Capitolo 4. Il libro

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Mi sedetti sulla finestra. La luce del giorno era quasi del tutto sparita e il sole aveva lasciato posto ad una splendida luna. Mi persi per qualche istante a guardare il cielo con le sue mille sfumature che andavano dal rosso al rosa, era una visione meravigliosa. Scattai una foto.
Dopo aver posato il cellulare vicino a me presi il libro dalla borsa e lo osservai. La copertina era antica di colore bordeaux e sopra il titolo era scritto color oro. Lo osservai meglio ma non trovai nessun autore solo due iniziali nella prima pagina cancellate da una righa di inchiostro nero: C.S., poco sotto scritto con lo stesso inchiostro usato sopra: D.S.
Perché aveva cancellato le iniziali precedenti sostituendole con le sue? Non mi restava che leggere per scoprirlo.
Il libro era stato scritto nel 1405 proprio nel bel mezzo della caccia alle streghe. Lessi ogni pagina  fino a che non spuntarono dei nomi di alcuni fondatori di un consiglio che operava per la chiesa, processando le streghe o presunte streghe. Non riuscivo a credere a ciò che leggevo: streghe? Non potevo credere a quello che stavo leggendo, non possono esistere le streghe, sono cose che si sentono e vedono solo nei film. Continuai a leggere e tra i molti nomi mi saltò all'occhio Carl Salvatore, potrebbe essere lui C.S!
Perché mai una persona normale dovrebbe scrivere un libro così assurdo e soprattutto perché se quello che leggevo era vero non ha fatto nulla per fermare questo inutile spargimento di sangue e uccisioni di povere persone innocenti.
Alla fine non avevo molte risposte ma bensì ancora più domande così presi un foglietto di carta da un quaderno e segnai tutte le informazioni che avevo e le domande che nella mia testa non trovavano risposta e lo sistemai all'interno del libro. Poi mi stroppiciai gli occhi e sbadigliai, guardai il cellulare ed era quasi l'una.
Clarie: "Direi che è ora di andare a letto."
Fuori era buio e c'era un po' di nebbia, presi il pigiama da sopra il letto, che sicuramente mamma aveva rifatto mentre ero in giro, e lo infilai, mi sdraiai e, senza nemmeno rendermene conto mi addormentai.

La mattina mi svegliarono le urla di mamma.
Anne: "Aaaaaaaa, aiuto!!!! Vattene viaaaa!"
Corsi subito in cucina a vedere che cosa la faceva urlare tanto.
Clarie: "Mamma, cosa c'è, va tutto bene?"
Anne: "No caccia via quel coso subito!"
Notai sul muro della cucina che camminava un ragno, mamma li odiava, non importa le loro dimensioni li odiava e basta, a me non hanno mai fatto troppa impressione, strappai un pezzo di scottex, lo feci salire assicurandomi che non finisse a terra, altrimenti lo abrebbe sicuramente calpestato, aprii la finestra e lo misi nella fioriera proprio li sotto.
Clarie: "Perdonala non voleva spaventarti, sicuramente hai avuto più paura tu con tutte quelle urla. Ciao e cerca di non metterti nei guai!". Aspettai che la bestiolina scendesse dallo scottex, rientrai e chiusi la finestra.
Clarie: "Dovevi aspettartelo in una casa così vecchia sicuramente ce ne saranno altri anche più grandi di quello, forse non solo quelli, ad ogni modo è stato facile farlo uscire non c'era bisogno di urlare tanto!"
Anne: "Sai che non mi piacciono. Mi dispiace averti svegliato in quel modo."
Clarie: "Non fa nulla, mi sarei comunque svegliata, ricordi, dobbiamo andare a vedere la scuola".
Anne: "Vai a prepararti allora, altrimenti facciamo tardi!"
Feci colazione con caffè e toast come facevo sempre in Florida e corsi a lavarmi e vestirmi.
Speravo di finire presto la visita a scuola e una volta uscita con la scusa dei libri di testo da prendere avrei potuto dare un'occhiata a qualche libro di storia locale magari e trovare qualche risposta.
Non volevo dire nulla a mia madre della casa e tanto meno di cosa avevo trovato dentro, ma era cresciuta qui e magari ne sapeva qualcosa.
Clarie: "Mamma.."
Anne: "Si tesoro?"
Clarie: "Ieri mentre facevo un giro in città, ho visto una via che portava proprio dietro la chiesa, tu per caso sai dove porta?"
Anne: "No Clarie."
Rispose in modo secco senza nemmeno pensare ad una risposta.
Conoscevo fin troppo bene mia madre, usava quel tono quando voleva chiudere un argomento senza troppe domande da parte mia.
Anne: "Clarie, non voglio che vai a curiosare in posti altrui, capito!"
Clarie: "Perché,non sono andata in nessun posto. Pensavo che visto che sei nata e cresciuta qui tu sapessi dove portava niente di più".
Anne: "No, non lo so cosa posso esserci dietro quella chiesa! In ogni caso non andare in posti che non conosci vabene?"
Pensai tra me e me, ma senza volerlo avevo parlato ad alta voce.
Clarie: "Non c'era nessuno comunque non mi sarebbe successo niente."
Anne: "Cosa hai detto Clarie!?"
Clarie: "Eh, niente mamma."
Anne: "Ti ho sentito e vorrei sapere perché non ascolti mai quello che le persone ti dicono!"
Clarie: "Non l'ho fatto di proposito cercavo la scuola e mi sono persa, ho girovagato per un po' in città per chiedere indicazioni e mi sono ritrovata davanti ad una casa isolata! Mi avevi detto che le case erano tutte vicine al centro e mi ha fatto un po' strano trovarne una così isolata."
Anne: "Non sei entrata vero? Non voglio che ci vai più, chiaro!"
Mamma era spaventata più che arrabbiata ma non disse altro perché proprio in quel momento arrivammo davanti alla scuola.
Parcheggiò la macchina nei posti li davanti, probabilmente riservati a chi ci lavora, la città è piccola ed è possibile raggiungerla anche a piedi, quindi c'erano pochi posti, ma quella mattina non eravamo sole a scuola infatti oltre la nostra, parcheggiata poco più avanti c'era una macchina grigia familiare e accanto ad essa un suv blu. Mamma mi fece cenno di scendere.
Anne: "Vedrai ti piacerà la nuova scuola! Dai adesso entriamo il Preside ci aspetta!"
Salimmo le scale che portavano verso l'ingresso e aprimmo la porta con il maniglione a spinta ed entrammo.
Ci accolse una signora sulla sessantina con i capelli bianchi molto corti e sul naso un paio di occhiali neri. Era vestita di tutto punto con una camicia bianca e un completo blu e ai piedi delle scarpe con il tacco non troppo altro, che sorrideva allegra.
Segretaria: "Buongiorno tu devi essere Clarie Thomas e lei sua madre Anne!"
Anne e Clarie: "Buongiorno!"
Segretaria: "Prego seguitemi il signor Wilson vi attende. Sono la signora Donel piacere!"
Proseguimmo nel corridoio dirette verso l'ufficio del signor Wilson. Notai le grosse porta azzurre delle classi nel tragitto e con mio grande stupore notai al lato di ognuna il cartellino con in nome della lezione che si svolgeva al suo interno e davanti ad esse di tanto in tanto gli armadietti per lasciare i libri di testo. Arrivammo davanti ad una porta di finto legno chiaro con un vetro e sulla targhetta c'era scritto "Signor P. Wilson".
La signora Donel bussò e una voce ci invitò ad entrare.
Segretaria: "Appena avete terminato con il signor Paul, Clarie vieni pure al piano di sopra da me in segreteria ti darò la lista con il nome dei libri che ti occorrono, i corsi che seguirai quest'anno, il numero e la combinazione del tuo armadietto e alcuni fogli da firmare!"
Clarie: "Va bene, la ringrazio signora Donel"
Mamma aprì ed entrò, la seguii e chiusi la porta alle mia spalle.
Il signor Wilson accolse mamma con un grande abbraccio dicendole che era felice di rivederla, che non era cambiata affatto in questi anni e che era molto dispiaciuto per Audrey. Poi si rivolse a me:
Sig.Wilson: " Clarie ciao, sono felice di rivederti! Come sei cresciuta! È bello averti qua con noi nella scuola, vedrai ti piacerà!"
Io lo guardai e ringraziai, ma ovviamente non mi ricordavo di nessuno, il che continuava ad essere molto strano visto che passavo le estati qua.
Il signor Wilson sfogliò il mio schedario e sorridendo disse:
Sig.Wilson: "Bene Clarie, sono sicuro che ti troverai bene qua con noi, sei una brava ragazza e non hai mai avuto grandi problemi nella vecchia scuola quindi sono sicuro che andrà tutto alla grande. Ho visto che eri iscritta al club del libro in Florida, bene mi dispiace dirti che purtroppo qui non abbiamo nulla del genere, la biblioteca non è interna alla scuola ma lì troverai ciò che ti serve, anzi se può interessarti abbiamo un corso di letteratura!"
Clarie: "No grazie, mi accontenterò della biblioteca!"
Mamma mi diede un calcetto sulla gamba per ricordarmi di essere gentile.
Il signor Wilson sorrise, aveva a che fare con i ragazzi ogni giorno e sicuramente sapeva cosa voleva dire essere nuovi.
Sig.Wilson: "Vai pure dalla signora Donel al piano di sopra a prendere ciò che ti serve, scambio 4 chiacchiere con tua mamma".
Presi le mie cose e mi avviai verso l'uscita. Stavo per aprire la porta il signor Wilson disse:
Sig.Wilson: "Mia figlia Allison mi ha detto che ti ha già conosciuto mentre lavorava al supermercato, sono sicuro che diventerete grandi amiche tu e il suo gruppetto! Adesso sono quasi tutti in vacanza ma tra poche settimane saranno qua per l'inizio dell'anno e potrai conoscerli. Oh e benvenuta a Salem!"
Aveva un sorrisetto sulla faccia che gli avrei tolto volentieri, lo odiavo già e avrei voluto evitare di vederlo troppo spesso, però almeno avevo scoperto del perché non avessi ancora visto nessun ragazzo della mia età, mi sentivo meno sola.
Salii le scale e andai nell'ufficio della signora Donel, che mi riempì di fogli.
Sig. Donel: "Allora per il libri di scuola vai pure alla biblioteca della città hanno tutti i nostri volumi, usati ovviamente e che dovrai restituire a fine anno. Consegna la lista alla signora Taite ti aiuterà a cercarli tutti. Questo è il numero del tuo armadietto, la combinazione e la chiave nel caso facesse storie ad aprirsi, ti ho dato quello vicino ad Allison e le ragazze cosi farai anche amicizia. Prendi questi moduli da riempire, firmare e riconsegnare, puoi farlo anche adesso se vuoi, li trovi la penna, e poi puoi andare!"
Mi appoggiai al bancone che la Donel mi aveva indicato e firmai tutti i fogli nei quali dichiaravo di non avere nessun tipo di malattia, che ero idonea a fare ginnastica e firmai l'assicurazione scolastica. Restituii tutti i fogli, ringraziai e salutai.
Sig.Donel: "Ciao Clarie, ci vediamo a inizio trimestre!"
Clarie: "Grazie"
Mi sorrise, ricambiai e scesi al piano di sotto dove mamma mi aspettava. Uscimmo da scuola e ci infilammo in macchina dirette verso casa.

Innamorata di un vampiro||-Damon Salvatore   #WattpadContestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora