sixteen ➳ frank.

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Da quando eri andato da tuo padre le mie giornate erano diventate più noiose, monotone e ripetitive. Non uscivo di casa, tenevo sempre lo stesso pensiero fisso in mente:
"Ti manco? Perché tu mi manchi, e anche molto."

Gerard non sapevi che eri essenziale, come quando sei sott'acqua e necessiti assolutamente di ossigeno per respirare.
Non sapevi che eri il mio ossigeno, e che senza te ero come sott'acqua, senz'aria per respirare.

Ogni giorno mi mancavi di più. Volevo chiamarti, sentirti, almeno con un messaggio.. Ma non potevo. Non avevi più un telefono, e io non avevo il numero di tuo padre.
Questa cosa mi distruggeva ancora di più. Perchè, anche sapendo che la persona che più ami sia viva e sana, non puoi vederla, sentirla, sapere se è felice. Niente. Non puoi sapere niente, se non che è viva.

La mia mente era colma di pensieri negativi, forse non mi volevi più, magari ti stavi facendo una nuova vita, magari hai conosciuto qualcuno migliore di me.
Forse io non dovevo esserci nella tua vita dal principio, il nostro incontro era solo casuale, però infondo avevamo molto in comune.
Due ragazzini asociali e senza amici, strani e con un problema più grande di loro. Stupidi perché si erano innamorati l'uno dell'altro.

Dovevo solo accettare la realtà, la persona che più amavo si trovava a chilometri e chilometri lontana da me e chissà quando l'avrei visto o avrei avuto sue notizie, dovevo solo provare a dimenticare tutto, tutto quanto, era quasi impossibile farlo.
Ogni volta che i miei occhi si chiudevano era come rivivere quella scena, il momento del nostro primo bacio:

Solo io e te, il silenzio regnava nella stanza, erano passati giorni da quando non parlavamo ed ero totalmente giù di morale. Eri scappato e non c'avevi fatto sapere nulla, e quando ho provato a scriverti mi hai trattato come se fossi nessuno.
Ero stato malissimo, tutta la giornata passata seduto in un angolo della mia piccola camera a piangere, col viso nascosto tra le gambe, e il buio che mi nascondeva da tutto. Ero solo, o almeno prima che tu silenziosamente entrassi in camera, sedendoti a gambe incrociate di fianco a me tentando di parlarmi, di scusarti.
Non risposi ne osai alzare la testa per guardarti, finché non ti spostasti difronte a me facendomi alzare il viso. Dio, ti giuro che eri così bello, talmente tanto che guardando i tuoi occhi rossi e tristi, come i miei, non resistetti ad avvicinarmi a te per poter violare le tue labbra, baciandoti.

Quelle labbra così belle, che desideravo tanto e che ho avuto l'onore di toccare con le mie per così tante volte.
E anche se, dopo quel piccolo bacio, io scappai, come se fosse stato sbagliato, non ti infastidì ne ti arrabbiasti. Mi comprendevi, capivi che era la prima volta anche per me, che ero spaventato.
L'amore è una cosa terrificante. Ma è anche una cosa così bella.
Ma mi spaventava, mi impauriva affezionarmi a te, iniziare a provare dei sentimenti, perché sapevo che prima o poi te ne saresti andato. Ma speravo nel tempo che non sarebbe mai successo.

Ripensare a tutto ciò mi fece sospirare, Mikey era venuto un paio di volte in camera mia per esortarmi ad uscire, o almeno a mangiare qualcosa. Ero rimasto senza mangiare da quando eri andato via, ed ero rimasto fermo sul mio letto a guardare il soffitto, in silenzio, con la musica nelle orecchie.

Finché non mi dovettero prendere di forza Mikey e Ray trascinandomi giù dal letto e successivamente in bagno ordinandomi di lavarmi, perché non muovendomi dal letto di conseguenza non mi facevo una doccia da giorni. Feci come mi era stato detto, e decisi che era il momento di uscire un po'.

Appena misi piede fuori casa fu orribile, mi bruciavano gli occhi a causa della forte luce del sole, ero convinto fosse ancora notte, che asciugò velocemente anche le lacrime che erano rimaste agli angoli dei miei occhi rossi. L'aria fresca che mi sfiorava delicatamente il viso la percepivo strana, erano giorni che non prendevo una boccata d'aria pulita.

THE GHOST OF YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora