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La cena è stata abbastanza tranquilla, tranne per il fatto che Emma ci stava spudoratamente provando con Simone, ma non gli ho prestato molta attenzione.

È mezzanotte meno dieci, per cui decido di iniziare ad andare sul tetto, dove Biondo mi ha dato appuntamento.

Apro la porta che da sul tetto e lo trovo seduto mentre guarda il panorama con una sigaretta tra le labbra. Devo ammettere che è veramente bello.

Mi avvicino e mi siedo accanto a lui. Osservo tutti i movimenti che fa: aspira e butta fuori l'aria. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, fin quando lui non spegne la sigaretta e si gira verso di me.

Continua a guardarmi ma non dice nulla e questa cosa mi fa salire l'ansia.
-Quindi?- chiedo io, per spezzare il silenzio che si era creato.

- cazzo Rebecca, cosa mi stai facendo?- sussurra lievemente, tanto che mi sembra di aver immaginato le cose che ha detto.

-senti, lo so che mi sono comportato da stronzo, ma vedi io...- cerca di dire, ma viene interrotto da me.

-Vedi qual'è il problema Simone? Tu usi questa scusa dell'essere stronzo per fare qualsiasi cosa ti salti in mente. Ti ricordi quando mi hai detto che volevi riprovare a conoscerci? Bene, se questo sei tu, ti avverto che non ho bisogno di sentirmi ogni volta una merda, prima usi le parole dolci, poi mi eviti. È questa la differenza tra me e te. Io non mi pento delle cose che abbiamo passato insieme, ma a quanto pare tu si, o almeno è quello che dai a vedere con il tuo comportamento. Ti ricordi il bacio che ci siamo dati Simone? È stato proprio qui, su questo tetto. Tu non riesci ad immaginare tutte le cose belle che ho provato in quel momento, le farfalle nello stomaco, l'allegria.... e poi ti ho visto baciarti con Emma. Lì mi sono sentita presa in giro, mi sono sentita una stupida, perché mi ero fatta abbindolare da qualche bella parola e qualche sorriso. Quindi adesso, alla luce di tutto questo, cosa mi devi spiegare, Simone?- dico io, ormai in lacrime.

Al suo silenzio faccio per andarmene, ma sento che mi prende il polso e mi fa girare delicatamente verso di lui.

-hai presente quando mi hai dato quello schiaffo e te ne sei andata? Ecco, io ti ho seguita, non so perché, ma sentivo questo bisogno. Così sono arrivato alla casa abbandonata. All'inizio sorridevo, perchè mi faceva stare bene il fatto che tu ti fossi ricordata del nostro momento passato qua, poi quando peró ti ho vista piangere, mi sono sentito veramente una merda. Poi hai avuto quel momento di sfogo e quando hai detto che provavi qualcosa per me ma che ti avevo fatto cambiare idea, ho sentito un vuoto dentro di me, qualcosa che non avevo mai sentito prima. Tu poi te ne sei andata ed io mi sono messo esattamente nello stesso punto in cui eri tu e ho ripensato a tutti i nostri momenti, ed ho sentito qualcosa bagnarmi la guancia, quando ho capito che si trattava di una lacrima mi sono meravigliato di me stesso, per quel piccolo momento di debolezza che ero riuscito a provare dopo tanto tempo. E lì ho capito quanto veramente tu sia importante nella mia vita. Poi quando Vittorio ti ha baciata ho sentito il sangue ribollirmi nelle vene. Tu sei cosa mia, Rebecca. Te l'ho già detto e te lo diró sempre. Perchè per quanto stronzo possa essere, ci tengo veramente tanto alle persone a me più care. Ed ora io... cioè... non ho mai detto a nessuno una cosa del genere, ma con te sento di poterlo fare... ecco Rebecca... io..-

Viene interrotto dal mio telefono che squilla. Sbuffa sonoramente ed io leggo il messaggio, che è da parte di Nicole:

"Rebecca, stiamo andando in ospedale, Einar è svenuto"

A queste parole faccio leggere il messaggio a Biondo e poi corro subito di sotto.

-Cosa è successo?-Chiedo non appena vedo Nicole di sotto.
-c'è sua madre- risponde Nicole.

Rabbia. La rabbia è l'unica cosa che in questo momento riesco a provare. La rabbia per quella donna che ha fatto subire al mio migliore amico tutte quelle cose. Lei non c'era quando Einar piangeva, lei non c'era quando Einar la pensava, non c'era quando si sfogava, non c'era quando si arrabbiava, urlava. Non c'era nei momenti peggiori della sua vita.
Ed ora è venuta, quando le cose stanno andando bene e quando Einar sta cominciando ad essere conosciuto.

- ora dov'è?- chiedo io, con un filo di voce.
-è in ospedale, l'ambulanza è venuta qualche minuto fa, stavamo aspettando voi per andare in ospedale.-
-merda...come ci vado in ospedale senza la macchina? Non so neanche dove sia l'ospedale!-dico io in tono isterico.

-Ti accompagno io- dice Biondo.
-grazie- rispondo io.
Usciamo dall'hotel e entriamo in macchina. Per tutto il viaggio rimaniamo in silenzio, ma non un silenzio imbarazzante.

Arriviamo in ospedale.
-Scusi sa per caso dove si trova Einar Ortiz?- chiedo ad un'infermiera di passaggio.
-stanza 237, la prima a destra del secondo piano.- risponde lei.
La ringrazio e corro subito in quella direzione seguita da Simone.

Non ho dimenticato le sue parole, anzi, sono impresse per sempre nel mio cuore, ma adesso non è l'ora di pensare a questo, di lui me ne occuperó più tardi.

Attraverso la finestra della stanza vedo Einar parlare con qualcuno.
Entro e mi avvicino al suo letto.

Rimango straziata quando vedo...
-Signora Ortiz- dico io in un misto di rabbia, stupore e freddezza.

Quel Biondino Accattivante •BIONDO•❄️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora