Erano un libro aperto i tuoi desideri, ed io ho strappato tutte le pagine.
-Ciao piccolina, io sono l'agente Donny e oggi voglio soltanto farti qualche domandina sull'uomo che ha fatto del male alla tua mamma- bisbiglia il capo della polizia abbassandosi alla mia altezza. Ma con chi pensa di parlare? Non sono mica stupida!
-È morta, lui l'ha uccisa- ribatto secca fissando un punto indefinito della grigia e buia stanza in cui mi trovo, mi stanno interrogando per indagare sull'omicidio di mia madre.
-Oh, ehm... sì, tu mi sapresti descrivere questo uomo?- replica con aria seria e prendendo un quaderno dove, suppongo, segnerà ogni parola che pronuncerò.
Annuisco lentamente mentre il coso, Donny li, si siede e comincia a segnare qualcosa nonostante io non abbia nemmeno fiatato.
-Ha i capelli scuri, e gli occhi diversi: uno azzurro, e l'altro verde. Alto ma non troppo e magro. Sulla parte sinistra del viso, c'è un tatuaggio, ma non ricordo come e cosa fosse...-
-Non ricordi nient'altro?- domanda speranzoso.
-Sì.... nel suo sguardo , ho visto solo odio.-
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-Accosta Catherine, questo magazzino abbandonato andrà bene- urla Aiden a causa del volume della radio. Catherine fissa impassibile la strada di campagna in cui ci siamo intrufolati. Sembra turbata, come se l'esplosione dell'hotel l'abbia fatta... dispiacere, arrabbiare, ma come biasimarla?
Catherine accosta l'auto, siamo in un luogo isolato del mondo, tanto che mi domando se siamo ancora a Londra.
Ho ancora in mente l'hotel che esplode alle mie spalle, e tutte le persone morte, per colpa mia..... perché si, è colpa mia, se non stessi indagando per mia madre, a quest'ora, quelle persone, con una vita, con dei cari, sarebbero ancora vive.
E questo firma la mia condanna per l'inferno.
Aiden e Shawn scendono velocemente dalla macchina, mentre Adrian tira fuori un computer, digitando velocemente qualcosa su di esso.
-Madison, stai tranquilla....- sussurra a denti stretti Catherine prima di seguire a ruota i due. Ora sembra molto incazzata.
-Adrian....- sussurro -Perché Aiden e Shawn sono entrati dentro questa faccenda?-
Distoglie lo sguardo dall'aggeggio tecnologico e si gira verso di me, con sguardo, arrabbiato oserei dire.
-Davvero pensi che l'abbiano fatto per te? Erano dentro questa cosa da anni ormai, ti hanno aiutato solo perché tua madre era un'altra vittima che aveva però lasciato più tracce-
E quelle parole, mi uccidono, ma è logico, nessuno di loro due tiene così tanto a me da rischiare la proprio vita per scoprire la verità, in fondo lo sapevo e ho sempre sospettato avessero i loro motivi, ma pensare che lo stessero facendo per me.... mi faceva.... sentire bene.
Scendo dal veicolo dove dietro, i tre stanno legando l'uomo. Shawn mi lancia velocemente uno sguardo rassicurante e istintivamente mi sento in colpa anche per lui, mi piace, ma non tanto da avere una relazione con lui, voglio chiudere prima che la cosa si "evolva". È un bravo ragazzo, non merita questo.
Aiden prende l'individuo che ancora "dorme" per i piedi e Shawn per le braccia, mentre Catherine chiude con un colpo secco il portabagagli ma non prima di aver estratto da esso una tanica di benzina, cosa vuole incendiare?
-Adrian scendi dai!- urla la rossa e di conseguenza il ragazzo scende dalla macchina con una valigetta con dentro il computer.
-Ma è così importante?- domando corrugando la fronte, raramente, anzi, MAI, l'ho visto senza qualche aggeggio tecnologico vicino.
-Più di quanto pensi splendore- ribatte lanciando un accendino a Catherine, che sta buttando benzina sull'auto. Fa scoccare la fiamma appiccando il fuoco e sempre più velocemente la macchina scompare sostituita da del fumo che lentamente raggiunge il cielo.
-Figo vero?- domanda guardandomi alzando le sopracciglia.
-L'esperienza più bella della mia vita- ribatto ironica, anche se sono ancora abbattuta per tutte le vittime dell'hotel, non riesco a mandare a fanculo il senso di colpa, è più lacerante di ogni cosa in questo momento.
-Ragazzi si è svegliato, entrate!- annuncia Shawn.
Adrian e Catherine corrono all'interno dell'edificio, mentre io, ancora affranta, non oso muovermi.
-Madison....- sussurra Shawn avvicinandosi a me per abbracciarmi, e tra le sue braccia scoppio, per tutto: per l'hotel e tutte le sue vittime, per questa "missione da spie" che sto intraprendendo, per Catherine che solo ora si scopre a me come "Mia sorella", per Elizabeth e quello che ha affrontato che ancora non è finito e per Jace che la ama follemente all'oscuro del fatto che il suo sentimento sia ricambiato, e infine, l'ultimo pensiero a lei, e a cosa starà pensando ora di me.....
-Shhh..... anche io le prime volte ero così, davo la colpa unicamente a me stesso per quello che stavo facendo e pensare che persone morivano, per me, era ed è un fatto che ancora oggi e forse, anzi sicuramente, mi resterà sulla coscienza fino alla morte. Ma tu Nicole, ora, vuoi tirarti indietro?-
Voglio tirarmi indietro, ora? E non so che rispondere, perché potrei scegliere di essere immune a tutti questo o dimostrare di avere un cuore......
-Io Shawn.....non lo so, se devono continuare a morire così tante persone non so se lo reggerò..- annuisce debolmente e mi accompagna dentro.
-Bene stronzo, intanto.. come ti chiami?- domanda incazzato Aiden, che continua a camminare avanti e dietro. Vedo la vera rabbia nei suoi occhi, come se si stesse trattenendo dall'ucciderlo.
Il tizio, momentaneamente senza nome, resta fermo senza fiatare e contribuisce soltanto ad aumentare la rabbia di Aiden, che velocemente estrae un mini-coltello dalla tasca, puntandolo, con rabbia, vicino l'occhio dell'uomo. Quest'ultimo cerca, ma senza riuscirci, di tirarsi indietro per la minaccia appena rivolta dal ragazzo.
-Rispondi cazzo!- urla Aiden conficcando con violenza il coltello nel ginocchio dell'uomo, che urla di dolore. È una scena agghiacciante.
Gli occhi di Aiden sono iniettati di rabbia, e mi fa paura.....-Sono Marcos!- urla infine.
-Dovevo conficcarti un coltello nella gamba per farmi dire il tuo nome?- ribatte ironico il moro.
Marcos, è fermo, immobile, e non osa proferire ulteriori parole, fatto che questa volta fa infuriare anche Adrian che fino a quel momento se ne era rimasto muto in un buio angolo di quella misera stanza.
-Che vi ha ordinato il boss? E ti conviene rispondere tesoro, se vuoi ancora il tuo pisello incorporato- sputa scandendo ogni singola parola, che, come fuoco, arriva all'uomo legato alla sedia.
-Far saltare l'hotel in cui vi trovavate, così da farci rimanere secchi ognuno di voi!- ribatte con uno sguardo che dipinge gli occhi con il colore del diavolo , lo stesso che mi rivolse quell'uomo 12 anni fa.
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Non odiatemi per favore!
Ho avuto molto da fare e durante le vacanze pasquali, dato che sono andata a sciare, non ho cagato il telefono.
Bene, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, notte belli, kiss❤️
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Live me without fear
Chick-LitLe ferite del passato influiscono sulle persone che siamo, il dolore che ci ha attanagliato per molto tempo, non si cancella con il tempo, ma scema solo di fronte a nuovi ricordi, a nuove emozioni. Superare il dolore significa lasciare indietro il...