Dopo tanto, troppo tempo, incontro nuovamente quello sguardo, il tuo, come un pugno allo stomaco, come un fiammifero acceso sotto al naso, un istante d'inferno in un grigio mattino di giugno che disegna in cielo un sole ancora freddo sotto una coperta di nuvole.
Dentro me la guerra, e fuori il silenzio incomprensibile che lo spirito non sa accettare.
Vedo la mia immagine riflessa in un vetro pulito, 8 ore al giorno, poi pausa.
La realtà è un'altra, è dura, e tutto soffoca nel cammino di strade diverse e un destino comune in un lampodi vita.
Ora bevo la mia birra in balcone, e penso a un domani, ad un altro fuoco che si allontana a bordo di un'auto bianca, sotto un sole ruggente e la sua regalità.
Il presente è un passato che disegna il futuro...
12/06/18 B.G.