Capitolo 3. La casa

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Mi accorsi che ciò che pensavo prima di entrare era la verità: quella casa era disabitata da molto tempo. C'era polvere ovunque ma ero comunque incuriosita da tutto ciò che avevo davanti a me: mobili antichi, pieni polvere, un odore molto forte di chiuso e umido ed era molto triste perché chi ci abitava aveva buon gusto in fatto di arredamento. Mi guardai intorno e notai anche qualche macchia verdastra sul muro, questa casa aveva bisogno di prendere un po' d'aria.
Camminai verso il salone e rimasi a bocca aperta: era bellissimo. Aveva una grandissima finestra che dava sul portico e sul giardino, la vista doveva essere splendida quando tutto era in fiore e la casa in tutto il suo splendore. Era strutturato come il nostro soggiorno; un camino in fondo alla parte della stanza, ma più grande del nostro, una sedia a dondolo sistemata davanti ad esso, un divano sporco e pieno di polvere ma spazioso proprio nel centro dalla stanza con un piccolo tavolino da fumo davanti con fogli e libri lasciati sopra mentre alcuni erano sparsi sul pavimento. Ne raccolsi uno da terra ma non capii assolutamente quello che c'era scritto e lo poggiai sul tavolino. Proseguii avanti dove trovai un cucina dove c'era un piccolo fornello, un lavello che sembravano non essere mai stati usati e un frigo che al suo interno non aveva assolutamente niente. Sul tavolo al centro della stanza in legno massello, c'erano un bicchiere polveroso e una bottiglia di bourbon vuota. Sul pavimento c'erano dei piatti rotti e qualche foglio mentre alcuni sportelli della credenza erano aperti e al suo interno avevano incredibilmente piatti e bicchieri. Superai la cucina stando attenta a dove mettevo i piedi e mi avviai verso una porticina sotto le scale in quella che sembrava essere una dispensa. C'era di tutto: infusi e bustine di the probabilmente scaduti, erbe in barattolo, cesti di paglia con non so che strane erbe invecchiate al suo interno. Dovevano essere li da molto tempo. Salii le scale, misi il piede sul primo scalino che cigolò, così come tutti gli altri, quando arrivai in cima alle scale, trovai 3 stanze. Aprii la prima porta alla mia sinistra e e trovai una camera da letto. La stanza era in disordine, il letto ancora sfatto, armadi e i cassetti aperti con alcuni vestiti sul pavimento. Nella seconda porta trovai un'altra camera da letto messa forse peggio della precedente, mentre nella terza porta trovai un bagno era l'unica stanza ad avere la finestra aperta che dava anch'essa sul cortile dalla casa, la tenda logora, sfilacciata e macchiata di giallo, sventolava grazie al poco vento che soffiava e riusciva a passare. A differenza di casa mia aveva ancora una scala che saliva. Senza paura salii quella scala e mi ritrovai in una soffitta.
C'erano libri e fogli ovunque, sulla scrivania, sul pavimento e nella libreria moltissimi libri. Ho raccolto alcuni fogli dal pavimento e su questi c'erano simboli strani. Ne presi alcuni e me li misi nella borsa.
Clarie: "Magari in biblioteca avranno qualcosa che possa aiutarmi"
Vicino alla porta c'era un piccolo mobiletto aperto con dentro boccette con strani intrugli dento e scritto sopra cosa contenessero; sembrava più un laboratorio o uno studio che una soffitta. Mi avvicinai allo scrittoio suo fondo della stanza, di fianco alla libreria e spostai qualche foglio. Sotto di questi trovai la mappa della città con delle crocette su alcuni punti e mi spaventai quando mi accorsi che molti erano sulla via di casa nostra. Chi abitava li magari studiava la città, o magari dei condotti d'acqua sotterranei. Decisi di prendere qualche libro dalla libreria e ne lessi qualche titolo; alcuni erano sulle proprietà delle piante, altri su come curare le malattie con l'uso di esse, altri su come riconoscerle insomma come quelli di nonna; ma quando trovai libri sulle streghe e sui vampiri, sbiancai e il mio cuore iniziò a battere forte.
Clarie: "Dai stai calma, lo sanno tutti che quelle cose non esistono."
Scesi le scale e tornai al piano terra, nel salone e sbirciando qualche altro libro qualcosa attirò la mia attenzione: "La storia di Salem", "Antiche famiglie di Salem" e "I primi Padri fondatori della città".
Clarie: "Credo che nessuno si arrabbierà se ne prendo alcuni in prestito"
Presi i libri e me li infilai in borsa.
Il sole stava calando e decisi di tornare a casa.
Uscì e mi diressi verso casa mia decisa a scoprire chi abitasse ci abitasse prima. Quando tornai a casa la mamma era in salone a sistemare le cose di nonna in alcuni scatoloni, la salutai.
Clarie: "Ciao mamma che cosa fai?"
Anne: "Oh ciao tesoro. Sto mettendo negli scatoloni alcune cose di nonna per sistemare le nostre. Tu cosa hai fatto di bello?"
Clarie: "Sono andata a fare la spesa, ho incontrato una ragazza, di nome Allison, che mi ha detto alcune cose sulla città, che conosceva nonna e che abita nella casa all'inizio della strada!"
Anne: "Quella con il muretto di mattoni?"
Clarie: "Si quella lì! La conosci??
Anne: "Si certo conosco i suoi genitori da quando siamo piccoli. Sua mamma è la padrona del supermercato dove hai fatto la spesa e suo padre è il preside della scuola!"
Clarie: "Ah. Non lo sapevo. Non mi hai mai parlato di queste cose. Comunque sembra molto simpatica!"
Ecco perché sapeva a che anno ero, probabilmente sapeva già tutto di me.
Anne: "Sono contenta che hai fatto amicizia con qualcuno Clarie! E dove sei stata fino ad ora? Ho visto la spesa, grazie per essere andata tu come ti avevo chiesto!"
Clarie: "Prego mamma. Si ho posato la spesa ed ho fatto un giro in città, volevo cercare la scuola ma..."
Non sapevo se dire a mia madre la verità sulla casa che avevo trovato oppure dirle una bugia. Così dissi una bugia.
Anne: "Ma cosa? Che cosa hai combinato?"
Clarie: "Niente mamma, mi sono persa!"
Anne: "Come hai fatto a perderti? La città è così piccola! Lo hai detto anche tu! La scuola è proprio dietro la biblioteca, devi svoltare a sinistra dietro la biblioteca."
Clarie: "Non l'ho proprio trovata. Non avrò visto la strada"
Anne: "Non preoccuparti Clarie domani ti accompagnerò, per prendere i libri e il programma. Dai aiutami a sistemare le cose di nonna, finisci di togliere i libri dalla li!"
Clarie: "Si mamma!"
Non mi piace mettere i libri in uno scatolone a muffire è un grosso spreco per me, ma pensai che magari mentre sistemavo potevo trovare qualcosa di simile a quelli che avevo trovato nella casa; così aiutai mamma. Inutile dire che non trovai niente di simile. Dopo aver finito, mamma chiuse gli scatoloni con lo scotch e ci scrisse sopra "AUDREY".
Anne: "Mi dispiace mettere le cose di nonna negli scatoloni e lasciarli nello studio!"
Nello studio!? Siii! Era sicuramente la porta chiusa accanto alla mia stanza e la mamma doveva avere la chiave.
Clarie: "Vuoi che li metta io?"
Anne: "Oh no tesoro, non fa nulla, tanto devo salire per farmi una doccia e finire di svuotare degli scatoloni in camera mia".
Prese lo scatolone e salì le scale.

Quella sera dopo aver cenato, dissi a mamma che sarei andata a dormire e salii in camera mia, chiusi la porta e tirai fuori dalla borsa i libri che avevo trovato e mi misi a sfogliarli, sperando di trovare qualcosa che potesse rispondere a qualche domanda sulla casa e sulla città.

Innamorata di un vampiro||-Damon Salvatore   #WattpadContestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora