17.27- un pomeriggio di sole, di primavera.
Una pausa dalle basse temperature tipiche del mese di Gennaio.
Come tutte le domeniche rinnovai il mio peccato di lavorare, e la cosa mi fece pensare...
Giunsi alla conclusione che non ci sono dubbi – lavorare è peccato; di domenica e in qualsiasi giorno dell'anno.
Sono all'incirca 45 anni di vita spesi a non vivere, a svegliarsi tutte le mattine all'alba, prendere il caffè, vestirsi, lavarsi la faccia, i denti, e poi recarsi di fretta nello stesso posto di sempre e fare le stesse cose.
Tutto ciò era orribile e lo sarebbe stato per i prossimi anni.
Alla radio come sempre davano le partite di calcio.
Mi piaceva seguire lo sport, mi evitava quasi del tutto il malumore di chi si vede costretto a sprecare la propria vita a fare dei soldi da spendere e comprarsi la propria morte, nello specifico (cibo, sigarette, alcool, vestiti, un televisore... di tutto)
E allora seguivo le partite.
La mia squadra del cuore pareggiava, e la gente usciva fuori a prendere il sole mentre i bambini si rotolavano sull'erba e giocavano felici.
Poi iniziai a leggere il giornale.
Era tempo di elezioni.
Si doveva scegliere tra 3 fazioni.
2 erano merda vecchia di 30 anni – i peggiori farabutti, mafiosi, ladri, assassini e corrotti della storia; eppure erano rimasti lì e avrebbero potuto rimanerci ancora allungo, magari per altri 300 o 1000 anni.
E poi c'era la terza soluzione.
Gente normale che non faceva parte della"meravigliosa" elite di vecchia data.
Erano cittadini semplici, giovani, con un pensiero che non era ancora stato corrotto dalle logiche di palazzo.
Negli anni aveva raccolto consensi, e quasi certamente avrebbero vinto le elezioni, o ci sarebbero andati vicini.
Ascoltando i loro discorsi, la loro propaganda e soprattutto il loro programma elettorale, inziai a simpatizzare per loro, e ciò mi fece perdere la fiducia di una persona che reputavo amica, e che demonizzandomi con atteggiamento meschino, gretto, supponente, ma soprattutto senza esternare ilmotivo, o le sue vedute a riguardo, mi attaccò pubblicamente definendomi idiota, divulgatore di notizie false, e con un'ironia di pessimo gusto poiché intrisa del veleno delle peggiori serpi, vomitò fuori un pensiero estremista, violento, demolitore della verità, scavalcata dal fanatismo cinico e pericoloso tipico degli arrivisti ad ogni costo, di coloro che poco prima pascolavano le pecore e dopo gli studi intrapresi, fuori portata, esagerati, al limite della loro intelligenza, si sentivano in diritto di denigrare un'idea fondata su una realtà personale e sociale che avevo maturato.
Era irriconoscibile.
Gli anni di studio avevano trasformato una ragazza semplice e carina, nata e cresciuta in un paesino di pastori, in una fervente fanatica di politica che aveva assorbito e adottato i tipici toni provocatori, violenti, e fuori dalla realtà delle persone agiate...
Una volta lessi da qualche parte -"parla ad un idiota con buon senso e ai suoi occhi sarai uno sciocco..."
Essere istruiti non è per tutti.
Istruire un imbecille è come dare un bazooka a un terrorista e pretendere di andare a dormire a casa tranquilli.
A volte è meglio non provare a cambiare le cose.
I crimini peggiori dell'umanità sono iniziati con una lista più o meno lunga di buone intenzioni...
Ora è sera.
Il sole si gode il suo riposo, e le persone tornano a casa per cena.
Io ho un'amica in meno e un paio di birre in frigo da terminare prima che giunga il momento di tornare acasa, e la certezza che senza l'amicizia della pastorella istruita vivrò bene lo stesso, anche se probabilmente il suo voto alle prossime elezioni potrebbe complicarmi la vita – ancora.
Lei odia gli idioti.
Adesso.
Anche se li vota.
Adesso ha anche studiato e ha un fidanzato che a lavoro si sbatte anche per lei, lei adesso non ha tempo...
Non si abbassa a leggere certe cose, né a perdere il suo tempo dorato con chi come me ha un livello più basso del suo.
Peggio per me e le mie idee.
Peccato che mi ero proposto di regalarle una copia del mio ultimo romanzo.
Immagino che adesso non vorrà accettare il regalo...
21/01/2018
(B.G)