i g n o r e d

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>>baciami,
>>fosse l'ultima cosa che fai

Passarono due tranquille settimane nella tenuta.

Taehyung era cordiale, delicato, e amorevole. Suonava il piano deliziando l'udito di Jungkook ogni mattina.

Nuotava nella piscina, rilassandosi al suo interno. Conduceva uno stile di vita a sua misura, mentre quasi ogni giorno controllava la sua temperatura corporea in allerta dalle malattie che lo avrebbero colpito senza sosta.

Louis rallegrava la casa con i suoi canti e la sua cucina saporita. Mostrava a Jungkook le foto di quando era bambino -quelle più imbarazzanti- ridendo fino alle lacrime.

Taehyung, inoltre, dipingeva preso dall'ispirazione di qualsiasi cosa intorno a lui.
Il profumo di Louis scaturiva in lui voglia di dipingere quadri colorati e fioriti.

Taehyung era solito sedersi difronte al "quadro di rubini" Con raffigurata la madre di Jungkook tentando di copiare la sua tecnica, senza mai riuscirci.

Il suo sogno più grande era vivere d'arte, proprio come viveva il suo maestro, essere rispettato e ammirato, sognando il suo nome nelle più importanti riviste.

Il rapporto con Jungkook non era migliorato, il moro lo ignorava e spiccicava parola solo quando era strettamente necessario.

Taehyung si sentiva indesiderato, di troppo. Non era abituato a non piacere alle persone, e questo provocava malinconia, si tormentava disperato, chiedendosi perché quel ragazzo moro, dal quale si sentiva attratto, non lo accettasse.

Jungkook stava sulle sue, o meglio sui suoi rubini. Qualche volta gradiva sedersi nelle poltrone davanti al piano forte mentre Taehyung suonava le sue disperate melodie.

Il moro restava così, a guardare Taehyung.
Giocava con i rubini sangue di piccione tra le mani e la camicia leggermente arrotolata su per i polsi. Ogni tanto si concedeva innocui sorsi di scotch del nonno.

Taehyung arrossiva sotto lo sguardo inquisitore del minore, cercando di migliorarsi, di dare il meglio di sé, suonando lo strumento a corde per farsi piacere, inconscio che quest'ultimo lasciasse già sufficientemente a briglia sciolta i pensieri su di lui.

L'anima buona del ragazzo non smetteva di chiedersi il perché di tanta ostilità nei suoi confronti, non aveva mai perso il buonumore o la speranza di avere un buon rapporto con il giovane Jeon.

Il suo maestro ne parlava a dismisura, elogiandone sempre il carattere, ma specificando quanto Jungkook fosse in realtà un ragazzo introverso.

Un giorno Taehyung, smise di suonare il piano nel bel mezzo di una nota provocando un rumore sgradevole e facendo alzare lo sguardo di Jungkook dalla sua parte.

Puntò con sguardo truce Jungkook con le sue gote evidentemente arrosate e le labbra tramanti.

Spinto da qualche forma ignota di coraggio, decise di esprimersi e di confidare al moro le sue angosce. Era sempre stato gentile, aveva sempre avuto rispetto di lui e dalla sua sofferenza, ma anche lui stava male; non reggeva più il clima pesante di quelle settimane.

"Perché non ti piaccio?" Domandò.

Jungkook deglutì, sentendosi colto di sorpresa da una domanda così inaspettata.

"Cosa ti fa credere di non piacermi?" rispose.
"Io so di non piacerti." Si alterò il grigio.

"Tu sai poche cose, Taehyung" Le parole del moro parvero quasi lame che andarono a infilzare il petto di Taehyung. "Smettila di dire queste stronzate" continuò dicendo.
Si alzò in piedi e appoggiò il bicchiere di cristallo contenente lo scotch, nel tavolino vicino.

"Stronzate? Queste sono tutt'altro che stronzate" Si alzò in piedi anche Taehyung e raggiunse il minore.

"Sto cercando di avere un dialogo. Visto che sono due settimane che il signor Jeon mi tratta come se fossi polvere."

Jungkook si sentì innervosito a causa dei duri pensieri di Tae nei suoi confronti. Si sentiva quasi in colpa, perché consciamente aveva tenuto quegli atteggiamenti.
"Ti sbagli, ho detto." Mormorò e fece per uscire appoggiando la mano nella maniglia della porta.

"Pensavo potessimo essere amici, mi sbagliavo..."

Jungkook si bloccò.

Si girò dalla parte di Tahyung e con passo deciso e il fiato corto per la rabbia lo assoggettò verso la parete.

"Io e te non siamo niente. Ma questo non significa che tu non mi piaccia."

Fu impossibile per Taehyung distogliere lo sguardo dalla bellissima figura maschile del moro, mentre il respiro accelerava e il battito aumentava e i loro sguardi sembravano quasi addolcirsi intrecciandosi.

Jungkook, abbindolato dalle labbra del grigio, si approfittò di esse, rosse come la mela del peccato o come i suoi amati rubini.

Lo baciò con foga, mentre tutta l'elettrica passione iniziale si trasformò in un bacio ricco di sentimento. Era gioia -lo sfiorarsi e la ricerca reciproca delle loro labbra- era estasi pura.

Jungkook venne dolcemente ricambiato e assecondato dalle labbra e dalle mani del grigio, strette al suo collo.

Adamo aveva ufficialmente morso la mela.


🌒🌓🌖





Ma soprattutto, qualcuno di voi ha mai pensato di aver incontrato lo stesso piccione due volte ?

Abbiamo mai bevuto lo stesso latte dalla stessa mucca ?

painting of rubies |vkook•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora