniforme, alto e con i capelli biondi. L'occasione perfetta! E' il mio momento!

L'uomo si siede accanto a me e ordina qualcosa di forte, facendomi notare che la sua giornata non è andata nel migliore dei modi, ma non ha ancora avuto a che fare con Sophia Schulmann!

"Giornataccia?" dico io, cercando di attaccare bottone con il bel Ufficiale.

"Non voglio parlarne" dice lui, seccato della mia presenza. Vuole fare il difficile? Amo le sfide!

Cerco prima di scaldare la situazione, per poi andare dritta al mio obiettivo.

"Mi spiace di averle recato disturbo. Sono Sofia Schulmann" dico, porgendogli la mano.

"Jan Kessler" dice lui, ricambiando la stretta di mano. Ha degli occhi azzurri stupendi e sexy!

"Dove lavora, se posso chiedere? Non mi sembra di averla mai vista in giro per Berlino. Di uno come lei mi ricorderei sicuramente" dico io, facendo un piccolo spostamento verso di lui.

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