thirteen.

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Londra era davvero da mozzare il fiato, cavolo non avevo visto ne visitato ancora nulla, ero solo uscito dall'aeroporto e l'aria londinese mi aveva gia travolto.

Ora dovevo solo cercare l'appartamento di mio padre, mi ero scritto la via in cui abitava, ma non avendo un cellulare e quindi chiamarlo e chiedere di venirmi a prendere, mi sono dovuto arrangiare.

Ho chiesto un po' ad alcune persone del posto, e dopo qualche minuto sono arrivato sotto casa sua. Cercai nell'elenco del citofono il cognome, poi facendomi coraggio bussai.

Mi rispose quasi subito una voce maschile "Chi è?" timidamente e insicuro risposi dicendo il mio nome e mi aprirono subito.

Salii fino al quarto piano, trovando subito la porta aperta e mio padre lì sull'orlo a guardarmi soddisfatto, avvicinandosi a me e abbracciandomi.

"Oh, Gerard, ciao come sei cresciuto.. l'ultima volta che ti ho visto avevi solo dodici anni.. che uomo sei diventato."

Mi sentivo giusto un po' a disagio, ma sai quando non vedi tuo padre da anni è normale diffidare un po' di quest'ultimo.

"Ciao.. papà."

Dissi schiarendomi la gola all'ultima parola per non far sentire il mio timbro insicuro nel pronunciarlo.

Mi portò nella camera degli ospiti facendomi sistemare un po' la mia roba, chissà quanta ne avevo poi.

"Fra pochi giorni ho una cena e mi farebbe piacere se venissi anche tu.. domani ti va se andiamo a comprare qualcosa da mettere?"

Scrollai le spalle annuendo, tenendo lo sguardo basso sulla valigia, giocando con una maglietta che c'era all'interno di questa.

"Uhm vuoi mangiare qualcosa?"

"No no.. ora voglio solo riposare un po', è stato un viaggio molto lungo e sono molto stanco."

Replicai chiudendo la valigia e posandola a terra, girandomi poi verso mio padre guardandolo per qualche secondo, aspettando che uscisse per potermi così cambiare.

Schioccò la lingua strofinando le mani tra di loro, aprendo la porta uscendo, dicendo un 'ci vediamo dopo.' Per poi lasciarmi solo.

Sospirai rumorosamente, andando a chiudere la porta a chiave, volevo un po' di spazio solo per me, non potevo neanche contattare Frank visto che non possedevo il cellulare.

Mi buttai a peso morto sul letto, affondando e nascondendo il viso nel cuscino bianco, continuando a sospirare.

Finché non decisi di chiudere gli occhi e riposarmi sul serio almeno per qualche ora, troppo stanco per fare qualunque altro.

-

Mi svegliai leggermente stordito, stiracchiandomi e mettendomi a sedere sbadigliando. Mi guardai un attimo in torno confuso non essendo in camera mia.

Poi mi ricordai di essere partito e mandato letteralmente tutto a farsi benedire e che ora ero a Londra a casa del mio presunto padre.

Mi misi in piedi grattandomi i capelli dietro la nuca, aprendo la porta che in precedenza avevo chiuso a chiave ed uscii dalla stanza dirigendomi verso la cucina.

"Buongiorno Gerard." Mi chiamò la voce di mio padre, sorridendo raggiante. Come si fa a sorridere di mattina?

"Mh.. Giorno, che ore sono?" Mi stropicciai gli occhi sbadigliando nuovamente, cercando un orologio nella stanza.

"Mezzogiorno." Sgranai gli occhi guardandolo, non ero molto abituato a svegliarmi così tardi.

Mi sedetti goffamente sulla sedia poggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani.

THE GHOST OF YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora