Six.

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[ Narratore esterno ]

I ragazzi erano rientrati tardi, dato che oggi sarebbe stato il loro giorno libero.
Erano circa le 10:00 ed erano già tutti in piedi, tranne Drey. Lei era una dormigliona di prima categoria, odiava alzarsi la mattina presto.

Emma e Biondo stavano provando a svegliarla da ben dieci minuti mentre Irama era in bagno, da circa mezz'ora.

Quando uscì, si avvicinò al letto di Drey, posizionandosi al fianco di Biondo.

«Non si sveglierà mai, dobbiamo uscire alle 11:30»  disse il giovane dai capelli biondi, sbuffando sonoramente.

Irama sorrise, scuotendo la testa «Davvero non sapete come farla svegliare?»  Chiese poi, ricevendo un no da parte dei sue due compagni di stanza.

Il castano fece segno di guardare la maestria e si arrampicò sulla scala, trovandosi a pochi centimetri da lei. Osservò quella scena qualche minuto: le labbra semi aperte, l'espressione rilassata e qualche ciocca di capelli le ricadeva sul viso.
Fu Emma a scuoterlo e lui annuì, imbarazzato.

Irama allungò la mano verso il lobo destro di Drey e lo massaggiò utilizzando pollice e indice, per qualche secondo.
Gli occhi della sempre addormentata si aprirono lentamente ed egli sorrise, rendendosi conto solo in quel momento che non era cambiata poi così tanto.

[ DREY ]

Quando aprii gli occhi, mi trovai il viso di Irama a pochi centimetri dal mio; ci risiamo, un tuffo al cuore.
La cosa buffa era che ricordava ancora il modo, unico e solo modo, per svegliarmi, il ché mi fece sentire un minimo soddisfatta anche se non sapevo per quale ragione.

Mi rivolse un sorriso ed io spostai il suo corpo, per poter scendere.
Avevo lo sguardo di Emma e Biondo addosso e non capivo esattamente il perché; mi stavo innervosendo, odiavo avere l'attenzione su di me, soprattutto di prima mattina. Odiavo praticamente ogni essere vivente in grado di respirare.

Feci per scendere ma, ovviamente, persi l'equilibrio e mi ritrovai per terra.
Ma il pavimento da quando aveva un corpo?
Deglutii ricevendo risate da parte dei miei compagni, tranne da Irama. Lui mi stava guardando, con un sorriso stampato sul volto mentre lo schiacciavo con la mia pacatezza da rinoceronte.

«Scusami» esordii sollevandomi velocemente da lui; Biondo aiutò il castano, senza smettere di ridere.
Situazione imbarazzante.

***

Eravamo usciti da un'oretta; io avevo optato per uno skinny chiaro, un maglione abbastanza largo bordeaux e delle vans del medesimo colore.
I capelli erano raccolti in uno chignon disordinato e, come sempre, non avevo alcun tipo di make-up.
Quella sera c'eravamo tutti, ma proprio tutti, eravamo in giro per Roma ed al mio fianco c'era Nicole che mi teneva il braccio.
Stavamo parlando del più e del meno, io ero forse l'unica vestita in modo più semplice.
Detestavo vestitini e quant'altro, non mi piaceva prepararmi e sembrare una principessa.

«Mi sta guardando?»  Mi domandò sottovoce Nicole, riferendosi ad Ale. Io sorrisi divertita dal suo comportamento e le diedi conferma; lui non le staccava gli occhi di dosso, sembrava che stesse guardando un'opera di Van Gogh e Nicole era seriamente paragonabile a tutto ciò.

«Anche lui  ti sta guardando e non poco»  mi confessò poi, ricevendo un'occhiata spaesata da parte mia.
Mi guardai intorno, finché non portai lo sguardo alla mia destra: al mio fianco c'era Biondo, Einar al centro e sulla sua sinistra c'era Irama.
Stava parlando di qualcosa con i due e notai solo in quel momento che il suo sguardo finì su di me; stranamente riuscii a reggerlo, ero quasi folgorata: aveva indosso un jeans stracciato sulle ginocchia, una camicia scura che lasciava in bella vista il tatuaggio che aveva tra le clavicole ed i capelli sempre tirati in su, e le sue amate piume che scendevano dai lobi. Quelle piume.

Tornerai da me. [ IRAMA ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora