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>>Quindi adesso il padrone è lui?<<


Niente poteva descrivere i sentimenti di Jungkook all'udire di quelle parole. La sua amata casa, la casa dove era cresciuto ricca di ricordi non era più sua, ma di un totale sconosciuto. Uno sconosciuto affascinante, certo, ma pur sempre uno sconosciuto.

Non poteva accettare di non possedere più quella dimora. Il fatto che il ragazzo pallido davanti a sé si fosse preso il nome prestigioso del nonno non era un problema, ma la sua tenuta di famiglia era inammissibile.

Un ricordo lontano riaffiorì.

Le colonne di legno in cui Louis, segnava la sua altezza da bambino.

"Guarda, Kookie, sei cresciuto ancora!" Disse la giovane Louis battendo le mani a un piccolo Jungkook di 4 anni.

"Vado a dirlo al nonno!" Strillò estasiato il bambino moro dagli occhi scintillanti, mentre correva via, fiondandosi nello studio del nonno.

"Aspetta! Jungkook, aspetta!" Lo rincorse la balia, con un velo di fiato. "Non disturbare così il tuo povero nonno!"

"Nonno!" Urlò di gioia il bambino salendo le scale di marmo cercando di non rotolare giù per le passatoie.

"Nooooonnoo!" Sgolò, aprendo la porta dello studio.

Trovò il signore su uno sgabello in legno del tutto immerso in un dipinto, e l'aria veniva cullata da una melodia di Beethoven.

L'urlo del bambino face schizzare via il pennello dalle vecchie mani.

"Santo il cielo, Jungkook. Quante volte ti devo dire di non urlare entrando nel mio studio" lo rimproverò il nonno.

"Chiedo scusa, nonnino" disse il piccolo, avvicinandosi al signore. Si mise fra le sue gambe e appoggiò la manina sul ginocchio dell'anziano. "Sono cresciuto ancora" annunciò con una vocina angelica e un sorrisetto impertinente.

Il petto di JungKook si fece pesante come il piombo, il suo sguardo si spense, le lacrime minacciavano di sgorgare fuori dagli occhi facendo mancare un battito a Taehyung, vedendo per la prima volta il moro così tanto... troppo debole e indifeso.

Jungkook, non fece scenate, non si arrabbiò, ma si limitò a sistemare il colletto della camicia Armani.

"Jungkook, io..." iniziò a boccheggiare Taehyung composto, senza farsi tradire dalle emozioni.

"Non importa... Taehyung, giusto?" Rispose il moro, facendo finta di non ricordare il nome del maggiore.

"Io non potevo immaginare che..."

"Ho detto che non importa." Si alzò e fece sussultare tutti nelle loro poltrone.

In fondo quel ragazzo perfetto dai capelli grigi e di salute cagionevole non aveva colpa di niente, quindi perché arrabbiarsi con lui, pensò JungKook.

"Chiedo scusa" Tentò di non far sgorgare fuori le lacrime e andò via dalla stanza senza guardare nessuno in volto, tutto il dolore per la sua perdita, stava venendo fuori in quel momento.

Non era una questione di soldi o di possedimenti, quelli erano i suoi ricordi.
"Jungkook!" Urlò Louis, vedendolo schizzare fuori dallo studio in quel modo.

A Jungkook importava poco e niente della figuraccia davanti al notaio, ma di qualcosa gli importava, di Taehyung. Non poteva credere di non riuscire ad attribuire una benché minima colpa a quel ragazzo, e questo mandava ancora di più il suo cervello in tilt.

Oltre al fatto che;

Suo nonno era morto.
Suo nonno, era morto.
Il suo, amato nonno, non c'era più.

Il respiro accelerava, mentre saliva le scale per andare a rifugiarsi nella sua vecchia stanza, come un quindicenne in preda agli spasmi, oppure come un essere umano in preda al dolore per la perdita di una persona amata, che solo in quel momento, trovando la casa senza la voce del nonno, ne aveva preso atto e consapevolezza.

Non sapeva come avrebbe trovato la sua stanza perché non entrava in quella casa da tre anni. Si tormentava, si dava dello stupido, dell'ingrato nei confronti del nonno. Pretendeva di avere quella casa, ma erano tre anni che i suoi piedi non toccava quei pavimenti. Quasi si strappò i capelli buttandosi nel letto -per sua fortuna- pulito da Louis, lasciandosi andare al dolore.


🌒🌓🌔

Ok, forse questo capitolo è un pò troppo angst, rip.

painting of rubies |vkook•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora