Non avevo venduto nemmeno una copia quel giorno.

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Era una sensazione strana.


Era la prima volta che avvertivo una cosa del genere, e mi vergognavo alquanto.


Durò solo alcuni istanti a dire il vero, poi tornai nell'anonimato del mio mondo.


La gente non aveva tempo per gli artisti, e la primavera bruciava in cielo come fosse estate.


Era complicato, ma avevo trovato il coraggio di provarci, e al momento era ciò che contava davvero.


Alcuni continuavano a dirmi quanto fosse necessario trovare un lavoro; era la verità, ma io non avevo la minima idea di come fare a trovarlo.


Nella mia vita avevo imparato a leggere e a scrivere – giocavo bene a calcio, e sapevo amare le donne – spesso anche più di quanto meritassero.


Ma non era colpa loro – era il mio dannato egoismo.


Odiavo fare ciò che mi complicava la vita, e vivere con il peso della responsabilità che opprimeva e rovinava le giornate.


Non riuscivo a pensare casa-lavoro-figli.


Era una triade mortale per il mio spirito, e ne ero pienamente cosciente.


E allora scrivevo, e amavo allontanarmi da tutti per ritrovarmi da solo con me stesso.


Nella mia invisibilità stavo bene, e quando avevo voglia d'emozioni mi bastava volgere lo sguardo per guardare negli occhi un miracolo dalla pelle scura sorridermi e accendere il fuoco in me, mentre la voce della metro annunciava la mia fermata.


Era incredibilmente appagante vivere istanti di pura poesia.


Non avevo venduto neppure una copia quel giorno, ma mi sentivo felice.


Ormai avevo imparato a sorridere dei guai, e ma per chiunque mi conoscesse ormai da tempo ero rimasto ugualmente un pazzo.


Prima perché mi arrabbiavo, ora perché me ne fregavo.


E allora ridevo nonostante la nausea e il mal di testa, nonostante lì fuori si stesse scatenando l'apocalisse.


Non mi preoccupava più il bacio di monna morte, anzi l'avrei abbracciata e ci avrei fatto l'amore prima di diventare polvere.


Ora un altro giorno scriveva la sua fine.


Sono a casa, entro nella mia stanza, mi metto a letto e abbraccio la mia donna che mi chiede

-Com'è andata tesoro?


-Bene piccola!


Domani non potremo comprare vino di qualità, ma ci siamo arrangiati con cose peggiori.


-Non preoccuparti!


Domani è un altro giorno, e sono sicura che venderai i tuoi libri.


Senza rispondere la bacio, poi spengo la luce e tutto il resto, e la notte ora scivola dalla finestra.



Il buio ci avvolge, e i pensieri nella mente si dissolvono in un sonno profondo mentre il mondo resta fuori...

03/04/18

B.G.

Fiori d'argento IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora