Twenty-one.

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Una settimana dopo.

[ IRAMA ]

Ultimamente mi trovavo spesso solo con i miei pensieri, avevo brutti presentimenti da qualche giorno ma non sapevo a cosa erano dovuti.
Non erano dovuti sicuramente a Drey, con lei stava andando tutto bene e mi sentivo finalmente completo.
Mancava decisamente poco al serale, dunque la produzione ci aveva lasciato due giorni liberi che ci sarebbero serviti per salutare i nostri cari, prima di essere rinchiusi nelle rispettive casette.

Stavo trascinando la valigia giù per le scale, assorto nei miei pensieri, tant'è che non mi accorsi di una presenza al mio fianco.
«Sempre bello comunicare con te, frate» proferì Biondo, posandomi una mano sulla spalla.
Accennai un sorriso e scossi la testa. «Scusa bro, ero sovrappensiero»
«Ancora con quella storia dei brutti presentimenti?»  mi guardò torvo e scosse la testa. «Ti stai facendo seghe mentali, stai sciallo»

Annuii semplicemente alle sue parole e raggiungemmo l'uscita dell Hotel, dove ci aspettavano gli altri.
Mi avvicinai alla figura minuta che mi dava le spalle, intenta a parlare con la sua migliore amica; circondai il suo bacino e posai il mento sul suo capo, facendola sussultare per il leggero spavento.
Rilassò i muscoli quando si rese conto che ero io ed ero sicuro che stesse sorridendo.
Quando Nicole si allontanò, la voltai prontamente verso la mia figura e curvai le labbra in un ghigno divertito.
«Devi smetterla di farmi venire infarti» soffiò in modo cauto, passando una mano tra i capelli «Dovresti fare più rumore, quando cammini»
Mugolai in risposta, affondando il viso nell'incavo del suo collo; posai un bacio umido contro la pelle nivea, causandole la pelle d'oca. «Non ci sarebbe gusto» sussurrai in modo decisamente roco e, qualche istante dopo, catturai tra i denti un lembo della sua pelle.
Sospirò piegando la testa su un lato, lasciandomi più spazio per poter completare il mio lavoro.  Quando mi allontanai, soddisfatto della macchia violacea, notai il rossore sulle sue guance.
«Sei pazzo, sembrava chissà cosa e se ci vedono sai che figura pessima facciamo, insomma non mi dispia..»  bloccai le sue parole, posando le labbra sulle sue in un bacio poco casto.
Le mie mani affermarono le sue natiche, che strinsi possessivamente tra le dita.
Soffocai uno dei suoi ansimi, insinuando la lingua per dare maggior passione a quel bacio, percependo le sue dita affusolate affondare tra i miei capelli.

Una tosse, la solita, di costrinse ad allontanarci ed uno sbuffo sfuggì dalle mie labbra; portai lo sguardo su Biondo che, con un sorriso sghembo, scuoteva la testa.
«Minchia, stavate per consumare qui, davanti a tutti»  esordì, portandosi una mano sulla fronte.

Alle parole del mio migliore amico, Drey avvampò palesemente e mi diede una lieve spinta.
Era imbarazzata, decisamente imbarazzata, al contrario di me.
«Sto per perdere il pullman» sviò il discorso precedente e, dopo aver lasciato un bacio sulle mie labbra ed uno sulla guancia di Simone, si allontanò camminando velocemente per poter raggiungere il mezzo.

«Sei un guastafeste» mi rivolsi al ragazzo al mio fianco, roteando gli occhi.
«Vi ho salvato la reputazione, calcola che è pieno di maniaci e magari vi avrebbero ripresi e messi su youporn»  iniziò il suo discorso, con un'aria seria che mi fece scoppiare a ridere «"Scandalo: Irama Plume e Drey Levis, concorrenti di Amici, consumano sui sampietrini"»  concluse indicando una scritta invisibile. «Sarebbe stato il trauma di milioni di adolescenti»

***

«E quindi, raccontami! Sei entrato al serale? Come è stato? Che hai provato? Ti senti bene? Con Drey? Me l'hai salutata?»  mia sorella mi stava invadendo di domande ed ero arrivato a casa da soli dieci minuti.
Ero stravaccato sul divano, con un'aria decisamente stanca che mia sorella notò prontamente.
«Che hai? Hai la febbre? Non ti senti bene? Oddio, vado a prendere le medicine, aspetta, chiamo Giacomo così le prende lui, è di strada, che ci vuole a prendere una ventina di medicinali!»
«Jo, non ho niente! Mi stai solo stressando, con tutte queste domande» mormorai ormai esasperato, ricevendo un piccolo buffo sul ginocchio. «Ah, che dolore!» recitai, provocando la sua risata.
«Ma almeno raccontami qualcosa» si accomodò al mio fianco, portando una mano a carezzarmi i capelli.
Sorrisi lievemente, scrollando le spalle. Avevo tante cose da raccontare ma non sapevo da dove iniziare.
«Allora, uhm, sono entrato al serale ed è stata un'emozione magnifica. Mi hanno detto che ho talento e che sono pronto, che i miei testi sono belli e la Turci mi ha detto che spera di vedere più le mie emozioni ed il mondo interiore che nascondo» Jolanda annuì alle mie parole, facendomi cenno di continuare «Non ci ero mai riuscito prima, penso che sia stato grazie a Drey»
Mi guardò con un sorriso a trentadue denti e con gli occhi lucidi come una bambina il giorno di Natale. Aggrottai la fronte e, con lo sguardo, le chiesi cosa avesse.
«Sei innamorato, mi ricordo ancora quando tornasti a casa entusiasta di aver conquistato la sua fiducia e, secondo la tua mente malata, era solo perché volevi portarla a letto»

Tornerai da me. [ IRAMA ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora