Chapter thirty-six- Hospital

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"Lei crede in Dio?" mi chiede affianco a me una donna dai lineamenti solcati dal tempo

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"Lei crede in Dio?" mi chiede affianco a me una donna dai lineamenti solcati dal tempo. Non rispondo, continuando ad osservare in attesa la porta della sala operatoria in cui si trova Adrien.

Ho sentito il suo cuore smettere di battere sotto il palmo della mia mano, eppure mi dico che forse ho avvertito male io. Mi sfioro il ventre, sussultando. Il bambino sta bene, ma il fumo che ho respirato pare avermi indebolita.

Volto di poco il viso, scrutando stancamente la donna che persistente aspetta ancora una mia risposta.

"Perchè me lo domanda?" sussurro, guardando le orme da sotto la porta della sala operatoria.

"Perchè forse pregare potrebbe darti un po' di sollievo." Non le rispondo, schernendola con una smorfia. La verità è che la mia testa è troppo piena di pensieri per riflettere sull'esistenza di un Dio invisibile.

Non sanno ciò che fanno.

Penso io, mordicchiandomi il dito. La medicina nei Rifugi viene insegnata come base, non si hanno i giusti libri per studiare cose specifiche ed io ho il fottuto terrore che possano sbagliare qualcosa.

Mi copro il volto con le mani, inspirando con foga. Spalanco un po' di più gli occhi, tentando di tenere a bada le lacrime, fin quando non mi pizzicano ed il naso mi si chiude. I singhiozzi mi si bloccano in bocca, dandomi fastidio.

"Non dovresti piangere, tu ed il bambino state bene." Mi dice la donna, nascondendo il suo volto nel cappuccio, senza che io possa vederla meglio. Rabbrividisco, spostandomi un po' più lontano da lei.

Le mani della donna si congiungono, piene di rughe, come se stesse pregando.

"Come sa che sono incinta?" sussurro, alzandomi. La sento ridacchiare, il suo tono di voce è dolce e melenso, troppo rassicurante per essere la voce di un umano e allo stesso tempo troppo diversa dalle scariche d'energia che rilasciano di Mannari.

"Si dice che la Dea sappia tutto," termina lei il discorso, sciogliendo il legame tra le sue mani. Le struscia sulla sua veste azzurra, alzandosi con leggerezza, quasi come se la gravità non riuscisse a legarla al terreno.

Rimango qualche secondo immobile, scoppiandole poi a riderle in faccia. Non una risata contenuta, ma isterica. Non so, pensandoci, per cosa rido. Forse per l'assurdità di tutto ciò che sta succedendo, o forse perchè lo sguardo dell'anziana è così pieno di dispiacere che potrebbe atterrarmi.

"Lei è pazza," le dico io, ancora ridacchiando. La donna si abbassa il cappuccio, facendosi cadere sulle spalle una cascata di capelli completamente bianchi. I suoi occhi non hanno colore, eppure sono i più espressivi che io abbia mai visto.

I suoi occhi mi sorpassano, fermandosi davanti alla porta della sala operatoria, poi sospira. "Cosa stai facendo?" non mi risponde.

Sobbalzo al tocco di una mano contro la mia spalla, voltandomi subito. Un dottore che, dal cartellino capisco si chiami Edward, mi guarda come se fossi pazza. "Con chi sta parlando?" Mi domanda lui, inclinando leggermente la testa di lato.

LA BESTIA- The Beauty and the Beast SeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora