CAPITOLO 8

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ESMERALDA

Sono sul sedile dell' aereo mentre Alexander sta parlando con alcuni uomini in divisa e sembra impartire ordini a destra e a manca in russo.

Sono sconvolta dal modo in cui questi ascoltino ogni sua imposizione senza ribattere.

Stanno tutti con il capo chino e non osano guardarlo negli occhi...

Capisco che sia un ricco imprenditore, però non capisco perché é come se ognuno di loro lo temesse.

Il rispetto che gli portano dà l' idea di essere il frutto non tanto della stima che nutrono nei suoi riguardi, bensì della paura.

Ecco cosa scorgo negli occhi di queste persone, tanta paura, terrore, tutti lo temono ed è come se fossero costretti a stimarlo.

Dopo un po' lo vedo avvicinarsi a me, immediatamente volto il capo verso il lato del finestrino e osservo il paesaggio che si staglia al disotto.

La visuale é davvero splendida, il mondo dall' alto sembra essere diviso in fasce di colori.

Verdi terre , lande e montagne argentee.

Wow, rimango estasiata, posso addirittura riconoscere piccoli borghi, segnale che stiamo atterrando.

" Esmeralda tieniti forte, stiamo atterrando" Mi sussurra da dietro una voce troppo familiare.

Poi vengo alzata da forti braccia ed il mio viso si va a schiantare contro il petto marmoreo di Alexander.

" Non c'è bisogno che mi tieni in braccio come se fossi una marmocchia" Mi lamento stufa mentre lui scoppia in una sonora risata.

Il suo petto vibra in maniera così forte che per poco non viene da ridere anche a me.

Mi accarezza delicatamente una guancia e mi posa un dolce bacio sulla fronte.

" Voglio solo tenerti stretta" Risponde per poi cullarmi fra le sue braccia come se fossi una bambina.

Atterrati a Mosca le porte del jet vengono spalancate ed io inizio a muovermi con moltissima calma.

Devo escogitare un piano per ritornare a Londra, immediatamente.

Questa è l' ultima possibilità che ho di sfuggirgli, altrimenti ,una volta a casa sua, sarà davvero difficile scappare.

Atterriamo su una pista e dal finestrino dell' aereo studio i movimenti intorno a noi.

Non c'è nessuno, solo io , Alex ed i suoi uomini, non potrei chiedere aiuto a nessuno.

Mannaggia...

É sicuramente molto più veloce di me e mi prenderebbe subito, però devo tentare.

In fondo non perdo niente. Appena sarà distratto urlerò come una pazza per tutta la zona limitrofa alla pista e qualcuno dovrà pur sentirmi, no?

Scendo molto lentamente dal jet e mi dirigo verso Alex.

Lui mi fa cenno di salire su una Ferrari ed io annuisco.

Mi apre lo sportello dal lato del passeggero ed entro in macchina.

Lui, invece, parla con alcuni uomini e , quando lo vedo allontanarsi di poco dalla Ferrari, capisco che questo è il momento adatto per mettere in atto il mio piano.

Come una furia , come mai ho fatto in vita mia, apro lo sportello e mi "lancio" in una corsa folle, senza una meta in mente, però con la sola voglia di fuggire e ritornare a Londra.

Corro fin quando non incrocio un uomo vestito in maniera distinta.

Mi osserva silenzioso, fin quando non mi avvicino e prego che sia in grado di parlare in inglese.

Non Puoi SfuggirmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora