Chapter Fourty-eight- Change

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Un mese dopo

Orion è accucciato tra le mie braccia, con il mio indice stretto nella manina. Lancio uno sguardo al mio orologio da polso, che segna l'una e mezza del pomeriggio.

Quando sono finalmente sicura che Orion stia dormendo, lo adagio nella culla in legno fatta da Xavier. Lo copro con una coperta verde, per poi sgranchirmi un po' le gambe.

Lascio che un sospiro scappi dalle mie labbra, per poi infilarmi il giubbotto militare di mio padre, uscendo da casa.

La nostra è una casetta modesta, in legno. Annael, come regalo, ha fatto crescere bellissimi fiori sulle pareti esterne della casa. La casa è quasi completamente composta da legno, questo perchè è il materiale più presente nei dintorni.

C'è un solo piano, con due stanze da letto, una cucina che funge anche da sala da pranzo, il bagno ed una sala.

Le case sono state costruite in tempo record, tutti si sono impegnati al massimo. Dopo una settimana in Antartide sono arrivate nuove persone.

La maggior parte sono fate o streghe. Il che ci ha aiutati molto. Annael, assieme ad altre tre fate, si sono occupate di rendere l'acqua potabile e di creare un lago di dimensioni molto espanse con acqua calda. Da li hanno poi formato dei condotti sotterranei, nel terreno, che collega l'acqua ad ogni tubatura delle case.

I nuovi arrivati hanno portato nuovi materiali, tra cui il ferro, il metallo ed il rame. Gli umani sopratutto si sono occupati di fonderli e modellarli per usarli come strutture edili.

I Lupi Mannari, invece, si sono occupati della caccia. È stato creato quindi un allevamento e dei piccoli orti.

Ognuno ha sfruttato il proprio potenziale. Io mi occupo di curare la nostra piccola comunità, anche se con pochissime attrezzature.

Rose cuce vestiti e ricuce quelli rotti. Michael si occupa invece dell'istruzione dei bambini e dei giovani grazie ai libri portati con se.

Ognuno, quindi, ha un proprio compito. Viviamo solo cooperando.

Mi alzo con passo felpato, deponendo Orion nella sua culla confezionata da Xavier stesso. Lo copro poi con una coperta leggera, di un verde sbiadito, lasciando che dormi.

Orion, a differenza dei neonati umani, non piange e non urla. Riesce a comunicare i suoi bisogno attraverso un solo tocco. Ha pianto solo quando è venuto al Mondo ma, per ora, sembra avere un temperamento molto calmo.

Che di certo non ha preso dal padre.

Sposto le coperte del mio letto, accucciandomici contro. Io, a differenza di quasi tre quarti dell'accampamento, soffro il freddo. Non avendo nessuna particolarità magica non posso alzare la mia temperatura corporea, ed il clima è ancora troppo estraneo per me da sopportare.

Chiudo gli occhi e lascio che la stanchezza cada lentamente dal mio corpo. Percepisco delle mani accarezzarmi la testa e delle labbra baciarmi l'orecchio e, successivamente, la clavicola.

Non ho bisogno di aprire gli occhi per capire che è Xavier. Lo riconosco dal suo profumo di erba, di selvaggio in contrasto con il suo tocco delicato.

Mi tocca come se avesse paura di vedermi sparire davanti ai suoi occhi.
"Sei stanca, usignolo?" Mi sussurra lui, sapendo benissimo che non sto dormendo. Sorrido leggermente ed apro gli occhi, mentre lui mi avvicina un po' di più al suo corpo.

Le nostre gambe si accavallano tra loro ed io mio petto si scontra contro il suo, facendolo grugnire.

"Abbastanza. Oggi ho visitato due bambini, una femminuccia ed un maschietto. La piccola si chiama Emily e ha un anno, è stata tutto il tempo a tenere il dito di Orion. Sembra che si piacciano." Ridacchio io, ricordando la scena.

LA BESTIA- The Beauty and the Beast SeriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora