k n o w

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>>Come può un ragazzo incantare
>>chiunque

Il rumore del campanello si sentì violento nella casa. Sussultarono e staccarono lo sguardo l'uno dall'altro presi dalla voce di Louise:
"Deve essere il notaio" Comunicò.
"Mi sono presa la libertà di invitarlo a cena, era così amico del signor Jeon... non vi dispiace, vero?" Chiese la donna nentre si fiondava ad aprire il portone con un accenno di malinconia nel nominare il defunto signore.

"No, sarà un piacere" rispose Taehyung, cordiale come sempre.

"Io non voglio cenare con un vecchio bacucco che si preoccupava soltanto di spillare soldi a mio nonno." rispose Jungkook ricordandosi la faccia del notaio.

Al giovane non stava simpatico quel vecchio, si ricordava come aggirava per la loro tenuta quando il nonno era impegnato, si ricordava come guardava i dipinti, con scherno e invidia.

"Suvvia Jungkook, lo conosciamo da tanto tempo."

Il giovane non fu convinto dalle parole della balia che chiamò la cameriera per accogliere meglio l'ospite.

Lasciò Jungkook e Taehyung all'unisono nel corridoio.

Il grigio scrutò esitante l'altro per qualche secondo, guardando il suo aspetto, finché non si soffermò ancora una volta su i suoi occhi, e su quel taglio inconfondibile e particolare:
"Tu sei suo figlio non è così? Somigli parecchio alla donna del dipinto di rubini."

"Scusami?"

Jungkook si sentì colpito nel profondo, erano ormai passati quasi tre anni dall'ultima volta che aveva guardato quel famoso dipinto, e Taehyung gli aveva ricordato la sua esistenza e l'immagine di esso era apparsa come una saetta a ciel sereno.

Quasi per un istinto primordiale si voltò e incominciò a cercarlo con lo sguardo in quel corridoio. Finché non lo vide da lontano: la cornice dorata e il rosso sfavillante dei rubini disegnati in quel dipinto era inconfondibile, quel dipinto segnava, tormentava e faceva innamorare.

Mosse dei passi nervosi verso di esso, seguito a ruota da un curioso Taehyung.

Il dipinto ritraeva la madre di Jungkook nel pieno della sua giovinezza, immersa nei rubini sangue di piccione. L'espressione della donna in quel dipinto era inusuale, fatale. Quel dipinto rappresentava il ricordo più nitido che possedeva di sua madre, prima che ella sparisse per malattia.

Da bambino Jungkook guardava quel ritratto creato dall'amato nonno, ipnotizzato dai rubini scintillanti che la madre teneva fra le mani.
Fu da allora che nacque il suo interesse smisurato verso quelle gemme rosse, dedicando i propri studi e il proprio tempo.

Lui non cercava normali rubini, lui cercava quei rubini. I sangue di piccione e in vent'anni ne aveva trovato solo due, quantità nulla in confronto a quella utilizzata nel dipinto che tanto aveva segnato la sua infanzia.

"Questo è il dipinto che più preferisco di tuo nonno" dichiarò Taehyung, ormai di fianco al ragazzo assorto.

"non posso dire lo stesso" rispose Jungkook.
"C'è troppa sofferenza legata ad esso, e tante persone hanno cercato di comprarlo e di possederlo... mio nonno non l'ha mai ceduto" Concluse.

"la tecnica usata per dipingere i rubini e strabiliante, ancora non l'ho imparata del tutto... tutta questa lucentezza che esprime"
Taehyung sfiorò delicatamente la tela. "Per non parlare dell'espressione di tua madre, è qualcosa di ipnotico" aggiunse poi.

Jungkook nonostante detestasse parlare di quel dipinto e dell'espressività di sua madre, non fu così tanto terribile per quella volta.

"È la cosa più significativa che mi rimane di lei, ho cercato quei rubini per tutta la vita."

Taehyung alzò un sopracciglio, guardando il moro con aria confusa e Jungkook capì al volo il motivo di tale incertezza: "Mio nonno, ha usato dei rubini veri per far posare mia madre" disse scandendo le parole e scrutando l'espressione tramortita del ragazzo più grande di un solo anno.

"C-cosa? Tutte quelle pietre così preziose?! Non mi aveva mai raccontato questa storia"
Rispose l'altro, spalancando le palpebre sorpreso dalle parole del più piccolo: non poteva immaginare che qualche essere umano potesse utilizzare realmente un centinaio di rubini, neanche il suo stravagante maestro.

Dal punto di vista tecnico, dopo tre anni comprese il motivo di quella perfezione.
Il pittore aveva avuto davanti tutti quei rubini per poterli riprodurre così nella tela.
Perché mai, il maestro non aveva detto al suo allievo quel fatale segreto?

"E adesso?" Incalzò con un velo di eccitazione e adrenalina nella voce.

"E adesso cosa?" Rispose Jungkook accennando un sorriso agli angoli della bocca. L'agitazione di Taehyung nei riguardi di quella storia quasi lo divertiva.

"Dove sono finiti tutti quei rubini?" chiese il grigio esitante.

"Questo non lo so"

🌒🌓🌔

painting of rubies |vkook•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora