Tu l'hai chiamata sofferenza, io lo chiamo vivere.
La gente comincia ad ammucchiarsi vicino ai binari dove giace "sfracellato" il corpo di mia madre.
È irriconoscibile: le gambe non ci sono più e quel poco che resta del busto è ricoperto di sangue. Comincio a piangere ininterrottamente e per un momento mi sembra di non respirare più: lei è morta, qualcuno l'ha uccisa. Non avrò più una madre, uno dei punti di riferimento più grandi non c'è più. Comincio a piangere ininterrottamente, e un'anziana signora paffutella mi si avvicina, poggiandomi una mano sulla spalla.10 minuti dopo mio padre è lì, non so manco come abbiano fatto a rintracciarlo, con lui c'è zia Armanda, la sorella di mamma, che mi porta subito via.
-Lei è morta...- dico con gli occhi incorniciati dalle lacrime. Mi abbraccia stringendomi forte a se, come per cercare di levarmi tutto il dolore possibile.
-Quando sarò grande, troverò l'uomo che l'ha uccisa- affermo -a tutti i costi...-Mi sveglio stavolta non sudata, questa è la parte del sogno "più calma", per modo di dire ovviamente....sono le 06:00 e decido di alzarmi.
Faccio una doccia lasciando che l'acqua calda rilassi del tutto i miei muscoli e che allontani, anche se per poco, i miei pensieri, cosa che però non riesce a fare perché mi focalizzo sul "caso Elizabeth", perché fa così?
Cosa le sta succedendo? Da quando Aiden è arrivato la mia vita è totalmente cambiata, ahhh...fanculo Aiden!Eh si, da vigliacca che sono preferisco attribuire la colpa ad altre persone non ammettendo che l'unica colpevole sono io.
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È l'ora di religione. E chi la ascolta a questa? Penso di aver perso addirittura il filo del discorso, dove non ho mai infilato l'ago.-Prof. Posso andare in bagno?- domando ad un certo punto.
La minuta donna annuisce un po' delusa, intuendo che non devo realmente andare in bagno, un po' mi fa pena.Esco dalla classe e comincio a vagare, insieme ai miei pensieri. Estraggo il telefono componendo il numero di Elizabeth che anche oggi non è venuta a scuola.
-Pronto?- risponde dopo 5 squilli
-Elizabeth cazzo, dove sei?-
-Ehm...in giro, ora devo andare...-
-Eh no Elizabeth, stavolta no, ho lasciato uscire tante persone dalla mia vita e tu non sarai tra queste, ok? Preferisco sapere di non essere più un cazzo per te che rimanere avvolta nel senso di colpa! Che ti sta succedendo??- sussurro con voce rotta -Dov'è l'Elizabeth che ho conosciuto?-
-Non sai quanto vorrei dirti che succede- sussurra piangendo
-Eh allora dimmelo, perché io Elizabeth non ce la faccio più, non così- concludo riattaccando.Non so come definire questa telefonata, c'è qualcosa che non va, e ho un brutto presentimento, Elizabeth che mi nascondi?
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Parcheggio la macchina per la terza volta cercando di metterla dritta. Ah odio parcheggiare.Mi avvio verso la porta d'ingresso cercando disperatamente le chiami in quel pozzo di San Patrizio che io chiamo borsa.
È possibile che si volatilizzino quando mi servono.
Un tocco di spalla mi fa sussultare lanciando le chiavi in aria.
-Elizabeth...- sussurro sorpreso
-Vieni entriamo in casa, sei sola giusto?- annuisco ed entriamo dentro l'abitazione.
Butta il cappotto verde militare sul divano e si accomoda passandosi una mano sotto gli occhi, solcati da due profonde e ben evidenti occhiaie, poi alza lo sguardo verso di me e in quegli occhi azzurri non ci vedo altro che dolore....
-Madison...- comincia sussurrando -mi hanno diagnosticato un tumore al seno...- la fisso, perplessa.
-Elizabeth dai, seria....- proclamo in modo isterico, -non è vero...non può..no- dico cominciando a piangere disperatamente, si avvicina a me ma indietreggio, vedo tutto sfocato grazie alle lacrime.
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Live me without fear
ChickLitLe ferite del passato influiscono sulle persone che siamo, il dolore che ci ha attanagliato per molto tempo, non si cancella con il tempo, ma scema solo di fronte a nuovi ricordi, a nuove emozioni. Superare il dolore significa lasciare indietro il...