[ DREY ]
Erano passate un paio di settimane dal mio abbandono dalla scuola di Amici, stavo riprendendo i miei ritmi ed ero tornata alla mia amata Napoli.
Il primo giorno a casa, era stato strano; sentivo la mancanza di ognuno dei miei compagni ma non ero pentita della mia scelta.
Era stata la cosa migliore, perché non riuscivo più ad essere me stessa, avrei causato solo danni alla mia persona ed a chi mi stava attorno.Ora mi sentivo decisamente meglio, anche se il mio chiodo fisso era sempre su quella persona. Il primo amore era quello che ti saresti portata dentro a vita e ne avevo la sicurezza.
Non potevo comandare sulla sua vita, non potevo supplicarlo di amarmi, non potevo far nulla di tutto ciò.
Ma odiarlo a cosa sarebbe servito? A nulla. Non avevo neanche pretesti per farlo o forse sì, ma non volevo.
Irama mi aveva lasciato emozioni fantastiche, ero cresciuta con lui e grazie a lui.
Se non fosse mai entrato nella mia vita, probabilmente ora non sarei stata qui.
Ricordavo tutto di noi, ogni singola cosa, ogni minimo dettaglio.
Ricordare mi faceva sentire sollevata, come se lui mi appartenesse ancora.Flashback.
«Dolcezza» roteai gli occhi quando udii quella voce insopportabile e portai lo sguardo sulla figura che stava camminando verso di me.
«Che vuoi, Filippo?» chiesi con un tono scocciato che lo fece sorridere.
Diavolo, ma che aveva? L'avrei preso a pugni per quanto era sbruffone.
«Esci con me?» chiese, ancora una volta.
Erano due settimane che ci conoscevamo ed ancora non aveva capito che non mi interessavano gli stronzi.
Mi poneva quella domanda almeno due volte al giorno, ogni volta che ci trovavamo agli studi di xfactor.
«No» affermai, tornando a studiare i miei appunti.
Sbuffò sonoramente e mi strappò i fogli dalle mani; corrugai la fronte e mi alzai di scatto, tentando di riprenderli.
«Ridamelli subito.» alle mie parole, egli scoppiò in una risata notando la mia difficoltà nel recuperarli; aveva il braccio sollevato e la mia statura non era chissà cosa, quindi non riuscivo ad arrivare alla sua altezza. Non che fosse così alto, ma io ero di almeno dieci centimetri inferiore.
«Altrimenti cosa mi fai?» domandò in tono ironico, facendomi innervosire ulteriormente.
«Ti prendo a calci» mi allontanai da lui, incrociando le braccia al petto.
Curvò le labbra in un sorriso divertito e posò i fogli su uno scaffale alto; mosse diversi passi verso di me ed io indietreggiai, fino a trovarmi con le spalle al muro.
Posò le mani ai lati della mia testa e catturò tra i denti il suo stesso labbro inferiore; ero incastrata tra il suo corpo ed il muro.
«Piccola ed ingenua» soffiò, a pochi millimetri dal mio viso.
Deglutii quando le sue labbra sfiorarono le mie e provai una sensazione piacevole al mio stomaco; che mi stava succedendo? Io odiavo quel tizio.
Allora perché il mio cuore sembrava volesse uscire dal petto?
Le mie domande furono interrotte da qualcosa: stava lasciando baci umidi sul mio collo ed io ero rossa come un pomodoro.
«Smettila o io..» le parole mi morirono in gola, quando i suoi denti catturarono un lembo della mia pelle fino a tirare il sangue in superficie.
Mi lasciai sfuggire un sospiro che sperai non avesse sentito, non volevo dargli soddisfazione, come cazzo si permetteva di fare una cosa del genere? Era fin troppo forte rispetto a me, non riuscivo a spostarlo neanche di un minimo.
«Mi appartieni, sarai mia» mormorò con voce roca, quando si allontanò da me.
«Neanche tra un milione di anni!» sbraitai, avevo i nervi a fior di pelle e non risposi delle mie azioni; chiusi la mano destra in un pugno e colpii la parte bassa e sensibile del suo corpo.
«Porca puttana» si accovacciò a terra, lamentandosi del dolore. «Sei una stronza, cazzo!»Sorrisi divertita alle sue parole e mi piegai sulle gambe, dandogli una pacca sulla spalla. «La prossima volta, signorino Irama micascanotutteaipiedi, pensaci non una, non due ma bensì ottomila volte prima di avvicinarti a me» conclusi con tono minaccio e mi sollevai, lasciandolo lì.
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Tornerai da me. [ IRAMA ]
Fanfiction10.04.2017 - COMPLETA. BESTSCORE: #2 in fanfiction / #1 in Irama - Irama Plume. Mentre mi preoccupavo di dargli tutto l'amore del mondo, lui non si interessava nemmeno di dirmi "ti porto a prendere un gelato" nelle lunghe giornate in cui non mangi...