Era incredibile la lentezza di cui tutti noi eravamo vittime.
Era un gioco perverso, immorale, che andava avanti da tutta la vita facendo passare a chiunque la voglia di vivere.
Era davvero così difficile realizzarlo?
Era così difficile far parte di qualcosa mantenendo l'anima libera e l'umanità ancora in corpo?
Forse tutto questo non può essere discusso.
È come combattere contro muri di gomma.
Non ci possono essere vincitori in un mondo destinato a crollare anche se tutti noi ci sforziamo di crederlo, di migliorare.
Non è possibile.
Non è possibile nemmeno essere normale, un comune mortale tra la folla che muore ogni giorno senza importare a nessuno.
Si mettono in mezzo problemi futili che sdradicano la poca energia che ci rimane dopo la furia della lotta contro qualcosa di titanico.
Ed è buio, e ancora tenebra sul cammino verso la luce che ci abbatte quando pensiamo di aver raggiunto qualcosa d'importante, un risultato.
Nulla.
Il nulla cosmico che invade l'esistenza povera e vuota, chiedendoci allo specchio chi crediamo di essere mettendoci al centro, credendo che anche un dio sia voluto morire per noi e gioire all'interno delle nostre case riscaldate come se la vita si riducesse a tutto questo, un filo di niente cresciuto nel ventredella sterilità e sbocciato nel cuore del deserto.
Risulta un po' difficile andare avanti quando la gente ti urla dietro che non vali un cazzo.
Dopo un milione di volte in cui te lo senti dire inizi a prenderlo in considerazione...
Ci pensi un attimo, poi vai avanti e continui a camminare per inerzia verso qualcosa che non conosci pur conoscendolo molto bene, come un un finale già scritto.
E poi a capo, un altro verso, un altro rigo, un'altra pagina, e ancora un'opera...
29/11/18
-D.K.