Adoravo il suo sorriso, il modo in cui lei mi guardava, gli occhi sempre luminosi.
Passavo molto tempo a scattarle foto, anche quando lei non se ne accorgeva.
Immortalavo i suoi capelli, le mani intente a preparare una torta, il suo sorriso delicato.
Volevo che ogni singolo istante non andasse perso, che tutti i ricordi si imprimessero nella mente.
Scrivevo di lei, anche quando non era più con me, anche quando l'unico modo per rivivere la nostra vita era riguardare le foto.
La sua morte è stata un colpo molto forte da sopportare, difficile per il mio cuore è stato cercare di abituarmene.
Ogni sera andavo a dormire convivendo con il dolore, con la morte, con il pensiero in testa che era colpa mia se non aveva più la possibilità di un futuro.
Tutto mi parlava di lei, e il turbamento era un forte richiamo a porre una fine a tutto.
Dire basta era la soluzione, o forse...
Un giorno sono tornato a casa, dove, completamente accecato dalla rabbia per essere rimasto da solo, ho strappato tutte le foto, buttato alcune ciocche dei suoi capelli che avevo conservato e un mio diario scritto su di lei.
Tuttavia non ho provato un senso di liberazione dalla sofferenza, come mi aspettavo.
Sono stato sommerso dai ricordi, vecchie sensazioni provate mi hanno logorato.
Mi sono reso conto che la mia vita, senza di lei, non valeva la pena di essere vissuta.
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PENSIERI LIBERI
RandomNon si tratta di una storia né di un racconto, di una poesia o di un romanzo. Qui raccogliero' pensieri, riflessioni e analisi su situazioni, paesaggi e natura, in cui credo personalmente.