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Era uscita da quell'edificio e di fronte a lei giaceva una macchina nera.

«Sali.» disse il ragazzo senza degnarla di uno sguardo.

Lei senza dire niente, come sua brutta abitudine, salí in macchina mettendosi comoda.
Dopodiché salì dentro anche quel ragazzo misterioso.

Il mezzo partì e dentro giaceva un silenzio tombale.

Nessuno osava spicciare una parola.

«So Rim, giusto?» chiese il ragazzo all'improvviso in un buco del silenzio.

«Sì...» rispose secca guardando un punto indefinito.

«Piacere, So Rim....Mi presento, sono Kim Taehyung.» le porse una mano in segno di saluto, ma non aveva ancora un espressione dettagliata, era sempre quello sguardo freddo e indifferente. Un certo senso, So Rim sembrava di guardare lei stessa davanti a uno specchio.
Era freddo e distaccato come lei.

Lei non aveva mai avuto il piacere di conoscere un qualcuno o di stringere una mano in segno di amicizia.

Allungó la mano per poi toccare la mano del ragazzo che era fredda, ma subito questo contatto fece ricordare, come un lampo improvviso, l'abbandono dei suoi genitori e l'orfanotrofio.
Così subito si separó bruscamente da questo contatto.

Aveva paura....una paura che era restato dentro a lei fino adesso.
Tutti se ne approfittavano e la usavano, lui farà come tutti d'altronde.
Questa era il pensiero di So Rim, ma tutto sparì dalla sua testa, quando Taehyung la accarezzó la testa dolcemente.

«Non devi aver paura di essere sola al mondo, diversa e usata....devi solo imparare a convivere con la tua stessa vita. Talvolta essere diversi vuol dire essere perfetti e speciali...........É un dovere del padrone aiutare il proprio cagnolino quando é nervoso.» fece Taehyung senza cambiare di una virgola la sua espressione, ma lei poteva vedere perfettamente che era sincero e non era così cattivo da come se la immaginava, tutto grazie ai suoi occhi....dai suoi occhi si potevano capire i suoi veri sentimenti.
Erano fatti di ghiaccio, ma dopotutto aveva qualcosa di caldo dentro.

Restó stupita dalle sue parole e il suo gesto, che nessuno avrebbe mai voluto farlo proprio a lei, una che tutti consideravano una demonia maledetta.

Forse anche lui aveva una storia come la sua.
La sua maschera rendeva tutto più misterioso.
Nascondeva la metà del viso con una maschera che forse copriva una parte di lui in cui lo trovava vergognoso e soprattutto anche gli altri.
Ma l'altra parte del visto si poteva vedere alla perfezione, e poteva solo pensare che era veramente un affascinante giovane fanciullo.

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Finalmente arrivarono davanti a una bellissima casetta in collina, un po' vicino al villaggio, dove c'erano prati verdastri, fiori di ogni tipo, una foresta e un bel panorama.

La casa era fatta di mattoni e pietre, attorno a essa era circondata da un prato e aveva una staccionata fatta di pietre simetriche.

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