Era una domenica di festa, ma certamente non lo era per tutti.
Il cielo era blu come le profondità dell'atlantico, e le montagne a tratti innevate profumavano di funghi ed erba selvaggia.
L'aria era fresca e la primavera correva dapperttutto.
Le finestre delle case come occhi sgranati.
Le nuvole bianche come cotone raccolto nei campi.
È tutto così familiare, così lontano.
Gli uccelli giocano a nascondino tra le gemme degli alberi, e disegnano i loro amori meglio di un pittore che ha dipinto un sentimento mai vissuto, e io mi chiedo allora come potrò mai amare una vita che non amo, un'abitudine grottesca che mi uccide come un agnello immolato sull'altare di una falsa divinità.
Le rondini volano.
Gli uomini infelici periscono.
Una sufficienza malvagia s'innalza titanica mentre sorgono nuovi, pochi eroi come in passato gli antichi relegati nell'Ade per l'eternità figlia di una scelta – la gloria oltre l'umanità.
Il ricordo puro opposto al fango della comune viltà.
Un'altra freccia nel tallone d'Achille, scoccata dalla forza brutale di una 14enne in metro – ubriaca e senza intimo.
Piangono gli eroi, i nuovi combattono.
Brucia l'umanità.
25/03/18
D.K.