fourteen.

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Mio padre mi obbligò a passare tutta la cena seduto accanto a Lindsey, e tutto la sera a parlare con lei. Ripeto, odiavo fare conoscenza con qualcuno. Odiavo ancora di più essere obbligato a fare conoscenza con qualcuno.

Era simpatica e non lo metto in dubbio, ma chi lo spiegava a mio padre che preferivo l'apparato riproduttore maschile a quello femminile?
Ah, io di sicuro no o sarei stato oppresso con le solite sgridate.

"Quindi tu in America di cosa ti occupavi?" Chiese improvvisamente risvegliandomi dai miei pensieri molto profondi sulla mia sbagliata sessualità.

"Ehm di nulla, avevo finito la scuola e stavo cercando qualche lavoro però poi ho ricevuto la chiamata di mio padre e sono partito." Alzai le spalle guardando le mie mani giocandoci, mentre ero appoggiato al muretto del giardino.

Quella sera non faceva molto freddo, c'era solo un leggero venticello primaverile. Anche se si potevano scorgere alcune nuvole grigie che non premettevano nulla di buono.
"E in che parte d'America vivevi?" Prese dalla tasca un pacchetto di sigarette prendendone una e porgendomelo.

Annuii accennando un sorriso e sussurrando un 'grazie' poi portandomi alle labbra la sigaretta quando la ragazza l'accese. "New Jersey." Risposi dopo qualche minuto, quando poi la ragazza fece una faccia stupita.

"Oh, adoro il New Jersey, ho vissuto lì per qualche anno, strano non abbia mai notato un tipo così..particolare. Non molti hanno i capelli rossi fuoco." Ridacchiò lievemente sedendosi su una panchina posizionata nel giardino, la seguii sedendomi anch'io.

"In effetti, i miei capelli naturali non sono proprio così." Risi scrollando le spalle, e tornando serio poco dopo facendo un primo tiro inspirando il fumo e cacciandolo dalle mie labbra subito dopo.

-

"Allora, dimmi dai, com'è andata ieri sera? Che avete fatto? Com'è? Ti è piaciuta? Dai si che ti è piaciuta, è una ragazza apposto. Non puoi dire che non ti sia piaciuta. Dai su racconta Gerard."

Si ma datti una calmata, padre sei stressante.
Pensai nella mia mente, ovviamente senza dirglielo per non essere troppo scortese dopotutto era mio padre e voleva solo che fossi un po' più socievole.

"Non saprei cosa dirti, sai? È andata abbastanza bene, abbiamo parlato un po' della mia situazione in America, poi mi ha detto che è stata anche lei in New Jersey per un po' e poi tutte queste cose qui.. niente di che."

Mio padre aveva in viso un espressione talmente inquietante, come quelle ragazze quando vedono la loro coppietta preferita in un telefilm baciarsi o queste cose così. Giuro non ho fatto anch'io così quando ho visto la mia coppia preferita baciarsi in una serie tv, non sono come loro, sono un ragazzo con molta virilità io.
No va bene, a chi la do a bere. Io e la virilità non andiamo proprio d'accordo.

"Uhm, senti Gerard non è che a te piacerebbe uscire con lei? Magari potrebbe avvenire qualcosa sai.. visto che hai detto di non aver nulla da fare lì potresti restare qui.. o se proprio vuoi tornare in America puoi andare lì con lei, tanto c'è già stata no? Non ti sembra stupendo?"

Ehm, no. Per niente. Per nulla. Non lo farò mai.
Nulla di personale ma mi fanno schifo le ragazze, e la loro.. cosa che hanno lì sotto, ecco. Credo di essermi spiegato abbastanza bene, si.

"Ehm no papà, in realtà non sono molto interessato a stare con lei." Mormorai alzando le spalle e abbassai lo sguardo ma mio padre avanzò verso di me costringendomi ad alzarlo nuovamente.

"Gerard, sai come staremo bene? Il padre è più che milionario, se voi vi sposiate.. sarebbe bellissimo Gerard. Pensaci!" Era impazzito per caso? Voleva davvero obbligarmi a fare qualcosa che non volevo? No, non se ne parla.

Poteva essere anche mio padre ma non siamo nell'ottocento che devo sposarmi per vantaggi, perché quella persona può farmi diventare ricca.
A me dei soldi non interessa, vorrei solo poter essere felice al fianco del mio Frank, non chiedo nient'altro.

"Papà a me non piace, ne mi piacerà mai.. diamine non siamo nell'antichità, non puoi decidere tu con chi devo stare." Sbuffai tenendo basso il tono di voce, non volendo farlo arrabbiare troppo.

"E poi.. c'è un altra persona che mi interessa,in America, con cui c'è una specie di r-relazione." Si può definire così, vero? Insomma tra noi due c'era stato qualcosa, quindi si poteva definire così.

"Ah davvero? E com'è questa ragazza?" Inarcò sospettoso un sopracciglio. "Ehm, ecco.. ha i capelli scuri e gli occhi color nocciola molto..molto belli, ed è più basso, cioè, più bassa di me.."

Alzó entrambe le sopracciglia scuotendo la testa sospirando "Credi che non l'abbia capito, Gerard?" Feci finta di non capire quello a cui si riferiva, -sembravo davvero tanto gay? Andiamo..-

"D-di che parli papà?" Balbettai lievemente in imbarazzo, cercando di guardare tutto tranne che lui, okay non ero tanto bravo a mentire ma c'avevo provato. "Gerard mi sono accorto che ti piace un'altra persona, e che questa è un lui. Non sono stupido."
Oh wow, allora sei intuitivo cazzo, davvero complimenti. Ti stimo sei un genio.

Poi continuò a parlare vedendomi ammutolito "E io voglio aiutarti Gerard, perché questo non è giusto. L'uomo deve amare la donna, comprendi?" Chiese poggiandomi le mani sulle spalle.

Se era riuscito a prendere un po' di simpatia da parte mia, l'aveva persa in un attimo. Di nuovo lo schifo. Scrollai le spalle allontanandomi con una faccia disgustata. Uscendo immediatamente da quella casa correndo finché non dovetti fermarmi e riprendere fiato.

Perché dovevo essere sempre io quello sbagliato?
Perché devo essere sempre io quello che non sta bene a nessuno? Perché nessuno mi accetta per come sono? Io..cosa c'è di sbagliato in me.

-

Era passata quasi un ora da quando restai seduto su quella fredda panchina, bagnato dalla pioggia e un po' il viso dalle lacrime che continuavano a scendere copiose.

Finché non sentii qualcuno sedersi di fianco a me e una mano poggiarsi su una mia spalla, e un sospiro dispiaciuto, la pioggia non mi cadeva più addosso, evidentemente quella persona aveva un ombrello.
"Ho saputo Gerard.. anche mio padre l'ha chiesto a me.. e neanche io voglio per il tuo stesso motivo.. ti spiego."

Iniziò senza aspettare una risposta, sapendo che non sarebbe arrivata anche se ero tutt'orecchie ad ascoltarla. Continuò "Ti dissi che avevo vissuto degli anni in New Jersey.. Ecco, li conobbi una ragazza e sinceramente preferisco lei ai ragazzi.. anche a me piacerebbe tanto tornare dalla persona che amo e.. se vuoi possiamo tornarci assieme."

Alzai di scatto lo sguardo asciugandomi le lacrime, avevo gli occhi rossi e le guance del medesimo colore. Annuii velocemente con un piccolo sorriso speranzoso in volto, forse avevo un occasione per tornare da Frank.

"Bene, partiamo domani."

1180 parole.

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sono così fiera di me.
sto aggiornando più spesso ye.
sono nel mio momento di ispirazione quindi si.
siate felice ciao.
anche se è molto corto e rip. :(
ah e aiuto urlo, grazie per le visualizzazioni aaa conta molto per me.

THE GHOST OF YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora