Da 3 settimane lottavo furioso.
I miei genitori avevano avuto l'accortezza di mandarmi un pacco pieno di piaceri della vita che solo chi nasce, cresce, e muore nelle regioni del sud può conoscere e apprezzare fino in fondo.
Questo era ciò che credevo fino anquando lunedì alle 19.00 ricevo la chiamata da parte del corriere che mi comunica l'impossibilità di consegnare il pacco in quel momento, ma certamente l'avrebbe fatto il giorno dopo.
Gli credetti e fu il mio secondo errore di quel maledetto lunedì.
Da quel giorno sfortunato passarono 3 settimane, e come dicevo 3 settimane di lotte con i responsabili dell'impresa di consegne...
-Mi spiace signor Green, ma il remittente ha dato l'ordine di distruggere la mercanzia.
-Cosa?
Di che diavolo sta parlando?
Mio padre non è certo matto per fare una cosa del genere razza di farabutti smidollati...
Se entro domani non ricevo il pacco sappiate che vi denuncerò alle autorità competenti e non solo, ogni volta che vedrò uno dei vostri corrieri, romperò gli specchietti ei vetri del furgone, squarcerò le ruote, e alla fine darò fuoco al veicolo brutti pezzi di merda...
Poi con violenza misi giù il telefono prima di darlo contro la parete.
Ero troppo fuori di me per fare qualsiasi altra cosa, e fu proprio allora che realizzai quanto è dura la vita per chi si trova a viverla lontano dal bosco sulla montagna che in silenzio attende i tuoni della tempesta.
Improvvisamente iniziai a immaginarmi in quel luogo, immergendomi totalmente nella solitudine beata del mio interiore, vivendo totalmente l'abbandono tra le braccia di quell'amore silvestre che scorreva in me come ruscelli d'acqua tra lerocce feconde di oasi nel ventre della terra e la pace delle sue grotte, e immaginavo alberi e foglie, e profumi selvaggi, e mi sentii rinato, riuscendo perfino a dimenticare il mondo e il puzzo scellerato del caos distruttore che genera ogni giorno...
Poi guardai fuori dalla finestra.
Il sole tramontava, e improvvisamente l'esistenza ebbe un sapore meno amaro – per un istante...
24/01/2018
B.G.