Tenebre malate

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I miss you - Blink 182

Sentii qualcosa di umido posarsi sulla mia fronte e qualcuno che mi stava chiamando. La sua voce.
Non era quella di Cameron, nemmeno Matt, no. Era di qualche tono più alta rispetto alle loro, ma aveva la stessa dolcezza nel pronunciare il mio nome. Pian piano aprii gli occhi e l'immagine del ragazzo seduto al mio fianco si fece sempre più nitida.

Kellin.

Cercai di alzarmi, mettendomi seduta e la testa mi fece un male cane. Mi guardai attorno e non riconobbi la stanza in cui ero. Troppo buia per essere la mia, troppo spoglia di effetti personali per essere di qualcuno che ci vivesse veramente. Nessuna foto sulle pareti, di un color bordeaux scuro, nessun oggetto personale, niente di niente. Solo un armadio stile antico, un tavolo che fungeva da scrivania e un letto, che si trovava sulla traiettoria di una finestra che filtrava la poca luce del sole di fine giornata riamasta.

Che posto era?

- Ti sei svegliata finalmente.

Disse il ragazzo dai capelli corvini e gli occhi di ghiaccio, guardandomi dolcemente.

- Dove mi trovo? Che è successo?

Domandai lui si alzò dal letto andando verso la porta della camera aprendola e urlando a qualcuno che mi ero ripresa dal colpo. Poi si riavvicinò e riprese il suo posto, portando una mano sulla mia fronte, da cui tolse delle bende sporche di sangue e sostituiendole con altre pulite imbevute di disinfettante.

- Sei svenuta e hai sbattuto la testa contro una pietra. James ti ha preso in braccio e ti abbiamo portato a casa. Sempre che si possa chiamare "casa".

Disse guardandosi intorno e sospirando le ultime parole.

- Ti sei fatta un bel taglio ma non rimarra la ciccatrice. Tranquilla.

Ricordi di qualche ora prima tornarono alla mia mente come un lampo in pieno ciel sereno.

- Da quando sei anche medico oltre che padre?

Dissi con tono irritato senza rendermene conto. Non rispose. Si bloccò per qualche secondo e senza dire niente continuò con la medicazione.

- Sam...mi...mi dispiace. - Sospiró- Ma quando sono venuti a cercarci qualche mese fa io...io..non potevo permettere che facessero del male a Copeland. Mi capisci?

Rimasi in silenzio lascinado che Kellin finisse di medicarmi la ferita. Dopo che collocò anche l'ultima benda, e avendo pensato bene alle parole da usare, gli risposi.

- Kells sono quasi morta per colpa tua. In tutti i sensi. Mi hai uccisa psicologicamente e poi quasi fisicamente. Non posso perdonarti così semplicemente. Capisco che lo hai fatto per tua figlia, ma stavamo insieme. Potevi dirmelo e lasciarmi fare la mia scelta invece di prenderla solo tu.

Dissi tenedo lo sguardo fisso sulle mie mani appogiate sulle mie gambe. Sentii due dita posizionarsi sotto il mio mento e alzare il mio volto. Era vicino, vicinissimo. Troppo. Fece scontrare le nostre fronti.

- Io ti ho sempre amato, Sam. Non c'è stato momento in cui non l'abbia fatto. Fin dal primo momento che ti ho vista a casa di James.

Sorrise debolmente, alzando l'angolo destro delle labbra, al ricordo di quella notte e poi continuò.

- Quando, quella notte, sei scesa dalle scale, sbadigliando, con tutti i capelli arruffati in una coda alta, con una maglietta dei nirvana nera, che ti arrivava alle ginocchia, coprendo quei tuoi pantaloncini neri con stampati degli smile, che trovavo tanto divertenti...

- Ti ricordi ancora tutto questo?

Chiesi sorpresa e allo stesso tempo felice che si ricordasse ogni singolo dettaglio. Kellin annuì.

Mio Piccolo Disastro C.D. (Completa) #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora