«Ragazzi, abbiamo avuto la richiesta per l'ammissione ad un banco» Maria attirò la nostra attenzione. «In molti lo conoscete già, facciamolo entrare..» mi concentrai verso l'entrata per capire chi fosse il nuovo arrivato, poi Maria si schiarì la voce. «Irama!»
Persi un battito.
Lui era lì, Filippo era in studio, per provare ad entrare nella scuola. Potevo percepire il cuore accelerare ad ogni respiro che tentavo di fare.
Prontamente Biondo si girò verso di me, lui sapeva tutto, gli avevo raccontato ogni minimo dettaglio della mia vita.
Lo rassicurai con un sorriso, finto più dei costumi di Halloween, e ricevetti un sospiro arreso da parte sua; probabilmente non aveva creduto un minimo alla mia pseudo smorfia.Intanto, Maria continuava a parlare con Irama.
Lui sembrava super tranquillo, infondo era ciò che amava. Quando l'ho conosciuto, eravamo ad X-Factor; partecipammo al talent entrambi e..I miei pensieri furono interrotti dalla base della canzone, conoscevo quel testo come fosse mio.
Lo aveva scritto una sera, quando eravamo tornati da un ospedale vicino casa mia, nel quale vi era anche mio nonno, il mio angelo.«Che vuoi che sia
Ti trucchi un'altra volta
Andiamo via».La sua voce mi perforava il cuore, mi travolgeva. Per un istante pensai di poter venir meno, ma mi ero ripromessa di non farmi più vedere debole da nessuno.
Mi accorsi di avere lo sguardo puntato verso le mie mani, quando Nicole mi urtò col gomito ed io fui costretta a guardarla, con fare interrogativo.
Mi domandò con lo sguardo cosa avessi ed io sorrisi, scuotendo la testa per far capire che non avevo nulla, sì, quel nulla di chiamava Filippo.Voltai lo sguardo verso lo studio ancora con il sorrisetto stampato sul volto ma, nel momento in cui mi girai, incontrai gli occhi di Irama, che aveva appena finito di cantare la prima canzone; conoscevo quello sguardo, stava studiando tutti, capiva le persone con poco. Ma non si rese conto, probabilmente, di aver lo sguardo fisso su di me da secondi interminabili. Lo distolsi io. Non lo reggevo.
[IRAMA]
Ero entrato in studio sicuro di me, come sempre. Io ero un tipo convinto di ciò che faceva, ero così anche da bambino, se volevo una cosa lottavo per averla. Molte persone nel pubblico mi conoscevano, Maria anche mi conosceva, così come Rudy.
Spiegai la mia situazione, del contratto annullato, della possibilità che volevo darmi e del bisogno di studiare che avevo in quel periodo. Volevo migliorare sia la mia musica, sia la mia persona ed ero pronto per il salto, per il risultato definitivo delle mie azioni.
Ero sparito per fin troppo tempo, non avevo lasciato nessuna traccia di me ma era il momento di emergere il triplo.
Ero pronto a riprendermi tutto.La prima cosa che feci, quando entrai, fu guardare tra i banchi e la notai subito. Era lì seduta, con lo sguardo basso e la mascella serrata. Lasciai correre, mi concentrai sulla mia esibizione.
La prima canzone che cantai, fu un inedito scritto qualche tempo fa. Raccontava di una storia d'amore, un ragazzo ed una ragazza, lei malata di leucemia. Una storia che mi colpì dritto al cuore, l’avevo vissuta in prima persona, assieme a.. lasciamo stare. Fatto sta che, ad oggi, il ragazzo è diventato un mio caro amico, da quando ha perso lei io non l’ho più lasciato solo, non me la sono sentita.Intanto che Maria raccontava di me, io mi voltai e sorrisi un po' a tutti, finché non arrivai a Drey. Stava sorridendo alla sua compagna di banco e quando incontrò i miei occhi, il suo sorriso si spense improvvisamente. Gli occhioni neri come la pece ressero il mio sguardo per poco tempo, difatti si voltò dietro a chiacchierare sottovoce con qualcuno.
«Filippo, vai, la seconda!» fu Mariaa riportarmi alla realtà.
La prossima canzone che avevo portato era Che ne sai ed era una canzone più leggera.
Il pubblico batteva le mani a tempo mentre cantavo ed al ritornello mi scatenai a più non posso.
Mi girai verso i banchi e notai Drey muovere le labbra, con lo sguardo fisso sul banco. Stava cantando anche lei la mia canzone, conosceva ogni mio testo.Conclusi, finalmente, e rimasi al centro dello studio, in ansia di sapere.
«Allora, ora sta a voi decidere se può restare o meno» iniziò maria. «Rudy?»
«Assolutamente sì.» rispose il prof Zerbi alla domanda ed io sorrisi, ringraziando con lo sguardo.
meno uno.
«Carlo?» seguì con lo sguardo, la padrona di casa.
«Mah, per me sì, mi piacerebbe lavorarci.» ennesimo boato, nel pubblico e nel mio cuore.
meno due.
«Paola?»
«Ho notato delle potenzialità e, ovviamente, c'è da migliorare qualcosa» lasciò le parole a mezz'aria, cosa che provocò in me uno stato d'ansia. «Quindi, per me è sì» che sollievo, avrei saltato di gioia se non avessi dovuto mantenere la mia aria seria.
«Giusy?»
«Sì anche per me!»
Quattro sì, il mio nuovo inizio.Esultai sollevando la mano verso il cielo e corsi da Maria, avvolgendola in un abbraccio. Mi consegnò la mia felpa nera e ringraziai tutti.
«Allora, ti mando..» pregai di non capitare nella sua squadra. «Nel Fuoco. Vai! Il posto accanto a Drey» ed ecco che le mie preghiere finirono a puttane.
Ringraziai ancora una volta e salii al mio posto; durante la pubblicità ebbi il tempo di cambiarmi e di presentarmi.
[DREY]
Irama era riuscito ad entrare, ero felice per lui, poteva finalmente concentrarsi su ciò che ama.
«Nel fuoco, vai, il posto accanto a Drey» Questo era decisamente un complotto!
Se avessi potuto, avrei urlato dal nervoso.
Quando si sedette accanto a me, io non osai guardarlo neanche un secondo, non avevo intenzione di parlargli né tantomeno di aver un rapporto di amicizia con lui.Durante la pubblicità, Irama si presentò a tutti, ma non ci feci tanto caso perché io ero intenta a parlare con Biondo, il quale stava facendo di tutto per distrarmi dalla situazione.
Difatti, Ira non aveva osato parlarmi ed era forse la cosa migliore per entrambi.«E quindi me so detto, ma perché devo sclerà per così poco?» Biondo mi stava raccontando di Emma e del suo nervoso nei confronti di Yaser. Aveva visto un atteggiamento strano da parte di lui e, purtroppo, non poteva far scenate di gelosia perché lei non sapeva della cotta segreta del sex symbol freddo.
Risi costantemente ad ogni parola del biondino e scossi la testa divertita; feci per rispondere ma Maria annunciò che eravamo nuovamente in diretta. Irama era rientrato ed aveva indosso la tuta nera. Era carino, infondo, lo guardavo con la coda dell'occhio.
«Drey, come mai non ti sei presentata al nuovo arrivato?» il prof Carlo mi riscosse dai miei pensieri, non sapevo cosa rispondere e mi voltai verso la commissione.
«Non sono un tipo molto socievole ma, se può accontentarvi: Piacere, sono Drey, c'è anche scritto» mi voltai verso Irama porgendogli la mano che lui prontamente strinse, unendo la sua risata a quella di tutto lo studio.
Sì, facevo ridere tutti la maggior parte delle volte, ero un clown, dannazione.
Ma in quel momento pensai esclusivamente al contatto della sua mano calda contro la mia gelida. Ritirai la mano con un gesto veloce e sperai che quella puntata finisse prima possibile.Avevo solo bisogno di un letto.
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Tornerai da me. [ IRAMA ]
Fanfiction10.04.2017 - COMPLETA. BESTSCORE: #2 in fanfiction / #1 in Irama - Irama Plume. Mentre mi preoccupavo di dargli tutto l'amore del mondo, lui non si interessava nemmeno di dirmi "ti porto a prendere un gelato" nelle lunghe giornate in cui non mangi...