eight.

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Poggiò le mani a terra, avvicinandosi maggiormente a me, attaccando di più le nostre labbra. Dio, era stato bellissimo. In quel momento sentii Frank il più vicino possibile a me, si era avvicinato fino a far sfiorare i nostri petti.

Ci staccammo solo dopo qualche minuto per liberare le nostre labbra e riprendere fiato.
I nostri sguardi restarono intrecciati tra loro per un tempo infinito, senza che nessuno dei due proferisse parole, -in quel momento non servivano.-

Dopo essersi allontanato dal mio corpo, Frank scosse la testa spaventato alzandosi ed uscendo dalla stanza, lasciandomi così a fissar il punto in cui in precedenza c'era stato lui. Portai con delicatezza due dita vicino alle mie labbra sfiorandole, sentendo ancora la meravigliosa sensazione di quelle di Frank premute sulle proprie.

Mi lasciò molto perplesso tutto questo, non capivo perché Frank mi avesse baciato e tantomeno perché successivamente scappò via.

-

Ero stanchissimo, ieri notte non avevo chiuso occhio, di nuovo, è un inferno il fatto che non riesco a dormire senza di lui.

Sbadigliai mentre scesi con pigrizia le scale che portavano al piano inferiore dov'era collocata la cucina.

Improvvisamente sentii delle voci provenienti dal salotto mentre scendevo le scale per avviarmi verso la cucina.
Riconobbi la voce del ragazzo e cercai di non farmi vedere. Era assieme a Ray.

"Non devo innamorarmi, non devo proprio innamorarmi. No, non posso.."

Il maggiore fece un sospiro sconfitto e sconsolato, portando le mani sulle sue spalle e guardandolo negli occhi, cercando di consolarlo.

"Frank, te l'avevo detto di stargli lontano. Tu sai cosa gli sta succedendo, e sai anche cosa succederebbe a te."

Quest'ultimo annuii appena per poi lasciare il maggiore e avanzare verso la cucina, quando me ne accorsi indietreggiai come se fossi appena arrivato, successivamente lo seguii facendo il mio ingresso nella piccola stanza.

Cercando di non dar peso allo sguardo insistente su di me, il quale mi fece tingere lievemente le guance di rosso, presi del caffè dalla macchinetta versandolo in una tazza, andandomi a sedere e cercando di tenere lo sguardo fisso sul liquido scuro che stavo bevendo a piccoli sorsi.

Sentii un tuono rombare dalla finestra, mi voltai verso questa osservando le piccole goccioline d'acqua che man mano andavano a poggiarsi sul vetro bagnandolo.

Amavo tantissimo il rumore che la pioggia produceva quando compiva quell'azione, il tintinnio di piccole gocce d'acqua che colpiscono il terreno.

Amavo anche fare passeggiate sotto la pioggia, sentivo il freddo portato dal temporale entrarmi nella pelle e darmi come sollievo.

Ho sempre preferito l'inverno all'estate, quest'ultima mi piaceva solo perché venivano le vacanze e non dovevo vedere per un lungo periodo le brutte facce dei miei compagni di scuola.

Per il resto, non mi piaceva l'estate. Era monotona e faceva fin troppo caldo, grave problema per chi appunto ama il freddo. Inoltre, odiavo quando mia madre mi costringeva a mettermi sotto il sole bollente, diceva che sarei stato più bello se mi fossi abbronzato.

Ma anche stando sotto il sole per ore non succedeva quello che mia madre voleva, anzi avendo la pelle molto pallida finivo per ustionarmi e non riuscivo a muovermi per giorni.

Finiti i miei profondi pensieri collegati al temporale che era appena in atto, mi girai verso Frank che era impegnato a giochicchiare con il labret nero.
Mi passai una mano tra i capelli tirando un lungo sospiro, per poi scuotere la testa, alzarmi e andarmene.

THE GHOST OF YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora