Quella mattina fui svegliata dalla luce del sole che entrava e illumina la stanza.
Mi stiracchiai un po' e mi alzai dal letto, incamminandomi verso la finestra per guardare fuori.
Clarie: "Mmmm, che bella giornata! Pensavo di essere in un posto dove il sole non c'è mai!"
Mi avviai verso il bagno per lavarmi la faccia. Aprii la porta e andai verso il bagno per lavarmi i denti e la faccia. Dopo aver aspettato per un'eternità l'acqua calda, finalmente ci riuscii. Tornai in camera e mi infilai i vestiti che avevo preparato la sera prima; una volta sistemata presi le scale e scesi in cucina dove trovai mamma a preparare la colazione.
Anne: "Buongiorno tesoro, dormito bene? Sto preparando la colazione, che ti andrebbe?"
Clarie: "Non lo so quello che vuoi!"
Dissi un po' svogliata.
Anne: "Latte e cereali oppure latte con pane e marmellata?"
Clarie: "Mamma.. stai scherzando!? Dov'è il caffè? Lo sai che bevo quello al mattino con un toast! Latte e cereali, davvero, non ho 3 anni!"
Anne: "Si lo so Clarie. Non abbiamo caffè devo fare la spesa ancora siamo arrivate solo ieri! Dopo aver fatto colazione ci andremo!"
Clarie: "Andremo?!"
Anne: "Si certo, ti farà bene uscire di casa e vedere un po' la città! Ricordare alcuni posti e chissà magari incontreremo gli amici di nonna, qui ci conoscono tutti e nonna era molto amata e gentile quello che dovresti iniziare ad essere anche tu. Vedrai amerai questo posto. Lo adoravi da piccola!" Continuava a ripeterlo, ma io non ricordavo affatto di essere mai stata qui e non ricordo neanche le persone. Avrei voluto dirglielo ma suonò il campanello.
Anne: "Vai dai, apri la porta!"
Andai ad aprire la porta e mi trovai davanti una signora di mezza età con i capelli neri tagliati poco sopra le spalle e un sorriso a 32 denti.
Dolores: "O mio dio sei Clarie, come sei cresciuta! Mi sembra solo ieri che giocavi per strada con gli altri, non ti ricordi di me? Sono Dolores, ero amica di tua nonna e di tua mamma, abito nella casetta rosa lì!" Indicò una casetta davvero piccola, non avrei detto neppure che fosse una casa! Le sorrisi, ma non mi ricordavo affatto chi fosse e soprattutto quali di quali altri stava parlando.
Clarie: "Mi scusi, prego entri pure! Cercava la mamma?"
Dolores: "Si tesoro, vi ho portato una torta di mele e degli infusi. Siamo molto accoglienti con le nuove persone da queste parti!"
Clarie: "La ringrazio molto. Prego venga mia madre è in cucina che prepara la colazione".
Le feci cenno di seguirmi lei entrò e le chiusi la porta alle spalle. Si guardò un po' in giro come se non fosse mai entrata in quella casa fino a quel momento. Poi si voltò verso di me e disse:
Dolores: "Mi dispiace tanto per tua nonna Clarie! Era una splendida persona. Mancherà a tutti noi!"
Clarie: "Grazie"
Fu l'unica parola che riuscii a dire. Non ricordavo molto nonna Audrey, se non che quando venivo a trovarla ci aspettava sul portico che era sempre colorato dai mille fiori e l'odore di biscotti in casa. Quando tornavo dalle vacanze e in classe mi facevano raccontare come passavo l'estate miei compagni non capivano e mi chiamavano "strega" questo è tutto ciò che io ricordo di questo posto e di nonna.
Quando Dolores entrò in cucina, mamma le corse incontro felicissima di vederla.
Anne: "Dolores, che piacere vederti! Stai benissimo!"
Dolores: "Anne finalmente! Quando Audrey mi ha detto che saresti venuta a vivere qui con Clarie non volevo crederci! Non vedevamo l'ora di rivederti! Tutti quanti siamo rimasti molto male quando abbiamo saputo che Audrey ci aveva lasciato. Anzi mi sono occupata di tutto io, non devi fare niente"
Anne: "Grazie mille Dolores davvero! Ti devo un favore"
Guardai mia madre, con uno sguardo perplesso. Cosa mi nascondeva? Perché sembrava che tutti si ricordassero di me, ma io non ricordo nessuno di queste persone ne nessun posto di questa città, nonosta ci passassi ogni estate della mia infanzia.
Dopo la morte di papà abbiamo smesso di fare ogni cosa e passavamo ogni estate in Florida. Per mammae me è stato un duro colpo perdere il nostro punto di riferimento. Mamma ci ha messo due anni per riprendere in mano la sua vita, ho paura che venire qua possa ricordarle cosa ha vissuto e perso.
Anne: "Saremmo volute venire prima almeno per stare con lei gli ultimi momenti, ma Clarie doveva finire almeno l'anno a scuola! Non pensavo che non avremmo nemmeno avuto il tempo di salutarla!".
Mentre mia madre e Dolores chiacchieravano allegramente in cucina io andai a finire di prepararmi visto che saremmo andate a fare la spesa. Mentre ero in camera mia a preparare la borsa, sentii un rumore provenire dalla stanza chiusa accanto alla mia.
All'inizio non ci feci caso, poi lo sentii di nuovo. Mi pettinai in fretta e andai a vedere ma con mia sorpresa trovai la stanza ancora chiusa a chiave. Allora era solo frutto della mia immaginazione? Possibile che mi fossi immaginata quel rumore?. Mi spaventai quando mamma mi chiamò.
Anne: "Clarieeeee! Dove sei? Vieni giù un momento!?"
Scesi velocemente le scale e andai in cucina dove c'era ancora Dolores. Entrambe mi fissavano come se avessi fatto chissà cosa di strano.
Anne: "Tesoro lo so che ti avevo promesso che saremmo andate a fare la spesa insieme ma ti dispiacerebbe se ci andassi tu da sola?"
Clarie: "Scherzi!? Non so neanche dove possa essere un supermercato; sempre che in questo posto ci sia!"
Anne: "Clarie! Smetti di dire così!"
Dolores: "Anne lasciala stare, è tutto nuovo per lei è normale che sia un po' scettica su questo posto, vedrai che quando imparerai a conoscerlo lo adorerai!"
Mamma guardò Dolores con uno sguardo che non le avevo mai visto fare sembrava spaventata.
Anne: "Le case sono molto vicine al centro la città è molto piccola, puoi andare a piedi. Una volta in centro troverai una bottega compra quello che serve lì!"
Clarie: "E va bene! Ci andrò!"
Anne: "Hai dei soldi? Se ti servono prendili dalla mia borsa."
Clarie: "No, sono a posto. Non ci servono molte cose alla fine, dovrebbero bastare quelli che ho!"
Mamma sorrise. Presi la borsa, le chiavi e mi avviai verso la porta.
Clarie: "Torno più tardi! Ciao mamma, arrivederci signora Dolores".
Le due risposero e ripresero subito a chiacchierare, avevano molte cose da dirsi.
Chiusi la porta e mi ritrovai sul portico. Il sole brillava in cielo e un leggero venticello faceva muovere le foglie sopra degli alberi sopra di me e rinfrescava un pochino l'aria. Presi le cuffie dalla borsa, feci partire la musica e cominciai a camminare.
Per strada non c'era quasi nessuno, più che altro anziani sotto i porticati delle loro case, mentre bevevano limonata, alcuni leggevano, altri riposavano. Ogni volta che passavo davanti ad ogni portico qualcuno mi sorrideva, qualcuno mi fissava e io mi sforzavo di ricordare. Mi soffermai ad osservare una casa dove alcuni bambini giocavano in giardino e tra me e me pensai a come facevano a vivere in un posto come quello.
Continuai a camminare e arrivai in centro, lì c'erano un po' più di persone.
Il centro sembrava più una piazza che un centro città ma non importa. Ovunque mi girassi a guardare c'era una bottega: l'erboristeria, un fioraio, una bottega con giornali e libri, un minuscolo bar dove probabilmente ci entravano si e no 3/4 persone, una biblioteca, addirittura una chiesa e accanto il supermarket.
Clarie: "Eccolo li bene."
Mi feci coraggio ed entrai. Appena mi avvicinai alle porte si aprirono e presi un cestino, una ragazza che a vista sembrava poco più grande di me mi salutò. Risposi stupita non pensavo di trovare ragazzi giovani e più o meno della mia età. Girovagai per il supermercato facendo un lista mentale di ció che ci serviva. Presi marmellata, caffè, zucchero, latte, qualche confezione di patatine e qualche caramella da mangiucchiare mentre leggevo, dei biscotti e mi recai verso la cassa. La ragazza che mi aveva salutato all'ingresso mi sorrise mi salutò di nuovo e iniziò a passare le cose. Aveva dei lunghi capelli biondi raccolti in una treccia, occhi marroni con una riga di matita nera e lunghe ciglia. Aveva una giacchetta blu, probabilmente la divisa del supermarket, aperta con sotto una semplicissima maglietta color malva. Ma nessun nome.
Passata la spesa mi sorrise e disse:
Allison: "Sono 15.40."
Clarie: "Si certo."
Le diedi i soldi e lei mi sorrise.
Allison: "Sei nuova qua in città, vero? Non ti ho mai vista! Io mi chiamo Allison!"
Clarie: "Ehm si, si nota così tanto??Sono arrivata ieri dalla Florida con mia madre abito nella casa bianca poco dopo il confine. Mi chiamo Clarie!"
Allison: "Aspetta, tu sei Clarie? La nipote di Audrey?"
Clarie: "Si.. perché? Ci conosciamo?"
Allison: "Oh no no, ma conoscevo tua nonna Audrey era una bella persona, gentile e dolce con tutti! Mi dispiace per quello che è successo."
Clarie: "Grazie. Io non la ricordo molto, ma da quel poco che ricordo era davvero così."
Era stata molto gentile ed era l'unica persona della mia età che avessi visto in giro quindi non mi dispiaceva affatto parlare con lei.
Allison: "Io abito nella casa con il muro di mattoni e il grosso cancello in cima alla strada."
Clarie: "Siamo vicine quindi più o meno!"
Allison: "Si più o meno si."
Mi ero addormentata per strada e risvegliata già davanti quella che sarebbe stata casa mia, non ricordo nessuna casa come la sua. Dovrei farmi un giro e rivedere quello che mi sono persa nel tragitto.
Mi fissava sperando che dicessi qualcosa, ma calò il silenzio. A quel punto fu lei a parlare.
Allison: "Farai l'ultimo anno di scuola qui dunque?"
Smisi di sistemare le cose nelle buste e la guardai, come faceva a sapere che ero all'ultimo anno!?
Clarie: "Si. Andrò a prendere i libri tra qualche giorno. Sono già in ritardo e se non mi sbrigo non li avrò per l'inizio dell'anno".
Allison: "Oh wow. Allora chi lo sa, magari seguiremo qualche corso insieme oppure se vuoi possiamo andare insieme."
Ero un po' stranita, avrei giurato che fosse più grande di me, probabilmente la mia idea di trovare solo persone più anziane in questo posto era sbagliata. Presi le ultime cose rimaste e le imbustai.
Clarie: "Adesso vado. Ti ringrazio. Ci vediamo ciao!"
Allison: "Ok. Ciao Clarie, se hai bisogno di qualcosa,o vuoi semplicemente fare 2 chiacchiere ti lascio il mio numero!"
Prese un pezzetto di carta e segnó il suo numero di telefono.
Allison: "Ecco fatto, tieni"
Clarie: "Grazie"
Presi il bigliettino, le buste e me ne andai.
Arrivai a casa, posai le buste a terra e aprii la porta. Ripresi le buste da terra ed entrai. Poggiandole sul tavolo chiamai mamma ma non c'era. Dove poteva essere andata? Quindi decisi di uscire di nuovo, per vedere dove si trovava la scuola ed esplorare un po'.
Percorsi la stessa strada fatta poco prima ma hna volta arrivata alla chiesa qualcosa attirò la mia attenzione. Una piccola stradina asfaltata circondata da alberi che sembrava chiamarmi per nome e decisi di seguire quella sensazione. Seguii la strada fino alla sua fine e fu allora che la vidi.
Mi trovai davanti una casa di legno nero, con molte finestre e davanti un enorme cortile ben curato con alberi e cespugli. Era molto strano trovare una casa isolata dalle altre dopo che mamma mi aveva detto che le case erano tutte molto vicine al centro città. Sembrava disabitata da tempo. Percorsi il piccolo vialetto che portava al portico e ad un grosso portone di legno. Bussai, ma la porta si aprì davanti a me.
Clarie: "Che strano. C'e nessuno?! La porta è aperta!"Spinsi la porta spalancandola del tutto.
Clarie: "Ehilà?"
Entrai.
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Innamorata di un vampiro||-Damon Salvatore #WattpadContest
RomansClarie si è trasferita dalla Florida a Salem con la madre Anne dopo la morte di sua nonna Audrey. Per Clarie trasferirsi è un trauma: nuovi amici, nuova casa, nuovi posti e nuova vita! Sembra andare tutto bene poi arriva lui un ragazzo bello e mis...