La verità è che amavo.
Amavo senza fine.
Ero passionale.
Umano.
Amavo la mia umanità e soprattutto Dio che me l'ha donata.
Amavo i suoi capelli, i dettagli dei suoi occhi che nascondevano dentro un fuoco di ribellione.
Amavo la sua pelle, il suo odore, la sua sinuosità e il suo sorriso.
Amavo tutto di lei nella solitudine del mio cuore che si muoveva libera sotto la pioggia e i verdi aghi dei pini.
Amavo immaginare il suo delicato ansimare, il velo oscuro che proteggeva la sua femminilità come le spine una rosa e il suo splendore.
Amavo il suo seno contro il mio petto tra le lenzuola e il calore del fuoco crepitante che faceva sbocciare la nostra passione.
Amavo sapere che i miei sogni più intimi avevano il suo nome, il suo volto, i suoi occhi dentro ai miei, le sue mani.
E l'anima brucia, ancora.
Come lei, scintillante come una stella in pieno giorno.
Morirei per il suo sorriso.
Morirei per possederla ancora.
Per farla mia e non lasciarla mai, abbandonando ciò che nella vita deve essere ed è.
Ma lei è lì, come la notte che accende in cielo la luna, come il riposo dopo la battaglia, e la vita dopo la guerra, elegante nel suo vestito nero che domina il ricordo, e sento ancora la sua pelle, quel magico calore che mi accende e mi spinge a viverla come se non fosse aria libera ed essenziale, come se non fosse lontana, come se stesse qui tra le mie braccia profumata come una primavera nella pienezza del suo fuoco...
04/03/18
B.G.