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Sascha P.O.V.
Dopo aver salutato Ste mi avviai verso il mio gruppo che mi accolse con qualche pacca sulle spalle.
-sa ma tu e lepri siete amici?- guardai la fonte che era Ostuni, e chi poteva essere...

-ma ti pare??- gli dissi cercando di essere il piú convincente possibile.
-non lo picchi piú, ti ricordi come ci divertivamo? Dacci la conferma che tu dici la verità... oggi pomeriggio lo picchierai davanti a noi.- cazzo e ora che minchia devo fare?

-va bene lo faró.-

Stefano P.O.V.
Io avevo sentito tutto. Sascha aveva accettato di picchiarmi... iniziai a correre verso la mia classe e guardai Sal che capii subito che c'era qualcosa che non andava.

Gli raccontai tutto in quelle tre ore, di cui non ascoltai una minima parola di quello che dicevano i professori.
Ero agli armadietti e facevo finta di niente, quando sentii dei ragazzi urlare "Burci Burci!" E vidi proprio Sascha che si avvicinó a me.

La folla ci circondó, vicino a me c'era Sal che era veramente dispiaciuto.
Sascha strinse i pugni e mi guardó con gli occhi lucidi, poi sussurró:

-scusa... ti prego perdonami...- detto ció mi sferró un destro, dritto sulla guancia e io non replicai. Mi coprii semplicemente la bocca con la mano e chiusi gli occhi per il dolore.
-Burci! Burci!- tutti gridavano il suo cognome e io lo guardavo con gli occhi lucidi.

Salvatore mi teneva in piedi mentre Sascha mi dava il secondo ed il terzo pugno.
Dal mio labbro usciva un po' di sangue, il ciuffo mi ricadeva sulla fronte (muoio è bellissimo😍) e Sascha continuava a fare quello che i suoi compagni gli dicevano.

Come potevo perdonarlo? Come potevo amare un ragazzo che mi aveva picchiato per il suo onore?

Mi passai una mano tra i capelli e riaprii gli occhi, ritrovandomi la scena di tutta la scuola che rideva, Sascha che mi guardava e Sal che provava ad aiutarmi.

Quando smise di prendermi a pugni e a calci, mi alzai dolorante e chiesi a Sal se mi poteva accompagnare a casa, o almeno provai a rialzarmi ma ricaddi per un dolore insopportabile che mi prese alla caviglia.

-porca puttana la caviglia!- mi sdraiai a terra e chiusi gli occhi per il dolore mentre Sal e Giuseppe, che era arrivato da poco, provavano a vedere se era rotta.

-quel coglione ti ha slogato la caviglia. Deve fare malissimo, vieni andiamo.- salvatore mi mise un braccio attorno alle spalle e mi aiuto a camminare, anche se io non volevo. Io dovevo parlare con Sascha.

Qualche ora dopo...
Ero a casa da solo, mia madre era ad una visita da mia sorella sempre per quel fatto dell'aborto e per vedere se tutto era andato bene.
Io ero seduto sul divano, cercavo di prendere sonno, ma non ci riuscivo, Sascha mi riempiva la testa in qualunque momento.

Dopo un po' sentii il citofono, cosí zoppicante andai ad aprire pensando fosse mia madre, ma non fu cosí.
-Sascha vai via.- dissi rimettendomi comodamente sul divano.
Lo guardai in faccia, aveva gli occhi gonfi e lucidi, segno che aveva pianto.
Ovviamente era lui quello sottomesso che doveva piangere, certo...

-ti prego Ste...- era da tanto che volevo farlo:  rispondere al bullo che per anni mi ha picchiato, avendo ragione.
-cazzo Sascha, mi hai quasi rotto una caviglia solo per non far sapere al tuo gruppo di merda che io e te stiamo insieme. Ma mi spieghi cosa cazzo te ne frega dell'opinione di quegli imbecilli?-

Lui rimase in silenzio e guardó il pavimento in cerca di una risposta.
Eheh bella domanda, chissà cosa risponderà...

Piangio... voi piangite?
Che grammatica 😂❤️

Se ti dicessi che ti amo?|| Saschefano [finita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora