madrigale diurno #31

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Mi ritrovavo seduto in un parco.

Avevo deciso di andare a trovare la mia donna dopo il lavoro.

Venerdì, come tutti i giorni, lavoravafino a tardi.

Mi mancava molto, qualche volta più delsolito.

Ero giunto a destinazione in anticipo.

Dovevo attendere circa un'ora il suo arrivo, dunque mi diressi nei pressi di un parco, e accesi una sigaretta dopo essermi seduto su una panchina di fronte ad un'anziana signora che cosciente di essere ingrassata oltremodo, in compagnia del suo cane, non smetteva di pedalare.

Sì.

Nei parchi vi erano molti attrezzi che le persone anziane usavano per mantenere la loro salute precaria.

Volevano vivere anche in quello stato, un coraggio che ammiravo e che avrei pregato per avere in futuro.

Nell'attesa mi sentii libero da ogni legame, come un figlio di nessuno.

Certe cose alla fine non si accettano mai del tutto, ma sì, s'imparava a conviverci, come una realtà celata che si manifesta al momento meno opportuno.

Avevo solo il desiderio di vivere un'esistenza serena e senza affanni; non volevo preoccuparmi d'inferno e paradiso.

Credere in entrambi purtroppo non mi avrebbe salvato, e poi c'era il mio modo di vivere che non piaceva ai miei, figuriamoci a Dio, un ostacolo insormontabile che mi aveva infettato e allontanato da quello che nel senso più alto possa significare vita.

Sì.

Emanavo morte come un pezzo d'inferno in più ad ingrandire il puzzle.

Ascoltavo il canto degli uccelli nella pace naturale di squarci boschivi, ma non sarebbe staco così per sempre.

Ero cosciente, ma non potevo evitarlo, e non poteva fare nient'altro se non attendere il gran finale...

Ho ricevuto come tutti una vita che non ho scelto, e che a sua volta impone delle scelte, spesso crudeli, tristi, ciniche, e soprattutto necessarie, poi il pentimento per un'ignota certezza in agguato...

La notte inizia ora ad accarezzare il cielo.

L'anima come un fiore azzurro piantato su pietrisco e polvere dove molti passi hanno camminato.

Il tempo qui non esiste, e si respira l'orrore di una favola senza lieto fine.

Guardo l'orologio.

La mia donna mi attende nel punto in cui abbiamo stabilito d'incontrarci.

La bacerò e la stringerò.

Forse dopo ci litigherò, e il mondo per me inizierà ancora una volta dopo che avremmo fatto la pace, e lo farà ancora,ancora, e ancora...


31/08/18


B.G.

Fiori d'argento IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora